Turkmenistan
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'Asia centro-occidentale. Sotto il profilo etnico la popolazione (4.483.251 ab. al censimento del 1995) è molto omogenea, in quanto i turkmeni rappresentano ben l'85% del totale (2003), seguiti da uzbeki, russi e altre minoranze. Gli alti indici di fertilità (3,37 figli per donna nel 2005) e di natalità (27,6‰) continuano a determinare una crescita demografica sostenuta, anche se in calo rispetto a quella registrata negli anni Novanta del secolo scorso (media annua del 3,6% nel periodo 1990-1998, dell'1,4% nel 2000-2005). Secondo la Banca mondiale, tra il 1995 e il 2004 l'economia turkmena ha registrato un incremento medio annuo del 10,3% e tale tendenza positiva è proseguita negli anni successivi: le basi di questo sviluppo risiedono nello sfruttamento delle ingenti risorse energetiche del Paese e nei cospicui investimenti realizzati nel settore (16% del PIL). In particolare, la produzione di gas naturale, anche se rimane inferiore ai livelli del 1990, è piuttosto elevata (poco meno di 60 miliardi di m3 nel 2004) con prospettive di crescita legate ai contratti di fornitura firmati con Russia, Ucraina e Irān che prevedono l'esportazione di circa 130 miliardi di m3 annui. La produzione di petrolio, più modesta (ca. 10 milioni di t), mostra un aumento, proporzionalmente simile a quello del gas naturale. Nel complesso gli idrocarburi rappresentano circa l'80% delle esportazioni complessive. Nel 1997-1999 il governo ha concluso accordi con società occidentali per la costruzione di due gasdotti: il primo collega, attraversando l'Afghānistān, il centro produttivo di Daulatabad al porto pakistano di Gwādar; il secondo i giacimenti turkmeni a Baku, in Azerbaigian, punto di partenza della linea (completata nel 2005) che attraverso la Georgia arriva fino al porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo.
Malgrado l'elevato tasso di crescita l'economia del T. resta fragile, con marcate disparità economico-sociali tra la classe dirigente, che beneficia dei profitti derivanti dalle esportazioni degli idrocarburi, e il resto della popolazione, che continua a vivere in una condizione di diffusa povertà. Questa situazione, nonché il carattere autoritario del regime del presidente S. Niyazov, non favoriscono l'afflusso di investimenti stranieri, mentre quelli interni, come già ricordato, riguardano pressoché esclusivamente il settore energetico a detrimento di altri comparti. L'agricoltura, che pure occupa ancora circa metà della popolazione attiva, presenta una struttura produttiva sostanzialmente invariata rispetto al periodo sovietico: le maggiori colture alimentari sono i cereali (frumento, riso, orzo e mais), le patate, i pomodori e la frutta; molto diffuso è il cotone, di cui il Paese è uno dei maggiori produttori mondiali (219.000 t di fibra e 1 milione di t di semi nel 2005).
Storia
di Paola Salvatori
Agli inizi del Duemila il governo di S. Niyazov, incontrastato capo dello Stato dal 1991 e dichiarato presidente a vita nel 1999, assunse caratteri sempre più autoritari e personalistici, mentre rimaneva interdetta l'attività politica delle opposizioni. L'unico partito riconosciuto continuava a essere il Partito democratico, filogovernativo, le cui ripetute vittorie nelle competizioni elettorali erano scontate e prive di reale significato. Intenzionato a rafforzare e a esaltare l'identità nazionale, Niyazov varò in questi anni una serie di provvedimenti che, presentati come salvaguardia delle tradizioni turkmene, finirono per restringere ulteriormente le libertà individuali e accentuare l'isolamento della popolazione e, data la loro eccentricità, evidenziarono il carattere sempre più dispotico che il regime andava assumendo.
Dopo aver autorizzato (nel luglio del 2000) l'accesso alla pubblica amministrazione solo a chi fosse in grado di documentare la propria genealogia per almeno tre generazioni, Niyazov impose al teatro della capitale l'esecuzione esclusiva di spettacoli di autori nazionali (apr. 2001), nonché l'adozione come libro di testo di un volume a lui attribuito, il Ruhnama (Libro dell'anima), una sorta di codice di condotta spirituale, giungendo infine (ag. 2002) a sostituire il nome dei mesi dell'anno e dei giorni della settimana con i nomi degli eroi e dei personaggi storici turkmeni.
Secondo osservatori internazionali, l'esaltazione del nazionalismo era finalizzata a coprire le crescenti difficoltà economiche del Paese che, pur potendo contare su ingenti risorse energetiche, stentava ad avviare un effettivo processo di modernizzazione che garantisse più elevati livelli di vita alla popolazione: le infrastrutture rimanevano inadeguate, la burocrazia corrotta mentre continuava a essere alta la sperequazione nella distribuzione della ricchezza.
Nel novembre 2002, Niyazov, scampato a un attentato, accentuò ulteriormente il regime repressivo e nei mesi seguenti vennero operati arresti e violenze arbitrarie nei confronti della popolazione, duramente condannati dalle organizzazioni internazionali. Provvedimenti restrittivi furono presi anche nei confronti delle organizzazioni religiose, alle quali venne tra l'altro vietato (nov. 2003) di costituirsi in partito politico. Le elezioni legislative (dic. 2004 - genn. 2005) sancirono ancora una volta la vittoria del Partito democratico, unica formazione ammessa a parteciparvi. Nel dicembre 2006 la morte di Niyazov ha scatenato una dura lotta per la successione e nel febbraio 2007 è stato eletto presidente K. Berdymukhamedov, suo stretto collaboratore.
Nonostante l'accentuata chiusura interna, in politica estera il regime continuò a incrementare le relazioni con i Paesi europei e con gli Stati Uniti, oltre che con i Paesi vicini, e a cercare una collocazione regionale che gli consentisse di mantenere una certa autonomia da Mosca. Malgrado le resistenze di quest'ultima venne ripreso e approvato, negli ultimi anni del 20° sec., il progetto di una via afghano-pakistana per il trasporto del greggio e prospettate nuove alleanze con Cina e Giappone per lo sfruttamento delle risorse energetiche.