TUVALU.
– Demografia e geografia economica. Storia.
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato insulare dell’Oceania, nell’Oceano Pacifico centro-occidentale. La popolazione stimata per il 2012 è stata di 10.619 ab., con una densità molto elevata (414,32 ab./km2); secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) nel 2014 gli abitanti erano 9894. L’economia del Paese dipende in massima parte dagli aiuti internazionali (66% del PIL), specialmente di Regno Unito e Taiwan, e dalla concessione delle licenze di pesca. La disoccupazione nel 2012 ha raggiunto il 40%. Forti preoccupazioni sono legate all’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico, contro il quale T. è impegnato attivamente a livello internazionale.
Storia di Vincenzo Piglionica. – Tra il primo e il secondo decennio del 21° sec., l’impatto dei cambiamenti climatici continuava a destare grande preoccupazione a T.: l’innalzamento dei livelli delle acque, la progressiva erosione delle coste e le infiltrazioni saline nel suolo e nelle falde acquifere – con conseguenti contaminazioni delle falde di acqua potabile ed effetti negativi sulle colture – testimoniavano l’estrema vulnerabilità del Paese rispetto a tale fenomeno, su cui le autorità locali chiedevano un più deciso intervento della comunità internazionale. Un prolungato periodo di siccità costrinse inoltre a dichiarare, a fine settembre del 2011, lo stato di emergenza per due settimane: l’acqua fu razionata e alcuni Paesi aiutarono T. fornendo scorte di acqua potabile e unità per la desalinizzazione delle acque.
Sotto il profilo politico, nell’aprile del 2008 gli elettori di T. si espressero in un referendum a favore della conservazione della monarchia, con il sovrano del Regno Unito riconosciuto come re e rappresentato nell’arcipelago da un governatore generale. Nel 2010, anno in cui il Paese diventò membro del Fondo monetario internazionale, si tennero anche le elezioni per il rinnovo del Parlamento: il premier uscente Apisai Ielemia conservò il suo seggio, ma l’incarico di primo ministro fu affidato a Maatia Toafa; questi fu tuttavia sfiduciato nel dicembre successivo e al suo posto il Parlamento elesse Willy Telavi. Nel 2012, il Paese fu criticato per aver consentito ad alcune petroliere iraniane di battere bandiera tuvaluana, aggirando così le sanzioni imposte contro Ṭeherān: sotto pressione degli Stati Uniti, nel mese di agosto le autorità dell’arcipelago annunciarono che avrebbero provveduto a cancellare la registrazione delle petroliere.
Una crisi politico-istituzionale si verificò nel Paese nel 2013: nel mese di luglio, il governatore generale Iakoba Italeli decise infatti di ricorrere alle sue prerogative costituzionali e convocare il Parlamento, dopo che il premier Telavi aveva rifiutato di farlo nel timore di essere sfiduciato, non potendo più contare sul sostegno della maggioranza dei deputati. Venne così a determinarsi uno scontro istituzionale, con ciascuna delle due figure a chiedere la rimozione dell’altra. La disputa si concluse con il voto di sfiducia parlamentare – nel mese di agosto – nei confronti di Telavi. Enele Sopoaga assunse l’incarico di primo ministro, che conservò anche dopo le elezioni del 31 marzo 2015. Il voto, originariamente previsto per il giorno 19, era stato rinviato per gli effetti sull’arcipelago del ciclone Pam.