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Tuvalu è uno stato insulare situato nell’Oceano Pacifico. Il paese, costituito da quattro isole coralline e cinque atolli è tra i più piccoli stati del mondo, e con i suoi circa 10.000 abitanti è anche il secondo paese meno abitato del pianeta, dopo il Vaticano. Il nome del paese, Tuvalu, significherebbe ‘otto insieme’, facendo riferimento agli otto atolli che ne costituivano originariamente il territorio. La popolazione appartiene al gruppo etnico polinesiano e professa la fede protestante, secondo i precetti della Chiesa di Tuvalu. Esistono però anche comunità di testimoni di Geova, di Baha’i e di musulmani ahmadiya.
Ottenuta l’indipendenza dal Regno Unito nel 1978, il paese è entrato nel Commonwealth britannico.
La regina Elisabetta II è rappresentata a Tuvalu dal governatore generale Iakoba Taeia Italeli. L’architettura istituzionale prevede un’assemblea generale, composta da 15 membri eletti a suffragio universale ogni quattro anni. Non esistono partiti e le elezioni avvengono in base alla reputazione familiare e sociale dei candidati e alla loro residenza, in quanto Tuvalu è caratterizzata da una tradizionale rivalità tra gli isolani del nord e quelli del sud. L’ago della bilancia elettorale è spesso in mano ai cittadini della capitale Funafuti, abitata da circa metà della popolazione. A capo del governo, dall’agosto 2013, siede Enele Sopoaga, che ha preso il posto di Willie Telavi, il cui governo era stato sfiduciato nei mesi precedenti.
La politica estera del paese si svolge nell’ambito di organismi internazionali quali le Nazioni Unite, di cui è membro dal 2000, il Forum delle Isole del Pacifico e la Banca asiatica di sviluppo (Adb). Inoltre, a seguito della richiesta avanzata nel 2009, nel giugno 2010 Tuvalu è diventato il 187° e il più piccolo paese membro del Fondo monetario internazionale.
Per via della sua connotazione geografica, Tuvalu è particolarmente sensibile al problema delle mutazioni climatiche. Le isole di Tuvalu raggiungono un’altezza massima di 4,5 metri sul livello del mare e il riscaldamento globale, con il conseguente innalzamento del mare, potrebbe minacciare l’esistenza stessa del paese. In quest’ottica Tuvalu partecipa all’Alleanza dei piccoli stati insulari, un’organizzazione intergovernativa nata nel 1990 allo scopo di creare un fronte unito e compatto contro il riscaldamento mondiale. Nel settembre 2013, inoltre, Tuvalu ha firmato, assieme agli altri paesi del Forum delle isole del Pacifico, la ‘dichiarazione di Majuro’ per la leadership climatica, che invoca la necessità di una guida forte contro il mutamento climatico. L’economia del paese si basa soprattutto sulla pesca. In particolare, il 15% della popolazione adulta, pari a circa mille cittadini, lavora all’estero come marinaio e produce rimesse che oscillano tra 1,5 e 3 milioni di dollari all’anno. Gli impieghi pubblici assorbono poi il 70% circa della forza lavoro. L’agricoltura è
sostanzialmente di sussistenza e il turismo, potenzialmente il settore più forte, è in realtà poco sviluppato, anche perché la carenza di infrastrutture non permette grandi afflussi nelle stagioni di vacanza. Di recente si è assistito a un forte sviluppo del settore finanziario, favorito dal fatto che il paese gode di una legislazione fiscale privilegiata. Nel 2012, l’attenzione internazionale si è puntata su Tuvalu perché il piccolo stato ha registrato sotto la propria bandiera i cargo iraniani che tentavano di aggirare le sanzioni internazionali. Nel luglio 2013 Tuvalu ha firmato un Memorandum
of understanding (Mou) in previsione della costituzione della Pacific regional trade and development facility, un’iniziativa di sviluppo regionale che dovrebbe portare alla firma di un Economic partnership agreement (Epa) tra paesi dell’area del Pacifico e Unione Europea.