twittare
v. intr. Inviare brevi messaggi di testo servendosi della rete sociale Twitter.
• si può seguire chiunque nel mondo dica la sua sulla propria pagina, semplicemente cliccando sul bottone «segui» sotto il suo account. Si accede così a un flusso continuo di opinioni, battute, riflessioni e commenti, che scorrendo sotto gli occhi di chi «twitta», danno l’idea di un mondo mai fermo, con qualcuno che ha sempre qualcosa da dire. (Piero Vietti, Foglio, 2 marzo 2011, p. 1, Prima pagina) • [Enrico] Letta, giunto al Quirinale da solo, in macchina, ha voluto twittare: «Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato. “Ogni giorno come se fosse l’ultimo”». (Mario Lavia, Europa, 15 febbraio 2014, p. 1, Prima pagina) • Un paio di anni fa si scatenò un dibattito su una presunta affermazione di Umberto Eco, gli si attribuiva di aver scritto che tutti coloro che twittano su Internet sarebbero degli imbecilli. In realtà Eco aveva scritto una cosa diversa, aveva scritto che tutti coloro che un tempo parlavano di calcio solo al bar sotto casa ed erano sicuri, di volta in volta, di proporre la migliore formazione possibile per la nazionale o per la squadra del cuore, ora grazie ad Internet possono con la stessa sicumera parlare di tutti gli argomenti, senza nessuna competenza. Il punto è lì: senza competenza. (Rosario Coluccia, Nuovo quotidiano di Puglia, 10 settembre 2017, p. 10, Attualità).
- Derivato dal nome proprio Twitt(er) con l’aggiunta del suffisso -are1.
- Già attestato nella Repubblica del 26 novembre 2007, Affari & Finanza, p. 31 (Patrizia Feletig).
> cinguettare, retwittato, ritwittato, tuittare, twitterare.