GORGONZOLA,\u00A0Niccolo
GORGONZOLA, Niccolò. - Nacque a Milano nel 1462 da Francesco.
Ebbe due fratelli: Gian Giacomo, suo socio in affari in varie occasioni, e Damiano, libraio-editore, attivo prima a Venezia (1493-99) e poi a Perugia fino alla morte (1507).
Avendo intrapreso la carriera ecclesiastica, ricevette la prima tonsura all'età di 15 anni (22 marzo 1477), iniziando il servizio «in divinis» a S. Giorgio in Palazzo, chiesa di giuspatronato ducale. Abitava allora a porta Ticinese nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia, ma dieci anni dopo (3 settembre 1487) si trasferì in quella di S. Lorenzo Maggiore. Il 7 agosto 1488 venne nominato da Gian Galeazzo Sforza cappellano dell'altare maggiore di S. Giorgio in Palazzo. Il 20 dicembre successivo ricevette gli ordini del suddiaconato e del diaconato ed entro la Pasqua dell'anno seguente fu consacrato sacerdote. Nel 1491 tornò ad abitare nella parrocchia di S. Alessandro in Zebedia e dal 1498 al 1530 dimorò stabilmente in quella di S. Eufemia, entrambe a porta Ticinese. Il 13 settembre 1497 ottenne dal nobile Ladislao Besozzi una seconda cappellania in S. Nazaro in Brolio. Ne ebbe inoltre una terza, limitatamente agli anni 1507-10, nella chiesa di S. Vittore al Teatro. Non sembra che abbia goduto di benefici ecclesiastici dopo il primo decennio del Cinquecento.
Nel 1496 iniziò l'attività editoriale facendo stampare da Antonio Zarotto lo Psalterium Ambrosianum. Tre anni dopo fece imprimere da Leonardo Pachel il Missale e nel 1501 le Litaniae per la liturgia ambrosiana. Il 15 ottobre 1504 pubblicò le opere di Virgilio presso la tipografia dell'umanista Alessandro Minuziano, compartecipe delle spese editoriali. Il 2 aprile 1505 stipulò un contratto di affitto per la conduzione di una delle librerie «quinta in ordine apothecarum [...] incipiendo deversus ecclesiam sancti Michaelis ad Gallum» in piazza Mercanti, nei pressi delle Scuole Palatine (Arch. di Stato di Milano, Notarile, notaio Carcani Carlo q. Giovanni, filza 2759). La libreria era denominata «ad signum stelle» e l'insegna della stella è ancor oggi visibile, scolpita nella chiave della volta a crociera della prima loggia (a sinistra di chi guarda) del palazzo del Podestà o degli Osii. Per la sua conduzione si valse via via della collaborazione di commessi e apprendisti: Giacomo Corsico, Francesco Ordago, Giuliano da Tradate, Matteo Pollari da Besozzo, Agostino Reina, Cristoforo Cutici, Paolo Gallarate e Pasino Po. Gli ultimi tre lavorarono stabilmente nell'apotheca in qualità di legatori di libri. Ebbe inoltre un aiuto, pur saltuario, dal fratello Gian Giacomo che dimorava a Milano in porta Romana nella parrocchia di S. Nazaro in Brolio. Nel 1507 morì a Perugia Damiano, l'altro fratello, per cui Niccolò e Gian Giacomo ereditarono il patrimonio della libreria da lui gestita in quella città sotto le Scuole Nuove, in piazza del Sopramuro e ottenuta in locazione dall'Ospedale della Misericordia.
Dal 1506 al 1514, tralasciato il filone dei libri liturgici, pubblicò quasi esclusivamente testi antologici e grammaticali, affidando via via la stampa delle sue edizioni, oltre a Minuziano e al genero di costui Leonardo Vegio, a Giacomo e Giovanni Maria Ferrari, ai fratelli Pietro Martire e Battista Mantegazza, a Giovanni Castiglione, Leonardo Pachel, Ludovico Beolchi e a Bernardino da Castello. I rapporti di collaborazione con i Ferrari si interruppero bruscamente in seguito all'accusa di inadempienza contrattuale mossa nel marzo del 1508 dall'editore nei loro confronti.
Nel 1510 chiese e ottenne da Luigi XII, re di Francia e duca di Milano, di poter acquistare beni immobili fino al valore di 400 ducati. Unitamente a Gian Giacomo, il 17 febbraio 1512 inoltrò un'altra supplica al re perché costringesse il Comune di Milano, divenuto nel frattempo proprietario della libreria di piazza Mercanti, ad affittarla al miglior offerente. L'asta fu vinta dai Gorgonzola, che così il 18 marzo dello stesso anno poterono stipulare il contratto di locazione con il Comune. Il 17 giugno 1514 «sanus Dei gratia, mente et corpore» dettò il suo primo testamento, confermato nel 1525, nel 1532 e, infine, nel 1537.
Nell'arco di un decennio, dal 1515 al 1524, oltre a testi grammaticali, liturgici e oltre a edizioni di classici latini, pubblicò prevalentemente libri popolari, drammi allegorici, poesie e strambotti. Risale presumibilmente al 1524 l'edizione dell'Orlando furioso, sconosciuta ai bibliografi ma nota grazie all'inventario del magazzino librario (redatto dopo la morte di Gorgonzola), dove, segnalata semplicemente come «Furioso del Gorgonzola», se ne annotava una giacenza di ben 81 esemplari.
Nell'agosto 1517 subì un processo presso il tribunale della Curia arcivescovile per l'accusa mossagli dai fratelli Legnano di stare plagiando l'edizione commentata delle Metamorfosi di Ovidio che essi avevano commissionato a Giovanni Angelo Scinzenzeler. Grazie a un compromesso, riuscì a ultimare la propria iniziativa editoriale, cosicché le Metamorfosi apparvero nell'anno seguente stampate da Agostino Vimercate.
Nel 1524, per sfuggire alla peste, si trasferì a Cocquio Trevisago nel Varesotto, ospite del notaio Gian Andrea Besozzi. Nel 1525 era di nuovo a Milano, dove il 22 marzo assunse quale apprendista il giovane Matteo Pollari da Besozzo. Infine, il 20 ottobre, accusato di inadempienze contrattuali, ricevette dai proprietari Gian Giacomo e Gian Stefano Po lo sfratto dall'abitazione di porta Ticinese, in parrocchia di S. Eufemia. Il 9 gennaio 1526 respinse in sede giudiziale ogni addebito, dimostrando, grazie alla deposizione di alcuni testimoni, di aver portato migliorie alla casa, che riuscì infine ad acquistare dai Po il 19 marzo. In data 11 luglio 1530 ebbe in affitto livellario da Scipione Marliani un'altra casa a porta Romana nella parrocchia di S. Michele subtus Domum. Vi si trasferì, in quanto più ampia e ubicata nelle immediate vicinanze di piazza Mercanti, dove aveva la libreria. Nel contratto novennale di locazione venne stabilito che, oltre al canone annuo di 80 lire, avrebbe a portare migliorie all'immobile, anticipando di tasca propria 800 lire.
Non sembra che abbia finanziato iniziative editoriali tra il 1524 e il 1533. In quest'ultimo anno apparve un'edizione delle opere di Virgilio, nel 1534 il Vocabulista ecclesiastico di Gian Bernardo Forte e, infine, nel 1536 l'Officium B. Mariae Virginis per il rito ambrosiano. Nel marzo 1534 subaffittò la libreria a Castellano Maggi (forse un prestanome), indirizzando poco dopo una supplica a papa Paolo III per chiedere di continuare indisturbato l'attività editoriale avviata quarant'anni prima. La Sacra Congregazione romana con breve del 27 aprile 1535 concesse l'autorizzazione.
Il 20 febbraio 1537 dettò l'ultimo testamento nominando erede universale l'ospedale milanese della Pietà di Cristo, detto anche dei Vecchi, che doveva far celebrare messe di suffragio, distribuire elemosine ai poveri di porta Romana e porta Ticinese e far collocare un epitaffio (tuttora esistente) sulla sepoltura del testatore nella chiesa di S. Satiro. Dispose inoltre di lasciare all'ospedale l'intero magazzino librario, ubicato nell'abitazione a S. Michele subtus Domum, mentre i volumi e l'attrezzatura dell'apotheca di piazza Mercanti dovevano essere lasciati al commesso Pollari da Besozzo.
Morì a Milano il 28 febbraio 1537. Nello stesso giorno furono celebrate le esequie e avvenne la tumulazione in S. Satiro.
Il 28 luglio dello stesso anno Matteo Pollari acquistò dall'Ospedale della Pietà per 4035 lire e 12 soldi (pagabili ratealmente) l'intero magazzino librario del testatore: ben 80.450 volumi, in gran parte di argomento popolare, per un totale di 212 opere e 220 edizioni. Tra queste ultime, almeno un centinaio erano quelle sicuramente fatte stampare da Gorgonzola. Diversamente dai fratelli Legnano, attivi anche nel settore universitario, si era astenuto dal pubblicare libri di diritto, medicina, storia e scienze naturali, preferendo invece libri tali da essere stampati in modo rapido e smerciati facilmente.
Fonti e Bibl.: A. Ganda, Niccolò Gorgonzola editore e libraio in Milano. 1496-1536, Firenze 1988.