U2
Dall’Irlanda alla conquista del mondo musicale
Rock band irlandese nata nel 1976 a Dublino, tra le più importanti formazioni del rock degli ultimi decenni, gli U2 hanno raggiunto un successo commerciale senza pari riuscendo al contempo, attraverso mutamenti sostanziali dal punto di vista musicale, a mantenere una coerenza artistica e a farsi portatori di rilevanti iniziative sociali
Il gruppo degli U2 nacque alla fine del 1976 in ambito scolastico al Mount Temple high school di Dublino per iniziativa di Larry Mullen jr. (batteria): risultava formata da Bono Vox (nome d’arte di Paul Hewson, voce e chitarra,), The Edge (nome d’arte di David H. Evans, chitarra), Adam Clayton (basso). Della prima formazione, nota come Feedback, faceva parte anche il fratello di The Edge, Dik Evans, che abbandonò il gruppo sul finire del 1977 per i Virgin Prunes. Nel 1978, dopo avere cambiato ulteriormente il nome in The Hype e poi in U2, il gruppo ottenne un’audizione alla cbs Sony. Sotto contratto con la Island Records, diedero alle stampe nel 1980 il primo album, Boy, che racchiude molti dei luoghi musicali che avrebbero caratterizzato il suono della band.
Il suono cristallino e ricco di armonici della chitarra di The Edge, le atmosfere cariche di pathos dei testi di Bono, intrisi di spiritualità cristiana e di istanze politiche libertarie, contribuirono a differenziare la proposta degli U2 nell’ambito del filone new wave.
La conferma di una buona reputazione a livello internazionale arrivò dal secondo lavoro nel 1981, October, ma fu solo con War, del 1983, il più apertamente politico dei lavori degli U2, che Bono e compagni conquistarono definitivamente il mercato discografico mondiale.
Con War si chiuse l’era della stretta militanza e il gruppo sentì il bisogno di una prima sterzata artistica. Il passaggio a una fase più adulta e meditata avvenne nel 1984 con The unforgettable fire, la cui produzione fu affidata a Brian Eno e a Daniel Lanois. Dalla metà degli anni Ottanta, sulla scorta di un enorme successo di vendite, gli U2 guadagnarono platee mondiali e si esibirono nelle più importanti arene rock.
La propensione all’eclettismo venne confermata nel 1987 con l’album The Joshua tree, dove si respirano suggestioni bibliche e moderni scenari catastrofici. With or without you e I still haven’t found what I’m looking for raggiunsero per la prima volta il primo posto nella classifica statunitense dei singoli. E non è un caso che all’America guardarono gli U2, che con l’album-documentario Rattle and hum nel 1988 reinterpretarono la tradizione americana in chiave new wave servendosi della collaborazione di B. B. (Riley B.) King e di Bob Dylan.
Archiviata la parentesi americana, gli U2 affrontarono gli anni Novanta cambiando ulteriormente direzione e spiazzando i fan in più di un’occasione. Alla fine del 1991 uscì Achtung baby, prodotto ancora una volta da Eno e Lanois, dove il gruppo faceva un massiccio uso dell’elettronica e di beat sintetici. A supporto dell’album vi fu una tournée grandiosa e visionaria, lo Zoo TV tour, dove le tecnologie (videoinstallazioni, effetti speciali) furono parte dominante dello spettacolo: la caduta del Muro di Berlino e la prima guerra del Golfo, ma anche gli aspetti più criticabili delle mode culturali ispirarono l’impianto scenico scelto dal gruppo. Nel 1993 l’album Zooropa ribadì l’approccio futuribile del precedente lavoro.
Un approccio dance ha invece caratterizzato nel 1997 parte del nuovo album Pop e il relativo singolo Discotheque, con sonorità techno rock, che sono stati lanciati da una faraonica serie di concerti, il PopMart tour.
A cavallo tra il 1999 e il 2000 Bono ha accentuato il suo impegno politico partecipando alla campagna per l’azzeramento del debito dei paesi del Terzo Mondo, ed è stato ricevuto da papa Giovanni Paolo II e al summit del G8 in Germania.
Nel 2000 gli U2, riunito ancora una volta il team produttivo di Eno e Lanois, hanno pubblicato All that you can’t leave behind, che ha segnato un ritorno al passato rock della band con chitarre in maggiore evidenza. Nel 2004 l’album How to dismantle an atomic bomb ha confermato la direzione del precedente lavoro e ha riproposto il gruppo alle prese con un robusto rock guitar oriented, allineato alle sonorità degli esordi.