U
- Diciannovesima lettera dell'alfabeto italiano. U, V, W, Y derivano dalla stessa lettera dell'alfabeto fenicio, e la U in special modo è solo una variante della V che si trova nelle iscrizioni latine già nella seconda metà del sec. II d. C. La forma arrotondata e la forma angolosa erano usate a indicare indistintamente il suono vocalico e quello consonantico; la preferenza per l'una o per l'altra forma era solo quistione di stile calligrafico; nel tardo Medioevo si va diffondendo l'uso di adoperare la forma angolosa in principio di parola e la rotonda nel mezzo o in fine; e gli stampatori seguono più o meno coerentemente quest'uso.
Si deve a G. G. Trissino la proposta di adoperare u per la vocale e v per la consonante; e fu una delle poche riforme ortografiche da lui proposte che ebbero buon successo.
La lettera che corrisponde all'u in greco è la υ, che però ben presto Ioni e Attici pronunziarono nello stesso modo come in francese venne pronunziata la u latina; suono simile, ma non uguale, da un lato all'ü lombarda e dall'altro alla ü tedesca; per indicare il suono che si dà a questa lettera in italiano, i Greci usarono il digramma oυ, e i Francesi l'imitarono, scrivendolo ou. In italiano la u dinnanzi alle altre vocali e dopo a ed e ha funzione di semivocale formando dittongo e assumendo il suono che in inglese è indicato da w.