UADAĪ (fr. Ouadaï; A. T., 109-110-111)
Ī Regione del Sudan centrale, dipendente dall'Africa Equatoriale Francese, compresa tra il 12° e il 19° di lat. N., e il 17° e 20° di long. E. Ha una superficie di circa 245.000 kmq. Appartiene alla zona cristallina che separa il bacino dello Sciari da quello del Nilo, costituita da terreni primitivi e da graniti, interessati da piegamenti antichi in direzione NO.-SE. Le pianure dell'Uadaī sono situate a circa 500 metri di altitudine; le sommità raggiungono i 1200 m. A sud i massicci sono isolati e parzialmente coperti da sedimentazioni recenti di origine lacustre o eolica; essi poi scompaiono del tutto sotto le argille del bacino dello Sciari; i sedimenti sabbiosi, più o meno spessi sono chiamati goz. A nord, i massicci si saldano tra loro e sono limitati da muraglie di quarzite e da arenarie rosse.
I fiumi dell'Uadaī settentrionale sono temporanei e non convogliano acqua che durante brevi periodi. Nel Massalit nascono alcuni grandi uidian che scorrono da nord a sud e che, riuniti sotto il nome di Bahr-Salamat, vanno a raggiungere lo Sciari. Ma la maggior parte degli uidian scorrono da est a ovest, il più importante, il Batha, convoglia acqua durante due o tre mesi, da luglio a settembre e sbocca nel Lago Fittri, che per la piena autunnale aumenta grandemente la sua superficie.
Le prime notizie sull'Uadaī ci vengono dalle esplorazioni di Nachtigal (1872) e di Matteucci e Massari (1880-81). L'Uadaī fu occupato dalla Francia nel 1909; la colonna francese del colonnello Moll vi fu massacrata nel 1910. L'anno seguente il colonnello Largeau pacificò il paese e stanziò una compagnia meharista ad Arada. La convenzione franco-inglese dell'8 settembre 1919, completata da quella del gennaio 1924, fissò il confine fra l'Uadaī e il Darfur, che fu delimitato dalla missione Grossard. L'Uadaī, come gli altri paesi confinanti col Sudan Anglo-Egiziano, fu, per secoli, devastato dalla caccia all'uomo, alla quale si abbandonarono i musulmani contro i pagani che essi chiamavano Kirdis e che raggiunse il massimo d'intensità alla fine del sec. XIX.
L'Uadaī è fortemente arabizzato e islamizzato; esso subisce l'influenza della Senussia e passa per molto fanatico; ma la vim resistenza che vi incontrarono i Francesi fu dovuta soprattutto a cause economiche, cioè agli ostacoli da essi frapposti alle razzie schiavistiche.
Le popolazioni dell'Uadaī sono di origine molto diversa. I Maba, i Tama, i Massalit, i Dadjo parlano una lingua sudanese. A queste popolazioni si sovrappongono gruppi arabi o arabizzati, i quali, pur non essendo i più numerosi, sono i più importanti per ricchezza e influenza. La popolazione, formata da uomini liberi e da schiavi, è calcolata a 265.000 ab.; la sua densità aumenta da nord a sud e da ovest a est.
L'Uadaī era uno stato militare con organizzazione feudale; attorno al sultano risiedevano grandi dignitarî con poteri territoriali. Esistono delle vere città, le cui case dai muri di terra battuta si alternano con le capanne rotonde dal tetto di paglia. La capitale, Abéché, sorge in una pianura limitata da piccole catene rocciose; il tata del sultano, sormontato da un torrione a tre piani, occupava il centro della città ed era circondato dalle abitazioni dei grandi dignitarî. Il quartiere commerciale, a nord-est, è abitato da Arabi del Fezzan e di Cufra, e da Djellaba. Il quartiere europeo sorge a est. Abéché contava 28.o00 ab. nel 1912, ma da quando fu concesso agli schiavi domestici di ritornare al loro paese d'origine, non ne conta più che 6000. Goz-Beïda ha 15.000 ab.
L'Uadaī appartiene alla zona saheliana; le piogge, soprattutto a nord, sono brevi e irregolari e la coltivazione è possibile solo nelle depressioni dove si accumula l'acqua. Le principali colture sono il miglio, il grano, qualche legume, e il tabacco. Le piantagioni di cotone, che gl'indigeni sanno tessere, sono piuttosto estese; ma la principale risorsa è l'allevamento dei cavalli (10.000), dei buoi (200.000) e dei montoni (250.000).
Bibl.: Service géographique de l'Armée, Croquis de l'Afrique 1 : 1.000.000, foglio Abéché; J. Ferrandi, Abéché, in l'Afrique française, 1912; H. Carbon, La région du Tchad et du Ouadaï, Parigi 1912; G. Bruel, La France équatoriale africaine, Parigi 1935.