Ubaldini, Ubaldino della Pila
Personaggio che Forese mostra a D., fra i compagni suoi di peccato (gola) e di pena, per fame a vòto usar li denti, nel sesto ripiano del Purgatorio (Pg XXIV 28-29). Appartenente al ramo della potente famiglia degli U. denominato dal castello della Pila in Val di Sieve, sul declivio nord-est di monte Senario; fratello del cardinale Ottaviano (lf X 120) e padre del tragico vicino del conte Ugolino, l'arcivescovo Ruggieri (If XXXII 125-134, XXXIII 1-18), fu " grande castellano e ridottato " (Anonimo) e influente capo ghibellino. Podestà più volte di Borgo San Lorenzo (1238, 1239, 1281), di Lucca nel 1265. Dopo la battaglia di Montaperti, nel 1260, fu a Empoli tra quelli che proposero di tòrre via Fiorenza (If X 92; Villani VI 81); è il primo nominato tra i consiglieri del consiglio generale di Firenze nell'atto col quale si designò un sindaco a trattar la lega col comune di Siena (Delizie, cit. in bibl., a. 1260). D'intesa con il fratello cardinale ospitò per più mesi, nell'estate del 1273, papa Gregorio X e tutta la sua corte. Il Sacchetti lo dipinse di umor bizzarro e gioviale (Nov. CCV); la nomea di goloso, raccolta da D., dové prolungarsi nel tempo, se Benvenuto rinarra divertito i quotidiani colloqui di lui, " prodigi ingenii ad omnia irritamenta gulae ", col suo cuoco e spenditore, asserendo che questi mai poté ordinare " tam varia " che egli non volesse aggiungervi ancora qualcosa. Forse non a torto E. Levi pensa che da tali discussioni sia uscita l'invenzione delle frittelle " Ubaldine " descritte con molte varianti nel Libro della cucina del secolo XIV " tra altre complicate e raffinate leccornie ".
Si segnalano qui di seguito alcuni dati biografici relativi a Ubaldino e al suo casato, tanto poco attendibili quanto spesso ricorrenti nell'esegesi. Egli sarebbe fratello di Ugolino d'Azzo: era, invece, fratello di Azzo, se l'Azzuccius non ancora quattordicenne del documento dell'11 luglio 1217 (cfr. P. Rajna, pp. 33-34 n.) è senza dubbi di sorta suo maggior fratello divenuto poi Azzo, come risulta altresì da un esplicito accenno delle Delizie (a. 1231, p. 208). Né il figlio di Azzo, Ugolino, nipote ex fratre di Ubaldino e detto in antico " da Senni ", è da confondere come pur avviene (dal Casini al Dictionary del Toynbee) con l'omonimo cugino in secondo grado, della generazione anteriore, menzionato col fratello Albizzo in atti del 1218, 1220 (diploma di Federico II), 1221, 1231 come f.q. Azzi, e nipote ex fratre di Ugolino padre di Ubaldino: un Ugolin d'Azzo senior, in cui si dovrebbe ravvisare, a parere del Rajna, il personaggio rimpianto da Guido del Duca (Pg XIV 105). Si fissa generalmente la morte di Ubaldino, nato nel 1207 circa, al 1291 (cfr. Testi fiorentini, p. 137), ma già in un atto testamentario del 1285 suo figlio, Ugolino da Feliccione, è indicato come q. dom. Ubaldini de Pila, e così in altro documento del 1289 (cfr. G. Boffito, pp. 155-159). Altri desume che egli fosse ancor vivo, nel 1291, da una notizia del Repetti secondo la quale, in quell'anno, egli " fu levato dalle carceri di Lucca... col nobile Bonaccorso da Ripafratta " dopo non breve prigionia; ma Tolomeo da Lucca, da cui il Repetti attinge inesattamente, riferisce la notizia a un Baldinus de Ubaldinis de Pilla... nepos Archiepiscopi Pisani e per ciò nipote di Ubaldino, avo suo ex filio Cavernello.
È presumibile che il poeta sapesse degli U. più e meglio dei suoi commentatori: non si dimentichi, tra l'altro, che il convegno di San Godenzo, a cui egli partecipò nel 1302, fu indetto per garantire quella famiglia dei danni che potessero venirle dalle operazioni di guerra contro Firenze.
Bibl. - Tolomeo da Lucca, Annales, in Rer. Ital. Script., XI, a. 1291 e 1287; Delizie degli eruditi toscani, a c. di Ildefonso di San Luigi, X IV, Firenze 1778; L.V. Savioli, Annali bolognesi, III, Bassano 1795; E. Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze 1841, IV 262, 769; Il libro della cucina del sec. XIV, a c. di F. Zambrini, in Scelta di curiosità letterarie, Bologna 1863, 36; P. Rajna, L'iscrizione degli Ubaldini e il suo autore, in " Arch. Stor. It. " s. 5, XXXI (1903); G. Boffito, Carlo d'Angiò e Ubaldino della Pila, in " Giorn. d. " XIII (1905); F. Torraca, La storia nella D.C., in Studi danteschi, Napoli 1912, 89; E. Levi, Piccarda e Gentucca, Bologna 1921, 76-78; Testi fiorentini del Dugento e dei primi del Trecento, a c. di A. Schiaffini, Firenze 1926.