BARBIERI, Ubaldo
Nacque a Modena il 2 giugno 1874 e, compiuti gli studi secondari, entrò nell'Accademia d'artiglieria e genio, uscendovi nel 1897 col grado di tenente del genio. Ma dopo qualche anno egli abbandonò la carriera militare per dedicarsi agli studi. Nel 1900 conseguì la laurea in matematica nell'università di Roma e nel 1901 fu nominato assistente alla cattedra di geodesia e geometria pratica della scuola d'applicazione d'ingegneria di Roma, allora occupata da V. Reina. Nel 1907, vinto il concorso di geodesia teoretica nell'università di Genova, si trasferì in questa città e vi rimase per tutta la vita. Dal 1920 fu membro della commissione geodetica italiana e dal 1935 socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei. Da quest'anno le sue condizioni di salute cominciarono a farsi precarie: un tremito alle mani andò via via crescendo, impedendogli ogni attività didattica e scientifica. Dopo anni di sofferenze, il B. morì a Genova il 12 apr. 1945.
L'attività scientifica del B. cominciò nel 1902 con lavori di geometria differenziale classica, relativi a problemi di rappresentazione di superficie, ispirati ai metodi di V. Reina, e che avevano qualche attinenza con la geodesia. Si occupò quindi di questioni relative alla teoria fisico-matematica della figura della terra; eseguì ricerche sperimentali comprendenti livellazioni geometriche e trigonometriche; fece determinazioni del coefficiente di rifrazione terrestre e della sua variabilità. I suoi interessi si spostavano così dalla ricerca teorica al lavoro sperimentale e dal 1907 la sua attività scientifica si rivolse quasi esclusivamente allo studio delle deviazioni locali della gravità. Dal 1908 al 1930 condusse ricerche metodiche sulle anomalie della verticale lungo la regione italiana prossima al meridiano di Mondovì, con lo scopo di estendere e perfezionare i rilevamenti effettuati tra il 1760 e il 1774 da G. B. Beccaria. Le sue note, quasi tutte pubblicate nei Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, riferiscono sulla determinazione di latitudine, longitudine, azimut, eseguite nei vertici del io ordine della rete italiana della zona. I risultati di queste ricerche furono compendiati nella memoria Stazioni astronomo-geodetiche di latitudine, azimut e longitudine, compiute lungo il meridiano di Mondovì (Roma 1935). Da questi studi risulta che i piani delle deviazioni locali nei diversi vertici convergono verso una zona situata immediatamente a nord-ovest di Alessandria, dove le anomalie negative della gravità raggiungono il loro massimo valore numerico. Il B. metteva così per primo in evidenza che una grande deficienza di materia esiste nella crosta terrestre dell'indicata zona alessandrina, ma certe conseguenze da lui tratte da questa osservazione furono molto criticate.
Il B. scrisse una trentina di memorie, tra le quali ricordiamo: Sulla rappresentazione in modo conforme-coniugato di una superficie su di un'altra,in Rend. d. Accad. dei Lincei classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XIII (1904), 10 sem., pp. 695-702; Sulla rappresentazione in modo conforme-coniugato di due superfici di rotazione l'una sull'altra, ibid.,20 sem., pp. 79-82; Di un confronto fra la espressione di Helmert e quella di Pizzetti, pel potenziale della gravità,in Atti d. R. accad. d. scienze di Torino, XLI (1905-1906), pp. 503-519; Determinazione astronomica di latitudine e azimut eseguita a Capo Noli nel 1911, in Rend. d. accad. dei Lincei,classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 6, III (1926), pp. 607-6 11; Collegamento geodetico del vertice di Andrate alla rete di 30 ordine dello Stato, ibid., V (1927), pp. 790-794; Topografia con elementi di geodesia (litogr.), Genova 1937.
Bibl.: G. Cassinis, Commemorazione del corrispondente U. B.,in Rend. d. Accad. dei Lincei,classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, 1 (1946), pp. 1222 S.; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwórterbuch für Mathematik..., V, p.58; VI, p. 123.