UBERTAS
Alle personificazioni dell'abbondanza, Copia (Hor., Carm. saec., 69 s.) e Abundantia (comparsa per la prima volta sulle monete di Eliogabalo) si associa, sotto Decio, Ubertas (spesso uberitas). Oltre alla cornucopia, tiene in mano il caratteristico attributo della mammella di mucca, che ne accentua la differenza dalle precedenti figurazioni dell'Abbondanza, tanto più che esse appaiono accoppiate sulle monete di alcuni imperatori. Abundantia Augusti, rappresentata di consueto come una figura in atto di vuotare la cornucopia, ha un valore generale, esprime il benessere materiale di ognuno, mentre U. riflette l'abbondanza dovuta alla fertilità del suolo, la εὐκαρπία dei Greci.
Così, per esempio, Salonina, consorte di Gallieno, si fece rappresentare sulle monete accanto a U., sotto le sembianze di Cerere Augusta; dall'immagine rappresentata sembrerebbe che ella intendesse risuscitare il culto antichissimo della dea segetia. Aggiungiamo che tanto lei quanto il consorte erano iniziati ai misteri eleusini.
L'U. di Treboniano è addossata ad una colonna, in atteggiamento simile a quello di Securitas, per manifestare la sicurezza dovuta alla fertilità della terra. Il sovrano britannico Carausio fa rappresentare l'abbondanza da una mucca munta - forse dalla stessa U. - il cui latte è uno dei nutrimenti fondamentali del suo regno insulare. L'iscrizione renovat(a Roma), aggiunta ad alcune di queste immagini, rivela quali grandi speranze egli ricollegasse ad Ubertas.
I concetti similari di Abundantia e U non erano in pratica sempre nettamente distinti; lo dimostra l'iscrizione su alcune monete di Costantino I con la rappresentazione dell'Aequitas ubertas saeculi: U. indica in questo caso, Abundantia, il benessere inesauribile raggiunto attraverso il consolidamento della valuta imperiale.
Bibl.: G. Wissowa, Rel. u. Kult. der Römer, Monaco 1912, II, p. 333.