ALBIZZI, Ubertini
Nato probabilmente a Firenze, verso il1360, da Bartolomeo, della nobile famiglia fiorentina, fattosi domenicano in una data incerta, fu mandato a studiare in Inghilterra (1386). Lettore delle sentenze pro forma dal 1389 a S. Maria Novella in Firenze, e, dal 1390 anche borsario, nel 1391 venne eletto priore dello stesso convento, ma, per motivi che ci sfuggono, conservò poco tempo la carica. Dal 1396 vicario generale del vescovo di Fiesole, Iacopo Altoviti, anch'egli domenicano, poi alla fine del 1397 maestro in teologia, veniva eletto nuovamente, nell'agosto 1399, priore di S. Maria Novella, rimanendo in carica fin verso il dicembre 1401. Chiamato poco dopo a Roma dal maestro generale fra' Tommaso Paccaroni da Fermo, vi tenne la carica di procuratore generale dell'Ordine, interessandosi, tra l'altro, nella Curia romana, di un negoziato di grande importanza, l'approvazione cioè della Regola del Terzo Ordine Domenicano, dovendo a tale scopo tenacemente impegnarsi dal 1402 al 1405 per superare la larvata ostilità e le difficoltà burocratiche della Curia.
Dal gennaio 1406 di nuovo priore del convento di S. Maria Novella, confermato anche per il biennio successivo fino al 1409, partecipò in quello stesso anno al concilio di Pisa, ma non ci risulta che posizione vi abbia tenuto. Fu poi bibliotecario del convento negli anni 1413 e 1415 e ancora priore dal 1416 al 1418.
Raccomandato (già fin dal 1418) al pontefice dalla Signoria di Firenze (nè vi era estranea l'influenza di Rinaldo degli Albizzi, suo parente), e di nuovo nel 1425, l'A., che era stato di nuovo eletto procuratore generale dei domenicani (ì44) e presso il vescovo di Fiesole, Benozzo Federighi, aveva avuto la carica di vicario generale, fu da Martino V creato vescovo di Pistoia (8 giugno 1426), ove fece il suo solenne ingresso il 14 luglio.
Non molto sappiamo della sua attività episcopale, di cui ci risultano soltanto lavori edilizi fatti alla cattedrale e la riforma delle costituzioni che regolavano la collegiata di Prato. Morì prima del 1435, poiché non possono essere ritenute del tutto sicure le date del 1430 e del 1434 che si trovano nel Necrologio di S. Maria Novella e negli storici pistoiesi.
Di notevole dottrina filosofica e teologica, si ricordano di lui Commentaria in duodecim libros Metaphisicae Aristotelis,ritrovati in un nis. della Biblioteca nazionale di Firenze (Conv. Sopp.E. 4, 22); Quaestiones theologicae et in Magistrum Sententiarum,ed infine il Tractatus contra schisma.
Fonti e Bibl.: Tralasciando più antichi lavori con dati spesso incerti o discutibili, ci riferiamo molo al recentissimo e documentato profilo biografico che si trova in S. Orlandi, "Necrologio" di S. Maria Novella,Firenze 1955, I, pp. 153-154 n. 614; 11, pp. 173-187; si veda anche l'Indice, sub voce.