Scarpelli, Uberto
Filosofo italiano del diritto e della morale (Vicenza 1924 - Milano 1993). Fu prof. nelle univv. di Perugia, Pavia, Torino e Milano. Allievo di Bobbio, dopo una prima fase dedicata ai temi esistenzialistici, aderì alla filosofia analitica, utilizzandone i metodi nell’analisi delle principali nozioni della scienza giuridica. Di particolare rilievo, a questo proposito, sono i suoi contributi sulla natura delle norme giuridiche (caratterizzate come proposizioni prescrittive contrapposte alle proposizioni descrittive) e le sue ricerche sulla dottrina generale della definizione, con cui ha distinto, in ambito giuridico, concetti fattuali, qualitativi e metalinguistici. Sono da ricordare inoltre i suoi studi sul positivismo giuridico, che lo condussero a teorizzare una radicale distinzione tra fatto e valore anche in ambito etico: i valori sono da considerarsi, per S., espressioni di preferenze razionalmente argomentabili sulla base delle scelte di ciascun uomo, ma il loro fondamento ultimo non può consistere nella verità (applicabile soltanto alle proposizioni descrittive), bensì soltanto in una decisione non ulteriormente giustificabile e pertanto priva di qualsiasi assolutezza. Tra le sue opere si segnalano: Esistenzialismo e marxismo (1949); Filosofia analitica e giurisprudenza (1953); Il problema della definizione e il concetto di diritto (1955); Contributo alla semantica del linguaggio normativo (1959, 2ª ed. 1985); Filosofia analitica, norme e valori (1962); Cos’è il positivismo giuridico (1965); L’etica senza verità (1982) e infine, sui temi bioetici, Alla ricerca dei principi (1987).