UC de Saint-Circ
Trovatore provenzale, fiorito nel secolo XIII: nativo di Tegra, un luogo del Caorsino, da famiglia indigente che aveva assunto il nome dal villaggio di Saint-Circ d'Alzau, presso Roc-Amadour. Dalla sua biografia, che sembra scritta da lui stesso, secondo lo schema ch'egli aveva ideato e che aveva applicato alla vita di altri trovatori (da Bernard de Ventadorn a quella di Bertran de Born), risulta ch'era "giullare", salito al grado di trovatore per la valentia della sua arte e per l'ospitalità dei suoi numerosi protettori: ma la sua stessa esistenza, girovaga e inquieta, rivela il carattere provvisorio di questo mecenatismo e la sua condizione precaria. Dal 1210, secondo la cronologia che si può ricavare dal suo canzoniere, U. è nelle corti della Linguadoca, da dove passa nelle terre limitrofe: fu in relazione con Savaric de Mauléon (dal 1211 al 1219), con Maria di Ventadorn, con Raimondo VII e Beatrice di Provenza. Le sue tenzoni con il Visconte di Gurenna serbano allusioni alla crociata albigese, quelle con il conte di Rodez si possono riferire agli anni 1214-1222; dal 1220 al 1253 si può seguire la sua traccia attraverso le corti italiane (Monferrato, Lunigiana, Verona, Padova) e probabilmente per le terre della Toscana e delle Marche: fu così in rapporto con Alberico ed Ezzelino da Romano, con Manfredi Lancia e perfino con Federico II; pare che in Italia abbia sposato una donna di Treviso.
Di U. ci sono pervenuti 44 componimenti, di cui 15 canzoni, una decina di tenzoni, una ventina fra sirventesi e coblas. La sua ispirazione obbedisce ai tradizionali moduli della lirica trovadorica, che in lui si ripresentano con chiarezza e con un senso più schietto della vicenda sentimentale, senza che però riesca a raggiungere una particolare personalità.
Ediz. e bibl.: A. Jeanroy e J.-J. Salverda de Grave, Poésies de U. de S.-C., Tolosa 1913 (nella Bibl. méridionale, XV); Stronski, Le lieu d'origine d'U. de S.-C., in Annales du Midi, XXV, p. 278 segg.; V. Crescini, U. de S.-C. a Treviso, in Studî medievali, n. s., II (1929), p. 26 segg.; per le "biografie" di U. vedasi: A. Jeanroy, Les biographies des troubadours, in Archivium Romanicum, I, 1917.