UCBALDO di Saint-Amand
Benedettino, scrittore e musico, nato verso l'840. Fece parte del monastero di Saint-Amand (diocesi di Tournai), e ricevette la sua multiforme preparazione letteraria in Auxerre sotto l'insigne maestro Eirico. Salito in fama di dotto, fu nell'899 chiamato nel chiostro di Sithiu; insieme con Remigio d'Auxerre diede opera nell'892 alla riabilitazione delle decadenti scuole di Reims. Morendo novantenne nel 930 (o, secondo altri cronisti, il 20 giugno 932), lasciò al chiostro di Saint-Amand i suoi libri tuttora superstiti, i quali rivelano l'orientamento della sua cultura verso l'antichità classica.
Oltre che nell'insegnamento, volle dar prova della sua dottrina in un bizzarro poema Ecloga de calvis (146 esam.), di peregrina ingegnosità per l'uso dell'allitterazione; anche in versi è il suo De diebus Aegyptiacis, imitato da un componimento dell'Anthologia latina. Scrisse la Vita Rictrudis, la santa abatessa di Marchiennes; una relazione sulla passione dei santi Quirico e Giulitta, dei quali aveva egli stesso recate reliquie a Saint-Amand; un'omelia o Vita S. Jonati, primo abate di Marchiennes, dove si distingue per certo senso critico. Importanza storica, per la parte almeno che si riferisce alle tradizioni sassoni antiche, ha la sua Vita S. Lebuini, primo missionario anglosassone. Il suo stile latino è assai più trasparente e letterario di quello che non si praticasse nell'agiografia contemporanea. Le sue dottrine musicali espose nel De harmonica institutione che gli è concordemente attribuito. Mentre gli altri scritti: Musica enchiriadis e Scholia enchiriadis sarebbero opera di un omonimo vissuto mezzo secolo dopo, a meno che le discrepanze di dottrina non debbano essere imputate al grande intervallo trascorso tra la prima e le due ultime scritture composte forse in un'epoca assai tarda della sua lunga vita. Così egli sarebbe l'inventore dei cosiddetti segni "Dasia" che designano gl'intervalli della melodia, e il precursore di Guido d'Arezzo nell'uso delle prime lettere dell'alfabeto latino come mezzo per fissare gl'intervalli della scala. Merito suo principale è di aver dato una base teoretica all'organum o diaphonia, donde doveva prender sviluppo la musica polifonica.
Ediz.: Ecloga, ed. P. Winterfeld, in Monum. Germaniae histor., Poetae Lat. aev. car., IV, 1899, pp. 261-72. Per le vite, in Migne, Patr. Lat., CXXXII, col. 830 segg.; Har. Inst., ibid., coll. 905-25.
Bibl.: Ch. de Coussemaker, Mémoire sur Hucbald, in Mém. d. la Soc. Roy du dép. du Nord, Parigi 1841; H. Müller, Hucbalds echte u. unechte Schriften über Musik, Monaco 1884; M. Manitius, Gesch. d. latein. Liter. des Mittelalters, I, Monaco 1911, pp. 588-94; II, 1923, p. 812; Riemann, handbuch der Musikgesch., I, Lipsia 1904, parte 2ª; L. van der Essen, in Revue d'histoire ecclésiastique, XIX (1023), pp. 333-51, 522-52.