uccellare
Verbo assai diffuso nella lingua antica a partire dal XIII secolo (R. Malispini, e poi D. Compagni, A. Pucci, ecc.), spesso associato al complementare ‛ cacciare ' (così in Ricordano, nel Crescenzi volgare, nel Decameron), in Boccaccio anche transitivo nel traslato per " beffare ".
Unica occorrenza in D. è (per l'intransitivo assoluto) quella celebre nel congedo della canzone Tre donne (Rime CIV 101), nel valore ben noto - confermato dal verso parallelo con replicazione del concetto - di " andare a caccia " di uccelli, generalmente per mezzo di uccelli da preda, come il falcone: Canzone, uccella con le bianche penne; / canzone, caccia con li neri veltri. Fuor di metafora (Barbi-Pernicone): " Guarda di prendere, di tirare a te, di procurarti il favore dei Bianchi (rimasti in Firenze); di far altrettanto coi Neri ". Per una diversa interpretazione di uccella proposta dal Pézard, v. UCCELLO.