UCCIALI
. - Corsaro ottomano, noto in Europa sotto i nomi di Ucciali, Occhiali, Lucciali, Eudj-Ali, Euldi-Ali, storpiature del nome ‛Ulūǵ ‛Alī "il rinnegato (cristiano) ‛Alī", detto anche il "Calabrese", perché originario della Calabria, pare di Castelli. Fu preso prigioniero dai corsari ottomani, diventò musulmano e si distinse nelle imprese marittime nella seconda metà del sec. XVI. Nell'Africa settentrionale pare fosse dapprima chiamato anché ‛Alī al-Faṛṭās "‛Alī il tignoso". Nel 1550-51 fu con Dorghūt all'assedio di al-Mahdiyyah e alla conquista di Tripoli, nel 1560 prese parte alla battaglia navale di Gerba, nel 1565 fu all'assedio di Malta, succedette a Dorghūt pascià nel governo di Tripoli. Andò poi al governo di Algeri e, accordatosi con la popolazione, occupò nel 1569 Tunisi e tentò inutilmente di prendere anche la fortezza della Goletta presidiata da Spagnoli e Italiani. Nel 1571 a Lepanto comandò l'ala sinistra della flotta ottomana e portò in salvo a Costantinopoli le navi superstiti dalla disfatta; fu allora molto onorato dal sultano Selīm II, chiamato Qïlïǵ (spada) ‛Alī e nominato qapūdān pascià della flotta ottomana, che guidò nel 1574 alla presa definitiva della Goletta e di Tunisi (ch'era stata ricuperata nel 1573 da Don Giovanni d'Austria). Morì ottantenne il 27 giugno 1587 a Costantinopoli. Gli si attribuisce un progetto per l'apertura del Canale di Suez. Costruì a Ṭōpkāneh (Costantinopoli) la bella moschea nota con il suo nome; aveva accumulato grandi ricchezze, che passarono al tesoro del sultano.
Bibl.: Defontin-Maxange, Alger avant la conquête. Eudj-Ali, corsaire barbaresque Beglier-Bey d'Afrique et Grand-Amiral, Parigi 1930 (e recensione di E. Rossi, in Oriente moderno, XI [1931], pp. 363-64); Fevzī Kurthoghlu, Kilic Ali PaŞa, Istanbul 1935.