UDINE (XXXIV, p. 602; App. I, p. 1075; II, ii, p. 1053)
La città si è ulteriormente sviluppata, nell'ultimo decennio, lungo le direttrici delle strade principali, specialmente verso settentrione, oltre Piazzale Osoppo, e verso Ovest, oltre il Piazzale XXVI Luglio. Nel 1951 la popolazione residente aveva raggiunto i 65.199 ab., segnando pertanto un aumento del 19% rispetto al precedente censimento del 1936. È però considerevolmente aumentato il numero dei cittadini di origine diversa dalla friulana e si è notevolmente diffuso l'uso del dialetto veneto. Modesto è stato lo sviluppo industriale, per cui predomina ancora l'industria tessile, affiancata da alcune industrie metalmeccaniche ed alimentari. Il comune di U. ha risentito dello sviluppo urbano, passando dai 63.098 ab. del 1936 ai 72.908 del 1951, con una densità di 1.284 ab. per km2. Al censimento del 15 ottobre 1961 la popolazione residente era di 85.205 ab. (densità 1.521).
La provincia di Udine. - Costituisce oggi la più vasta zona di depressione economica dell'Italia settentrionale. Lo sviluppo produttivo è stato negli ultimi anni molto lento e, comunque, inferiore a quello medio nazionale. Ripercussioni negative hanno avuto sull'economia friulana molte delle agevolazioni concesse alle due vicine province giuliane, ma molto si attende la provincia dall'istituzione dell'ente regione Friuli-Venezia Giulia. Si prospetta, però, per assicurare un maggior equilibrio interprovinciale alla futura regione autonoma, il distacco della zona a destra del Tagliamento, che dovrebbe costituire una nuova provincia, con capoluogo Pordenone. La popolazione presenta una densità molto inferiore alla media nazionale.
Si sono andate accentuando le differenze fra le varie zone morfologiche, per cui si passa da una densità montana di appena 40 ab., ad una densità di 186 nella zona di pianura. Tra il 1936 e il 1951 la popolazione è aumentata del 10,2%, ma il ritmo di accrescimento si è notevolmente ridotto nel periodo postbellico, con la ripresa su larga scala delle emigrazioni permanenti e temporanee e si è accentuato nell'ultimo decennio. La natalità è discesa dal 19,3‰ del 1947 al 12,6‰ del 1957 e l'incremento naturale nel periodo 1954-57 è stato in media di appena il 2,8‰. Al censimento del 15 ottobre 1961 la popolazione residente era di 769.046 ab. L'occupazione agricola continua a ridursi di anno in anno (54,2% nel 1936, ma solo il 39,7% nel 1951), senza però trovare un corrispondente assorbimento nelle industrie (17,3% nel cens. ind. 1951).
Nel 1957 la superficie produttiva costituiva l'82,4% del territorio, ma era rappresentata prevalentemente da colture foraggere permanenti (30,2%), che sono in leggero aumento, a scapito delle colture erbacee avvicendate (28,5%). Sono stazionarî i boschi (17,5%), mentre segnano qualche progresso le colture legnose (1,7%). Proseguono le opere di bonifica nel comprensorio della Bassa Friulana e le sistemazioni irrigue nell'alta pianura, ad opera dei consorzî Ledra-Tagliamento e Cellina-Meduna. Nel settore forestale va soprattutto registrato lo sviluppo in pianura della pioppicoltura. Il patrimonio zootecnico bovino è stato notevolmente migliorato con la selezione della razza "pezzata-rossa friulana" nella pianura, e della "bruno-alpina" in montagna. È proseguito il regresso degli allevamenti ovino e caprino, mentre l'allevamento del baco da seta è stato colpito da una grave crisi per la scarsa remuneratività del prodotto. Grande incremento ha avuto la produzione idroelettrica (1,3 miliardi di kWh nel 1958) con il compimento di nuovi importanti impianti che sfruttano le acque dei fiumi Cellina, Meduna e medio Tagliamento. Sono stati costituiti i laghi serbatoi di Barcis, in Val Cellina, e di Ponte Racli, in Val Meduna. Nel 1957 è stata inaugurata la grande centrale di Somplago, sul lago di Cavazzo, che a lavori finiti avrà una potenza di 300.000 kWh. Nel settore industriale grande sviluppo ha avuto il distretto di Pordenone, in cui si sono affermati alcuni importanti stabilimenti meccanici. La rete delle comunicazioni sta per essere sensibilmente migliorata con il potenziamento della ferrovia pontebbana, l'elettrificazione della linea Udine-Mestre ed il completamento della linea Udine-Portogruaro e, soprattutto, con l'inizio dei lavori dell'autostrada Venezia-Mestre, con diramazione Palmanova-Udine.
Bibl.: R. Bertoli, Possibilità di sviluppo industriale nella Provincia di Udine, Udine 1959; Camera di Commercio, Industria ed Agricoltura di Udine, La struttura economica della provincia di Udine, in Sintesi Economica, fasc. n. 6, giugno 1949; O. Fabris, Aspetti economici dell'agricoltura friulana, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Udine, Udine 1957; G. Ferrari, L'aspetto economico della provincia di Udine. Industrie e commerci, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Udine, ivi 1956; P. Mattioni, Il reddito nella provincia di Udine, a cura dell'Amministrazione provinciale di Udine, ivi 1956; Servizio di Studî Economici "A. de Pietri-Tonelli", La depressione produttiva della provincia di Udine, Venezia 1959; id., Il problema della costituzione di una provincia a Pordenone, in Ricerche Economiche, X (1956), n. 4.