ufficio
A partire dai secc. 12°-13° i poteri che facevano capo a re, principi e comuni moltiplicarono e specializzarono le funzioni esercitate nei propri territori in materia amministrativa, fiscale, giudiziaria e militare affidandole a persone ricompensate che le fonti chiamano ufficiali (o officiali). Negli Stati territoriali italiani della prima Età moderna i detentori dei vari u. furono di solito cittadini della città dominante, più raramente residenti locali considerati particolarmente affidabili. Il loro reclutamento avveniva sulla base delle capacità, della formazione, ma soprattutto della possibilità di anticipare somme di danaro al sovrano o al governo ottenendo in cambio di poter acquisire le entrate derivanti dalla carica (per es. le imposte indirette). La moltiplicazione degli u., che anche nel resto d’Europa furono distribuiti sulla base di logiche legate alle clientele e alla disponibilità finanziaria (➔ ), ebbe come effetto quello di sottoporre la popolazione che non riusciva a inserirsi nel circuito funzionariale a una pressione economica e politica sempre più forte volta a disciplinarne le forme di vita.