BASSI, Ugo
Nacque a Cento (Bologna) il 12 agosto 1801. Ebbe al battesimo il nome di Giuseppe, ch'egli verso il 1835 mutò in quello di Ugo. Studiò retorica presso i barnabiti di S. Lucia in Bologna. L'11 novembre del 1819 fu accettato nella loro congregazione a Roma; il 24 ottobre 1821 pronunziò i voti. A Roma studiò filosofia e teologia, e nel 1824 fu mandato a insegnare retorica nel collegio di S. Maria di Caravaggio in Napoli, dove fu ordinato sacerdote e rimase fino al 1828. Poi si diede alla predicazione, passando da Napoli a Vercelli, a Susa (1832), a Torino (1834); nel 1835 il suo quaresimale a S. Petronio in Bologna ottenne un successo straordinario, spiegabile soprattutto per il sentimento caldo che l'animava e per le idee liberali che il B. introduceva assai spesso nelle sue prediche. Ciò dispiacque alle autorità ecclesiastiche; ma il bene che la parola del giovane oratore in molti operava era innegabile, e lo stesso Gregorio XVI, ricevutolo in udienza privata, lo trattò assai benevolmente. Quando Pio IX si pose sulla via delle riforme costituzionali, non ebbe più fervido e sincero elogiatore del B. Si trovava questi ad Ancona nell'aprile 1848 a predicare il quaresimale, quando passarono le truppe pontificie comandate dal generale Durando: il B. si unì ad esse in qualità di cappellano, e partì munito della benedizione di Pio IX. Sciolte quelle truppe, il B. seguitò ancora il Durando; ma ferito il 12 maggio a Treviso, fu trasportato a Venezia. Intanto a Roma, per tale condotta contraria ai voleri del papa, i superiori del B. ottennero per lui un breve di secolarizzazione (29 luglio 1848), che però non gli fu comunicato. Da Venezia, il B. s'avviò a Ravenna e di là a Roma, ove s'unì con l'esercito repubblicano. Saputo però nel marzo 1849 che si trovava a Rieti Garibaldi, lo raggiunse e ne fu nominato cappellano e aiutante. Ritornato con Garibaldi per difendere Roma assediata dai Francesi, fu fatto prigioniero e poi liberato. Alla caduta della Repubblica romana, il B. riparò con Garibaldi a San Marino e di là, insieme con quei trecento che volevano seguire il generale a Venezia, s'imbarcò a Cesenatico. Appena sceso a Comacchio, insieme col capitano Livraghi, il 4 agosto fu catturato dagli austriaci, e il 7 tradotto a Bologna. Il giorno dopo i due prigionieri, in seguito a un giudizio sommario, furono fucilati sotto i portici della Certosa, al luogo detto il Meloncello. Prima di morire il B. si confessò e fece verbalmente aperta ritrattazione di quanto avesse detto o fatto contro la pietà e la religione. La pubblicazione della ritrattazione fu impedita dal generale Gorzkowski; rimangono però i documenti originali, testé pubblicati, da cui risulta che l'autorità ecclesiastica non firmò la sentenza di morte per il B. e che anzi la protesta elevata tre giorni innanzi dal vicario generale per la violazione del foro ecclesiastico non era stata presa in considerazione. Il B. fu anche poeta e scrisse poemi, liriche, sonetti di non grande valore.
Bibl.: L. Gualtieri, Memorie storiche di U. B., Bologna 1862; F. Venosta, U. B., Milano 1875; E. Montazio, U. B., Torino 1862; E. Carrington, U. B., in The British Quarterly Review, CXLV (1881); D. Facchini, Biografia di U. B., Bologna 1890; A. Neri, U. B. a Genova, Genova 1880; G. Romano, U. B. e la questione dei cappellani militari all'assedio di Venezia, Messina 1897; V. Labate, U. B. in Sicilia, Palermo 1900; O. Premoli, la morte edificante del P. U. B., in Il devoto del S. Cuore, 1914; G. Boffito, U. B., in Atti dell'Accademia Pontaniana, XLVI (1917).