BETTI, Ugo
Poeta, nato a Camerino il 4 febbraio 1892. Laureato in legge, volontario di guerra, fu per alcuni anni pretore a Parma; dal 1930 è giudice al tribunale di Roma. Ha collaborato e collabora a numerosi giornali e riviste.
Fin dal suo primo volume di liriche (Il re pensieroso, Milano 1922) c'è nel B. la tendenza ad. assumere le vicende e le passioni dell'umile vita quotidiana - per la quale egli sente un pungente interesse, che va da un bisogno di giustizia sociale e di rigenerazione morale, a una tenerezza sensuale e a un vagheggiamento quasi infantile - in un'atmosfera di sogno, di mitico distacco; come c'è la tendenza a una poesia che canti, ma insieme discorra, commuova. Forti sono però nel Re pensieroso ancora le scorie simbolistiche e crepuscolari, che conducono al mero fiabesco, alla sciatta discorsività; insistente il ricordo del Maeterlinck, o meglio di un D'Annunzio e di un Pascoli contaminati con il Maeterlinck. Ma via via, attraverso i racconti di Caino (Milano 1928) e i drammi La padrona (1926; in vol., Torino 1929) e La casa sull'acqua (1929; in vol., Roma 1936), che concedendo sin troppo a quell'interesse realistico e sensuale, giovano nondimeno a temperare l'opposto eccesso del fiabesco; e attraverso le nuove poesie di Canzonette-La morte (Milano 1932) e i nuovi racconti di Le case (ivi 1933), che, movendosi in un ambito già più lirico che descrittivo o narrativo, aspirano alla conciliazione tra elementi fiabeschi e realistici; ecco che il B., nelle liriche di Uomo e donna (ivi 1937) perviene - pur fra molte incertezze e pericoli d'intellettualismo - a una felice sintesi lirica dei suoi contrastanti motivi. Ivi, nei momenti migliori, è una rappresentazione trepida, favolosa, ma pur di nitido, concreto disegno, di sensazioni, di stati d'animo, di cose e paesaggi; sono un verso e un linguaggio che, per entro la rarefazione e suggestività musicale care al decadentismo, mirano laboriosamente a restaurate gli esempî e i valori della tradizione classica. In questo senso la poesia del B. si può considerare rappresentativa del travaglio della lirica italiana contemporanea.
Altre opere: L'isola meravigliosa, dramma-balletto (1930); Un albergo sul porto, dramma (1934); Frana allo Scalo Nord, dramma (1935); Una bella giornata di settembre, commedia (1937)
Bibl.: A. Bocelli, in Nuova Antologia, 16 luglio 1932 e 1° agosto 1933; A. Momigliano, in Pégaso, ottobre 1932; id., St. della lett. it., Messina-Milano 1936, p. 690 seg.; S. d'Amico, Il teatro it., Milano-Roma 1932, p. 272 seg.; G. Bellonci, in Il giornale d'Italia, 25 luglio 1933; F. Vegliani, Saggio su U. B., Fiume 1973; E. De Michelis, La poesia di U. B., in Civiltà moderna, IX (1937), nn. 4-5, p. 281 segg. (con bibl.).