Betti, Ugo
Drammaturgo, poeta e sceneggiatore, nato a Camerino il 4 febbraio 1892 e morto a Roma il 9 giugno 1953. Autore di oltre trenta lavori drammatici, all'attività teatrale affiancò l'opera di sceneggiatore, avvicinandosi al cinema nel 1939, grazie alla vittoria conseguita in un concorso per un soggetto cinematografico bandito sulla rivista "Cinema". Tale attività, seppure limitata a poche collaborazioni, presenta una cifra rigorosa nella scrittura sia dei film di propaganda bellica sia delle sceneggiature incentrate su situazioni intimiste. Al ritorno dalla Prima guerra mondiale, a cui partecipò come volontario e durante la quale scrisse le sue prime poesie, si laureò in giurisprudenza nel 1914, divenendo in seguito magistrato. Prima pretore a Parma e quindi a Roma alla Biblioteca del Ministero di Grazia e giustizia, si poté dedicare al suo lavoro di drammaturgo a partire dal 1927. Con una scrittura evocante atmosfere rarefatte e interessata alla simbologia dei contenuti e allo scavo psicologico, compose opere drammatiche da cui emergono le contraddizioni della società contemporanea, oltre che un'ansia profonda di giustizia e un desiderio di verità. Proprio su queste linee portanti scrisse la sua opera più nota, Corruzione al Palazzo di Giustizia (1944, rappresentata nel 1949), in cui un'inchiesta contro alcuni giudici fascisti finisce per coinvolgere l'intera società e il maggiore colpevole, dopo la sentenza di assoluzione, diviene reo confesso per una insorta volontà di espiazione. Nel 1975 l'opera fu portata sullo schermo da Marcello Aliprandi. I film ai quali diede il suo contributo dal 1941 al 1946 sono conosciuti e apprezzati soprattutto da un pubblico di cinefili, anche perché i registi con i quali collaborò fanno parte a pieno titolo della storia del cinema italiano, da Guido Salvini con L'orizzonte dipinto (1941), film del debutto di Valentina Cortese, sino a Un giorno nella vita (1946) di Alessandro Blasetti. Il film più importante per l'epoca al quale B. partecipò, fu Bengasi (1942) di Augusto Genina, che ottenne la coppa Mussolini per il miglior film italiano alla Mostra del cinema di Venezia. Nello stesso anno, insieme ‒ fra gli altri ‒ a Michelangelo Antonioni, sceneggiò l'opera di propaganda bellica Un pilota ritorna, diretta da Roberto Rossellini, e collaborò con Federico Fellini, Gianni Puccini, Cesare Zavattini e molti altri alla sceneggiatura di Quarta pagina diretto da Nicola Manzari, curiosa storia in cui un impiegato di banca sparisce con un'ingente somma di danaro. Nel 1943 fu tratto da una sua commedia, dal titolo omonimo, I nostri sogni, esordio nella regia di Vittorio Cottafavi, mentre nel 1946, insieme a Tullio Pinelli, B. scrisse Adultera per Duilio Coletti. Il film, interpretato da Clara Calamai e Roldano Lupi, racconta di un'ambiziosa contadina che, abbandonato il fidanzato per sposare un anziano possidente, in seguito tradisce il marito con l'ex fidanzato. Una storia sentimentale a tinte forti in accordo con il perbenismo dell'epoca e con il filone melodrammatico in voga in quegli anni.