UGO Capeto, re di Francia
Dà il nome all'importante famiglia feudale che con lui giunse a conquistare stabilmente il regno di Francia e a conservarlo per molti secoli (v. capetingi). Nel 956 successe al padre, Ugo il Grande, come conte di Parigi e duca dei Franchi. Minorenne, per diversi anni visse sotto la guida della madre Edvige, sorella dell'imperatore Ottone I, e dello zio materno, Brunone, arcivescovo di Colonia, il quale si sforzò di mantenere sempre buoni rapporti fra lui e l'altro suo nipote, Lotario re di Francia. Dopo la morte di Brunone (965) U. prevale a corte, ascoltato ministro del re Lotario. Trova appoggio e consiglio in Arnolfo, vescovo di Orléans, col quale si concilia l'elemento ecclesiastico; sposando Adelaide, figlia di Guglielmo d'Aquitania (970), si procura amicizie nel centro e nel sud di Francia. I tentativi del re di sviluppare una politica propria non tardano a provocare lo scoppio delle ostilità fra re e ministro, e le riconciliazioni tentate non sono sincere e durature. Sfruttano la situazione Adalberone arcivescovo di Reims e il suo segretario Gerberto d'Aurillac, partigiani degli Ottoni, e irritati che re Lotario facesse in Germania politica antiottoniana, d'accordo con Enrico di Baviera, pretendente al trono. Lotario allora diresse i suoi colpi contro Adalberone, ma fu paralizzato nella sua azione dall'energico atteggiamento di U. La morte di Lotario nel 986, e di suo figlio Ludovico nel 987, diede finalmente ad Adalberone il modo di portare l'amico e protettore U. al trono, nella dieta di Senlis, convincendo i feudatarî ad eliminare Carlo, duca della bassa Lorena, fratello di re Lotario e ultimo dei Carolingi. U. fu eletto re a Noyon il 10 giugno 987 e incoronato a Reims il 3 luglio; nel dicembre fece proclamare re anche il figlio Roberto, per assicurare l'ereditarietà e l'avvenire della dinastia. I primi anni del regno furono occupati a lottare contro il rivale Carlo di Lorena: non le armi decisero della lotta, ma il tradimento. U. assicurò poi alla famiglia l'appoggio e il riconoscimento dell'impero tedesco, abbandonando le pretese sulla Lorena che gli ultimi Carolingi avevano cercato di salvare alla Francia. La scarsa capacità di U. apparve presto, quando Eude conte di Chartres si ribellò e s'impadronì di Melun, possesso di U. Il re ricorse al conte d'Angiò e al duca di Normandia, ma solo la morte del nemico salvò U. da una rovina definitiva. Episodio importante del regno di U. fu ancora la lotta contro Arnolfo arcivescovo di Reims, successore di Adalberone (morto nel 989); U. depose Arnolfo; minacciato dal papa Giovanni XV, si difese convocando a Chelles un sinodo di vescovi, che affermarono tendenze ostili al papato, di pretto sapore gallico (994). U. morì forse il 24 ottobre 996 e fu sepolto a Saint-Denis.
Non molto sappiamo di lui: fu uomo scaltro, ma di piccoli mezzi, non certo uomo d'armi e di energici atti, e solo la morte dei cugini Carolingi e l'abilità di Adalberone gli procurarono il trono. Attorno alla sua figura sorsero posteriormente molte leggende dirette a giustificare l'incoronazione, tra le altre quella ben nota ma di difficile spiegazione, che fosse figlio di un beccaio, raccolta anche da Dante (Purg., XX, v. 52). Il soprannome di Capeto era forse ereditario nella famiglia, e già doveva aver servito per indicare il padre del re, Ugo il Grande, detto Capet (Chapet) o perché avesse, come abate laico di S. Martino di Tours, la cappa di S. Martino, o perché, e questo è più probabile, venisse indicato dall'abito tipico che portava (cappa, cappatus, chapet), come Goffredo d'Angiò era detto Grisegonelle.
Bibl.: Oltre alle opere citate alla voce capetingi, vedi: L. Halphen e F. Lot, Recueil des actes de Lothaire et de Louis V (954-987), Parigi 1908; F. Lot, Les derniers Carolingiens. Lothaire, Louis V, Charles de Lorraine, 954-991, ivi 1891; L. Halphen, France, the last Carolingian and the accession of Hugh Capet (888-987), in The Cambridge Medieval history, III, Cambridge 1924, pp. 71-98, 587-88; G. Monod, Études sur l'histoire de Hugues Capet. Les sources, in Revue hist., XXVIII (1885); F. Lot, Études sur le règne de Hugues Capet et la fin du Xe siècle, Parigi 1903; J. Havet, Les couronnements des rois Hugues et Robert, in Rev. hist., XLV (1891); P. Viollet, La question de la légitimité à l'avénement de Hugues Capet, in Mémoires de l'Acad. des Inscr., XXXV (1892); M. Sepet, Gerbert et le changement de dynastie, in Rev. des quest. hist., VII (1869), e VIII (1870); J. Havet, intr. alla sua edizione delle Lettres de Gerbert, Parigi 1889. Per le relazioni con l'Impero e con la Germania, A. Heil, Die politischen Beziehungen zwischen Otto dem Grossen und Ludwig IV con Frankreich, 936-954, Berlino 1904; C. Schoene, Die politischen beziehungen zwischen deutschland und Frankreich in den Jahren 953-980, ivi 1910; R. Köpke-E. Dümmler, Kaiser Otto der Grosse, Lipsia 1876; K. Uhlirz, Jahrbücher des deutschen Reiches unter Otto II. und Otto III., I: Otto II., 873-988, ivi 1902; R. Wilmans, Jahrbücher des deutschen Reichs unter Otto III., Berlino 1840.