Poeta (n. 1093 circa - m. 1160 circa), uno dei più caratteristici rappresentanti della letteratura goliardica. U., che fu dai suoi amici e condiscepoli detto Primas, "primate", è un vagante che incontriamo a Beauvais, a Parigi, ad Amiens, a Roma, sempre pronto a cogliere e fissare nei suoi versi i momenti della sua e dell'altrui vita: gli amori, la tavola, l'odiata povertà, il gioco, la corruzione del clero, sono motivi che tornano insistenti nella sua opera, con grande varietà di metri e di ritmi (De non miscenda aqua vino; De vita mundi; Pontificum spuma; In cratere meo; Dives eram et dilectus, ecc.). Ebbe una notevole conoscenza degli autori classici. La sua fortuna fu larghissima, e molti dei suoi componimenti sono entrati nei Carmina burana.