MONDOLFO, Ugo Guido
– Nacque a Senigallia il 26 giugno 1875 da Vito e da Sigismonda Padovani in una famiglia di ebrei benestanti. Dopo il liceo, all’età di diciassette anni, si iscrisse all’Università di Firenze conseguendo nel 1896 la laurea in lettere.
Nel capoluogo toscano fu raggiunto dal fratello minore Rodolfo, con il quale condivideva interessi culturali e passione politica. Insieme frequentavano un gruppo di giovani socialisti, di cui facevano parte G. Salvemini, C. Battisti ed Ernesta Bittanti.
Nel 1895 il M. aderì al Partito socialista italiano (PSI) e nel 1896 fu per breve tempo redattore del settimanale socialista Il Domani prima di trasferirsi a Siena per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Collaboratore e, dal 1898, direttore del giornale La Riscossa, il M. divenne un esponente di spicco del movimento socialista senese dopo essere riuscito a portare sotto le insegne del PSI l’associazione provinciale operaia fondata dall'anarchico internazionalista L. Gabrielli. Nel 1898, in seguito alla proclamazione dello stato d’assedio, La Riscossa fu chiuso e il M., accusato di aver promosso una manifestazione sediziosa, venne processato dal tribunale militare, che lo assolse per insufficienza di prove. Nel 1899 conseguì la seconda laurea, in legge, ma decise di rinunciare all'avvocatura per dedicarsi all'insegnamento e alla ricerca storica.
Insegnante fuori ruolo di materie letterarie, nel gennaio 1901 fu chiamato al ginnasio Siotto Pintor di Cagliari, dove si dedicò allo studio del feudalesimo sardo. L’anno seguente fece ritorno a Siena per insegnare storia e geografia all’istituto tecnico e applicarsi alle ricerche sugli ordinamenti e sulla vita politica senesi nel XIII secolo. Nel 1901, insieme con G. Kirner e Salvemini, il M. promosse la costituzione della Federazione nazionale insegnanti scuola media, di cui divenne vicepresidente nel 1904 e presidente nel 1907.
In tale veste si oppose alle manovre della massoneria, che mirava ad assumere il controllo della federazione, rivelando nei confronti delle logge quell’avversione che lo indusse a proporre, già nel 1910, l'incompatibilità fra socialismo e massoneria, sancita quattro anni dopo dal XIV congresso del PSI.
Nel 1908 il M. si trasferì a Terni per insegnare nel locale istituto tecnico, e due anni dopo stabilì definitivamente la sua residenza a Milano. Nel capoluogo lombardo, pur continuando a insegnare al liceo Berchet, il M. fu sempre più preso dall’attività politica e dal dibattito interno al PSI. Ai congressi nazionali, nei quali intervenne come delegato della sezione di Senigallia, da lui fondata, si era sempre schierato sulle posizioni del riformismo turatiano. Al X congresso (Firenze, 19-22 sett. 1908) aderì al riformismo di sinistra di G.E. Modigliani, condividendone la convergenza con Salvemini per quanto riguardava la lotta per il suffragio universale, il rifiuto del riformismo «corporativo» e «ministerialista», la battaglia contro il protezionismo e l’attenzione alla questione meridionale. Tuttavia quando nel 1911 Salvemini decise di abbandonare il PSI il M. (come del resto Modigliani) non lo seguì, pur non facendogli mancare il proprio sostegno per alcune sue battaglie politiche e giornalistiche sulle pagine dell’Unità.
Tra il 1912 e il 1914 promosse, insieme con i liberisti di sinistra A. De Viti de Marco ed E. Giretti, la ricostituzione della Lega antiprotezionista che ebbe l’attivo sostegno di B. Mussolini, da poco divenuto direttore dell’Avanti! Le posizioni liberiste divennero prevalenti in seno al PSI e in occasione delle elezioni politiche del 1913 il M. fu incaricato di scrivere un opuscolo propagandistico dal titolo I dazi doganali e gli interessi dei lavoratori. Al XIV congresso del partito (Ancona, 26-29 apr. 1914) il M. ebbe così la duplice soddisfazione di veder approvato all’unanimità un ordine del giorno antiprotezionista e sancita l’incompatibilità tra massoneria e socialismo.
Candidato senza fortuna nel collegio di Lodi alle elezioni politiche del 1913, il M. fu tra gli eletti della lista socialista, che il 14 giugno 1914 conquistò la maggioranza al Consiglio comunale di Milano. Dal 5 sett. 1919 fece parte per breve tempo della giunta presieduta da E. Caldara come assessore all'urbanistica e al piano regolatore.
Diversamente da Salvemini, che fu tra gli alfieri del cosiddetto «interventismo democratico», il M., pur dichiarandosi neutralista, tenne a distinguersi dai fautori del pacifismo assoluto al punto da ipotizzare sull’Unità una «coincidenza fra gli interessi del proletariato e quelli della nazione».
Approfondì la questione nel saggio Socialismo e patria (1917) proponendo un’originale lettura del Manifesto di Marx ed Engels secondo cui l’amor di patria costituiva un valore insopprimibile per il proletariato.
Era una posizione non dissimile da quella di F. Turati, al quale il M. si riavvicinò, redigendo insieme con lui e B. Griziotti, la mozione della corrente riformista per il XV congresso (Roma, 1-5 sett. 1918). Al congresso successivo (Bologna, 5-8 ott. 1919), aderì alla «concentrazione socialista», emanazione della Critica sociale, la rivista di Turati di cui nel 1920 il M. divenne vicedirettore. Al convegno riformista di Reggio Emilia dell'ottobre 1920 il M. ritrovò una certa sintonia con Modigliani, di cui però non condivideva le premure per una soluzione di governo basata sull’intesa tra le forze progressiste.
La freddezza verso gli entusiasmi suscitati dalla Rivoluzione d’ottobre e l’avversione per il bolscevismo lo resero inviso ai massimalisti milanesi, decisi ad assumere il pieno controllo della rappresentanza socialista al Consiglio comunale, che posero un veto alla sua ricandidatura alle amministrative del 7 nov. 1920.
Il M. tornò a palazzo Marino con le amministrative del 10 dic. 1922, vinte dall’ alleanza tra fascisti, liberali e popolari, come consigliere di minoranza eletto nella lista del Partito socialista unitario (PSU) – costituito il 4 ott. 1922 da Turati, Modigliani, C. Treves e G. Matteotti dopo l’espulsione dei riformisti decisa dal XIX congresso del PSI (Roma 1-4 ott. 1922) – cui egli aveva aderito. Nel 1926 il M., che aveva assunto la direzione effettiva di Critica Sociale, iniziò a collaborare a Quarto Stato, la rivista fondata da P. Nenni e C. Rosselli che ebbe vita breve e, come tutta la stampa d’opposizione, venne soppressa dal fascismo.
Negli anni del regime, pur senza mai abdicare ai propri convincimenti, continuò a dedicarsi all’insegnamento.
Nel 1931 per aver difeso i suoi studenti, solidali con A. Toscanini dopo l’aggressione da questi subita a Bologna a opera dei fascisti, il M. rischiò l’esonero, ma se la cavò con il trasferimento al liceo Manzoni e poi al liceo Parini, sempre a Milano.
Allontanato dalla scuola in seguito alle leggi razziali del 1938, nel 1940, dopo l’entrata in guerra, il M. venne arrestato insieme con altri ebrei milanesi e rinchiuso per circa un mese nel carcere di S. Vittore. Inviato al confino nel Pesarese, dopo alcuni mesi fu autorizzato per motivi di salute a tornare a Milano. Si trasferì quindi a Senigallia, ma dopo l’8 sett. 1943 decise di espatriare con i familiari in Svizzera.
Rientrato in Italia dopo la Liberazione, fu promotore con I. Silone, A. Greppi e G. Faravelli della corrente di Critica sociale e della ripresa dell’omonima rivista, di cui assunse la direzione. Con le elezioni amministrative del 7-8 apr. 1946 tornò a sedere nel Consiglio comunale di Milano, dove rimase fino al 1956. L’11 genn. 1947 partecipò alla scissione di palazzo Barberini promossa da G. Saragat e aderì al nuovo Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI) di cui fu, per breve tempo, segretario e nelle cui file il 18 apr. 1948 venne eletto deputato nella circoscrizione Milano-Pavia. In dissenso con la linea filo-atlantica di Saragat abbandonò il PSLI e nel dicembre 1949, insieme con l'Unione dei socialisti di Silone e T. Codignola e al Movimento socialista autonomo di G. Romita, staccatosi nel frattempo dal PSI, costituì il Partito socialista unitario, di cui divenne segretario. Questo partito nel gennaio 1951 si fuse con il PSLI dando vita al Partito socialista democratico italiano (PSDI). Nello stesso anno il M. si dimise, per ragioni di salute, da deputato. Schierato sulle posizioni della sinistra interna, nel 1953 si pronunciò, con P. Calamandrei e Codignola, contro la legge elettorale maggioritaria e l’apparentamento elettorale con la Democrazia cristiana.
Il M. morì a Milano il 23 marzo 1958.
Del M. si ricordano gli Scritti, Firenze 1965 e Una battaglia per il socialismo, a cura di E. Bassi, Bologna1971.
Fonti e Bibl.: Firenze, Fondazione Filippo Turati, Archivio storico, Fondo U.G. Mondolfo; Esperienze e studi socialisti. Scritti in onore di U.G. M., Firenze 1957; U.G. M. In memoria, a cura di L. Mondolfo, Milano 1958; Critica sociale, 1958, n. 24, suppl. (interamente dedicato al M.); E. Tagliacozzo, Gaetano Salvemini nel cinquantennio liberale, Firenze 1959, ad ind.; L. Ambrosoli, La Federazione insegnanti scuola media dalle origini al 1925, Firenze 1967, ad ind.; Opere di G. Salvemini , IX, Carteggi, I, 1895-1911, a cura di E. Gencarelli, Milano 1968, ad ind.; P. Moretti, I due socialismi. La scissione di palazzo Barberini e la nascita della socialdemocrazia, Milano 1975, ad ind.; M.G. Rosada, Le Università popolari in Italia, 1900-1918, Roma 1975, ad ind.; G. Averardi, I socialisti democratici. Da Palazzo Barberini alla scissione del 4 luglio 1969, Milano 1977, ad ind.; U. Alfassio Grimaldi, La cultura milanese e l'Università popolare negli anni 1901-27, Milano 1983, passim; M. Punzo, La giunta Caldara. L'amministrazione comunale di Milano negli anni 1914-20, Bari-Milano 1987, ad ind.; Storia d’Italia (Einaudi), Le regioni dall’Unità a oggi. Le Marche, a cura di S. Anselmi, Torino 1987, ad ind.; Il socialismo al bivio. L'archivio di Giuseppe Faravelli 1945-1950, a cura di P.C. Masini - S. Merli. Milano 1991, ad ind.; A. Roveri, Il socialismo tradito. La sinistra italiana negli anni della guerra fredda, Firenze 1995, ad ind.; Storia di Siena, a cura di R. Barzanti - G. Catoni - M. De Gregorio, III, L’età contemporanea, Siena 1997, ad ind.; D. Cofrancesco, La “battaglia per il socialismo” di U.G. M . Riflessioni sullo stato nazionale e d’Europa in Socialismo e socialisti, Bari 1974, pp. 311-357; A. Sabatini, U.G. M. in Il Parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell’Italia 1861-1992, XV, De Gasperi e la scelta occidentale : la strategia del Centrismo: 1948-49, Milano 1991, pp. 566, 581; G. Arfè, I socialisti del mio secolo, Manduria 2002, pp. 143-149; Atlantismo ed europeismo, a cura di P. Craveri - G. Quagliariello, Soveria Mannelli 2003, ad ind.; M. Donno, Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-52), Soveria Mannelli 2009, ad ind.; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, III, s.v.; Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, III, Milano 1976, s.v.; G. Ferro, Protagonisti del movimento socialista in Italia, Roma 1992, sub voce.