UGO il Grande, abate di Cluny, santo
Nato a Semur (Autun) nel 1024, morto a Cluny il 28 aprile 1109. Figlio primogenito del conte Dalmazio di Semur, fu, per le sue spiccate tendenze alla pietà, affidato giovinetto alle cure di suo zio Ugo vescovo di Auxerre. A quattordici anni entrò novizio a Cluny, a venti fu consacrato prete. La sua attività nel chiostro lo designò quale il più degno successore del famoso abate Odilone alla morte di questo avvenuta il 1° gennaio 1049. Fu installato solennemente il 22 febbraio dello stesso anno. Da questo momento, e durante sessant'anni, Ugo si segnalò come uno dei più efficaci propugnatori, attraverso la congregazione cluniacense, dell'opera di riforma perseguita dai papi (l'elezione di Ugo coincide con quella di papa Leone IX), soprattutto nel combattere la rilasciatezza del clero, nel ristabilire la disciplina ecelesiastica, nel garantire alla chiesa una maggiore indipendenza dallo stato. Appena eletto, Ugo partecipa attivamente, con Leone IX, al concilio di Reims. Da questo momento egli è sempre al fianco del papa, consigliere e amico dello stesso imperatore Enrico III che lo prega di far da padrino a suo figlio e lo nomina suo ambasciatore presso il re d'Ungheria. U. fiancheggia l'azione di Ildebrando in Francia durante la missione di questo del 1055, è a Roma con papa Stefano II, che muore nelle sue braccia a Firenze (1058); partecipa con Nicola II al sinodo di Roma (1059) che promulga il famoso decreto relativo all'elezione dei papi. Legato di Nicola II per restaurare la vita ecclesiastica nella Francia meridionale, presiede (1060) il sinodo di Tolosa. Quando i privilegi di Cluny sono attaccati in Francia, egli difende la sua causa al concilio di Roma (1063): Pier Damiani, legato di Alessandro II in Francia, darà causa vinta all'abate. Gregorio VII fa appello a Ugo per averlo suo alleato e collaboratore, ma l'abate, troppo legato da presso alla famiglia imperiale, svolge soprattutto un'azione conciliatrice: è al fianco di Enrico IV nel momento della scomunica, è a Canossa quando Gregorio VII concede a Enrico il suo perdono. anche quando la lotta si riaccenderà egli, pur parteggiando per la Santa Sede, non muterà sostanzialmente atteggiamento. Legato di Gregorio VII in Spagna presso Alfonso VI di Castiglia, ottenne che il rito mozarabico fosse sostituito da quello romano. U. seguitò a godere anche il favore dei successori di Gregorio, Vittore III, Urbano II e Pasquale II. Anche nella vita interna dell'ordine l'azione di Ugo fu senza precedenti: garantì l'elezione degli abati nei conventi filiali di Cluny, da ingerenze laiche ed estese largamente le consuetudini cluniacensi a un grandissimo numero di monasteri in Francia (Marcigny, S. Marziale di Limoges, priorato di Coincy e poi monasteri in Provenza, nella Saintonge, ecc.) in Spagna, in Italia (Polirone, Pontida), in Germania, in Austria, in Boemia. L'Inghilterra, per merito di Ugo, apre le porte all'ordine benedettino con l'abbazia di San Pancrazio a Lewis. Fautore di una vasta riforma liturgica, fece ricostruire la chiesa di Cluny. Fu canonizzato il 6 gennaio 1120. La sua festa cade il 29 aprile.
Bibl.: A. L'Huillier, Vie de S. Hugues, Solesmes 1888; U. Berlière, L'ordine monastico, trad. it., Bari 1928; A. Fliche, La réforme grégorienne, Parigi-Lovanio 1924-1925.