LOMBROSO, Ugo
Nacque il 15 ott. 1877 a Torino dall'antropologo Cesare, docente di psichiatria e medicina legale nell'ateneo torinese, e da Nina De Benedetti. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino, fu allievo del laboratorio di patologia generale sotto la direzione dapprima di C. Sacerdotti e poi di B. Morpurgo; si laureò nel 1903. Trasferitosi nel 1905 presso l'istituto di fisiologia sperimentale dell'Università di Roma, divenne allievo di L. Luciani, il rinnovatore e modernizzatore degli indirizzi di ricerca e della metodologia fisiologica, e si formò alla sua prestigiosa scuola iniziando una rapida carriera: assistente nel 1906, libero docente nella disciplina e aiuto l'anno successivo, incaricato dal 1912 dell'insegnamento complementare di fisiopsicologia sperimentale, nel 1917, succedendo al maestro, assunse come supplenza la direzione dell'insegnamento e dell'istituto di fisiologia. Chiamato due anni dopo a insegnare la disciplina come incaricato all'Università di Messina, nel 1923, vinto il relativo concorso, divenne titolare dell'insegnamento e della direzione dell'istituto di fisiologia nell'ateneo di Palermo. Nel 1935 si trasferì a Genova, come era titolare dell'insegnamento e direttore dell'istituto presso la facoltà di medicina e chirurgia e membro del consiglio della facoltà di farmacia di quell'Università. Allontanato dall'insegnamento nel 1938 a seguito della promulgazione delle leggi razziali, fu per qualche tempo "maître de recherche" presso l'École de médecine di Parigi e consulente, a Roma, dell'Istituto superiore di sanità. Reintegrato nel ruolo al termine della guerra, riprese pienamente la sua attività di didatta e di ricercatore.
Geniale cultore della fisiologia sperimentale, il L. affrontò numerosi campi di indagine, dalla fisiologia alla chimica biologica alla patologia ed elaborò una vasta produzione scientifica consistente in circa 600 pubblicazioni.
Meritano anzitutto di essere ricordate alcune sue considerazioni generali sulle problematiche della ricerca medico-scientifica dei primi decenni del secolo: Il metodo sperimentale in fisiologia, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, XLIV (1924), pp. 319-334; Senescenza e ringiovanimento, in Riv. sanitaria siciliana, XVI (1928), pp. 1601-1620; Scopi e limiti della vivisezione, ibid., XXI (1933), pp. 733-742; La scienza biologica nei suoi rapporti con la vita pratica, in Rass. di clinica, terapia e scienze affini, XXXIV (1935), pp. 311-323.
Tra i più originali e interessanti contributi recati dal L., noti e apprezzati nella comunità scientifica, sono senza dubbio da annoverare le ricerche sperimentali condotte sulla "funzione interna" del pancreas, che gli consentirono di formulare la concezione della fondamentale azione endocrina esercitata dall'organo sul metabolismo lipidico: tramite un fattore elaborato dal suo tessuto acinoso, che nel 1936 L. Dragsted chiamò lipocaic od ormone lipocaico, il pancreas sarebbe in grado di intervenire sulla combustione dei grassi, sul loro assorbimento intestinale, sull'infiltrazione adiposa del fegato, giustificando così il suo possibile impiego opoterapico in determinate condizioni morbose. Dei numerosi lavori che pubblicò sull'argomento si ricordano qui, tra i più significativi: Sul determinismo della funzione pancreatica: riflesso o ormone?, in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, XII (1911), pp. 67-89; Contributi alla conoscenza degli enzimi proteolitici, in Archivio di fisiologia, X (1912), pp. 424-446; Sull'azione dell'erepsina e della tripsina, ibid., pp. 462-470; Sull'importanza dell'erepsina e dell'enterochinasi nella digestione, ibid., pp. 472-478, in collaborazione con L. Lattes; Sulla funzione interna del pancreas in rapporto all'azione dell'insulina, in Arch. per le scienze mediche, LI (1927), pp. 41-43; Compiti del pancreas nel ricambio dei lipidi. Nota 1, Critica sul cosiddetto lipocaic, in Rendiconti dell'Istituto superiore di sanità, VIII (1945), pp. 553-563; Compiti del pancreas… Nota 2. Assorbimento dei grassi saturi e non saturi nei conigli dopo occlusione del dotto pancreatico, ibid., pp. 564-571, in collaborazione con M. Galamini-Ligori; Nota 3, Azione del pancreas somministrato oralmente sulla infiltrazione adiposa del fegato nei cani spancreati, ibid., pp. 572-578, in collaborazione con R. Angelico; Un ormone pancreatico: il "Lipocaic" per la lotta contro la steatosi epatica e l'arteriosclerosi, in Gazzetta sanitaria, XVIII (1947), pp. 1-5; I compiti endocrini del tessuto pancreatico esocrino: è necessaria la presenza del tessuto acinoso nella genesi del diabete da allossana?, in Rass. clinico-scientifica, XXIV (1948), pp. 272-275; Concezioni antiche e recenti sulla funzione del pancreas nel ricambio dei lipidi, in Conferenze di fisiologia 1950, Accademia medico fisica fiorentina, Firenze 1951, pp. 213-234. Ricerche più recenti hanno consentito di escludere la natura ormonale del fattore lipotropo pancreatico, che è stato invece identificato in un complesso di enzimi proteolitici (v. Enc. medica italiana, VIII, col. 2144).
Rilevanti per numero e importanza furono le ricerche che il L. condusse in vari altri settori della fisiologia: sul meccanismo della secrezione intestinale con riferimento agli stati di digiuno e di digestione, all'effetto degli stimoli chimici e meccanici, alla cosiddetta secrezione paralitica conseguente alla recisione dei nervi periferici (Contributo alla fisiologia dell'intestino, in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, XIII [1912], pp. 73-122); sul problema dell'azione dinamico-specifica di alcuni alimenti, in particolare all'extra-calore prodotto dalle proteine, per il cui determinismo attribuì grande importanza all'influsso esercitato sul sistema vegetativo neuro-ormonale dai prodotti del loro metabolismo intermedio (Sull'azione dinamico-specifica degli alimenti, in Rass. di clinica, terapia e scienze affini, XXXII [1933], pp. 1-20); sull'azione esercitata dai reni sugli aminoacidi e sul glucosio, sulla genesi dell'urea e su quella dell'ammoniaca (Contributo alla fisiologia del rene. Nota I. Correlazione funzionale fra i due reni, in Archivio di fisiologia, IX [1911], pp. 377-386); sulla produzione di anidride carbonica durante l'inibizione dei movimenti respiratori (Sul determinismo degli atti respiratori nella rana, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, I [1926], pp. 593s.); su alcuni aspetti di patologia epatica (Sulle variazioni del numero di iodio dei grassi del fegato in autolisi settica, ibid., II [1927], pp. 326-330, in collaborazione con A. Frisco; Il mito di Prometeo nella realtà sperimentale. Ricerche biochimiche sul fegato in rigenerazione, in Athena, XVI [1950], pp. 75-80); sulle ghiandole surrenali (Capsule surrenali e ricambio gassoso, in Biologia medica, XII [1936], pp. 193-207), sulla perfusione di sangue (In tema di perfusione di sangue, in Gazzetta sanitaria, IX [1936], pp. 1-3), su alcuni argomenti di endocrinologia (La parabiose et la question de facteurs qui détérminent la fonction mammaire et l'apparition du travail de l'accouchement, in Archives italiennes de biologie, LIII [1910], pp. 447-459, in collab. con M. Bolaffio).
Attivo fino a tarda età, poco prima della morte stava lavorando a una relazione che avrebbe dovuto svolgere il 20 apr. 1952 al III congresso europeo delle Società nazionali di gastroenterologia.
Brillante caposcuola, il L. formò numerosi, validi allievi. Appartenne a numerose società e accademie scientifiche: l'Accademia nazionale dei Lincei e quelle Peloritana di Messina, la Medica di Palermo, quella delle scienze di Genova e la Ligure di scienze e lettere.
Il L. morì a Genova il 10 apr. 1952.
Fonti e Bibl.: Necrologi, in Annuario dell'Università degli studi di Genova, a.a. 1951-52, 1952-53, pp. 91 s.; in Arch. di scienze biologiche, XXXVII (1953), pp. 514-522; Annuari delle Università di Torino 1903-04, di Roma 1905-19, di Messina 1919-22, di Palermo 1923-24, di Genova 1935-53; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, p. 311; D. Dolza, Essere figlie di Lombroso. Due donne…, Milano 1990, p. 33; Enc. Italiana, App. 2, I, p. 1001.