OJETTI, Ugo
Scrittore, figlio del precedente, nato a Roma il 15 luglio 1871. Esordì nel 1894 nella Tribuna e nella Nuova Rassegna. Dal 1904 al 1908, con lo pseudonimo "Il conte Ottavio", scrisse cronache settimanali sotto il titolo Accanto alla Vita nell'Illustrazione italiana. Collabora al Corriere della Sera dal 1898, e nel 1926-27 ne fu anche direttore. Dal 1898 scrive d'arte nel medesimo giornale per il quale seguì, come inviato speciale, la guerra ispano-americana. Ideò e presiedette le tre più ampie esposizioni retrospettive d'arte fatte in Italia: la Mostra del ritratto italiano dal 1500 al 1861 (Firenze, Palazzo Vecchio, 1911); la Mostra della pittura italiana del '600 e '700 (ivi, Palazzo Pitti, 1922); e la Mostra del giardino italiano (ivi, Palazzo Vecchio, 1931). Fondò la rivista d'arte Dedalo (1920-1933), la rivista di letteratura Pègaso (1929-1933), e nel 1933 la rivista di lettere, musica e arte, Pan, che tuttora dirige. Fondò la raccolta Le più belle pagine degli scrittori italiani scelte da scrittori viventi, e nel 1934 la raccolta I classici Rizzoli. Volontario di guerra, decorato al valore militare e promosso per meriti speciali, fu incaricato dal Comando supremo di salvare e proteggere gli oggetti d'arte e i monumenti nella zona di guerra. Fino al 1933 ha fatto parte del consiglio direttivo dell'Enciclopedia Italiana, nella quale fu anche direttore della sezione "Arte" fino al 1929. Fa parte della R. Accademia d'Italia dal 23 ottobre 1930.
L'opera letteraria dell'O. è varia d'indole e d'ispirazione; novelliere e romanziere fino al dopoguerra, critico d'arte, giornalista e saggista, i suoi pregi più evidenti e maggiori sono la proprietà, l'ordine, la chiarezza nelle idee e nelle immagini. La sua prosa, formatasi in un clima d'intelligente modernità toscana e italiana, è fluida, limpida e discorsiva; gusto dei classici e parlata viva s'integrano e trovano in essa fusione e lucente equilibrio. Forse meno felice nell'arte narrativa, sebbene alcune novelle e il romanzo Mio figlio ferroviere tengano un posto proprio nella migliore tradizione narrativa italiana, la prosa dell'O. mostra la sua più fedele aderenza alla vita nelle Cose viste: ritratti e ricordi, vedute e profili di uomini e di cose, sugosi ed esatti, mossi da un estro felice, animati da una attenzione costante e non di rado ravvivati da un signorile sorriso. Dello storico e critico d'arte, accanto ai numerosi ritratti d'artisti e agli acuti giudizî espressi di frequente in occasione di mostre ed esposizioni, è specialmente da indicare l'Atlante di storia dell'arte italiana dove, sia nelle prefazioni a ogni secolo e a ogni arte, sia nelle brevi note sotto a ogni opera, il criterio, il gusto, la vasta esperienza dell'O, si rivelano interi, e spesso con epigrammatica evidenza.
Opere principali: Alla scoperta dei letterati (Milano 1895; 2ª ed., 1898); Il vecchio, romanzo (ivi 1898); Mimì e la gloria, novelle (ivi 1908); I capricci del conte Ottavio, voll. 2 (ivi 1908 e 1909); Il matrimonio di Casanova, commedia (in collaborazione con R. Simoni; ivi 1909); Ritratti d'artisti italiani, voll. 2 (ivi 1911 e 1923); Donne, uomini e burattini, novelle (ivi 1912); L'amore e suo figlio, novelle (ivi 1913); I monumenti italiani e la guerra (ivi 1917); Monumenti danneggiati e opere d'arte asportate dai nemico, in Relazione della R. Commissione di inchiesta sulle violazioni del diritto delle genti (Roma 1919); I nani tra le colonne, scritti d'arte (Milano 1920); Raffaello e altre leggi, scritti d'arte (ivi 1921); Confidenze di pazzi e savi sui tempi che corrono (ivi 1920); Mio figlio ferroviere, romanzo (ivi 1922); La pittura italiana del Seicento e del Settecento (ivi 1924); Cose viste (voll. 6, ivi 1923, 1924, 1926, 1928, 1931, 1934; già apparse sul Corriere della sera con lo pseudonimo "Tantalo"); Scrittori che si confessano (ivi 1925); Atlante di storia dell'arte italiana (in collab. con L. Dami, I, ivi 1925; II, ivi 1934); Tintoretto, Canova, Fattori (ivi 1928); Ad Atene per Ugo Foscolo (ivi 1928); Paolo Veronese (ivi 1928); La pittura italiana dell'Ottocento (ivi 1929); Bello e brutto, scritti d'arte (ivi 1930); Venti lettere (ivi 1931). Dei libri di O. tradotti ricordiamo qui soltanto le Cose viste nella traduzione inglese, con una prefazione di G. D'Annunzio.
Bibl.: G. de Frenzi (L. Federzoni), Candidati all'immortalità, Bologna 1904; L. Russo, I narratori, Roma 1923; L. Ambrosini, Cronache del Risorgimento e scritti letterari, Milano 1931; A. Baldini, Amici allo spiedo, Firenze 1932; P. Pancrazi, Scrittori italiani del Novecento, Bari 1934.