TIBERIO, Ugo
– Nacque a Campobasso il 19 agosto 1904, settimo figlio degli undici del geometra Sebastiano, fratello minore di Vincenzo, che avrebbe avuto il grado di maggiore medico della Regia Marina, e di Maria De Feo, sorella maggiore di Vincenzo De Feo, che sarebbe divenuto ammiraglio di squadra e senatore.
Si laureò in ingegneria civile presso la Regia scuola di ingegneria di Napoli il 23 novembre 1927, dopodiché esercitò la libera professione presso lo studio del padre.
Tiberio cominciò ad appassionarsi all’elettromagnetismo e nel luglio del 1930 apparve la prima delle sue numerose pubblicazioni scientifiche, intitolata L’azione del campo magnetico sull’arco elettrico nel vapore di mercurio (in Elettrotecnica, XVII (1930), pp. 485-487).
Nel 1931 cominciò a svolgere attività di ricerca presso l’Istituto militare superiore delle trasmissioni a Roma, collaborando con l’allora colonnello Luigi Sacco, e l’anno successivo si specializzò in elettrotecnica nella scuola di ingegneria della capitale.
Nel 1934, mentre stava svolgendo il servizio di leva come sottotenente di complemento nel Regio Esercito nell’arma del genio, ebbe l’incarico da Sacco, che aveva avuto modo di assistere ad alcuni esperimenti effettuati da Guglielmo Marconi sulla riflessione delle onde elettromagnetiche, di mettere mano a una ricerca teorico-sperimentale per individuare la portata che si sarebbe potuta ottenere con un apparato di avvistamento che impiegasse le potenze di trasmissione e le sensibilità di ricezione disponibili all’epoca.
Mentre era impegnato in tale studio, il 30 aprile 1935 Tiberio fu congedato, ma continuò a operare presso l’Istituto come ingegnere specialista del genio a capo della prima sezione. Poiché i risultati che avrebbe potuto ottenere sarebbero stati utili specialmente alla Regia Marina, egli si trasferì in quest’ultima forza armata come tenente di complemento nel corpo delle armi navali. Continuò dunque le ricerche presso il Regio Istituto elettrotecnico e delle comunicazioni (RIEC) diretto dal professor Giancarlo Vallauri, situato all’interno del comprensorio della Regia Accademia navale a Livorno.
Egli riuscì a risolvere il problema teorico di calcolare l’intensità dell’eco, giungendo a quella relazione che oggi è denominata equazione del radar; prospettò e discusse un paio di schemi di realizzazione, ovvero uno a modulazione di frequenza e uno a impulsi, proponendo di testarli entrambi. Dava tuttavia la preferenza al primo e da esso derivò il dispositivo che permetteva la misurazione delle distanze, al quale fu assegnato in Italia il nome di radiotelemetro (abbreviato RA.RO.), conosciuto in seguito con il più diffuso acronimo di radar (radio detection and ranging, ovvero radiorilevamento e misurazione di distanza). Avanzò inoltre l’idea di avvistare mezzi impiegando l’effetto Doppler; l’apparato in grado di operare utilizzando questo fenomeno fu chiamato radiotachimetro, per la maggiore precisione nella misurazione della velocità degli oggetti.
Nonostante la scarsità di fondi messi a disposizione (20.000 lire annue) e il poco personale disponibile (fu affiancato saltuariamente anche dal capitano Alfeo Maria Brandimarte e dal sottotenente Renato Ricamo, entrambi delle armi navali), Tiberio riuscì nel 1936 a testare a Livorno il primo prototipo sperimentale, denominato EC1, che servì a confermare la validità dell’equazione del radar che egli aveva sviluppato e negli anni successivi lo migliorò realizzando l’EC1-bis, entrambi a onda continua, poi l’EC2 e l’EC3 a impulsi, tanto che con r.d. dell’11 aprile 1938 fu nominato capitano per meriti eccezionali.
Nel maggio del 1939 descrisse la cosiddetta equazione del radar nel saggio Misura di distanze per mezzo di onde ultracorte (radiotelemetria) (in Alta Frequenza, VIII (1939), pp. 305-323) e fu abilitato alla libera docenza di radiotecnica. Tuttavia, nonostante il progressivo perfezionamento degli apparati, l’interesse della forza armata per la loro realizzazione si fece più tiepido anche per la difficoltà che le industrie italiane avrebbero incontrato nella produzione in serie, pertanto Tiberio fu sempre maggiormente impegnato nell’attività didattica, mostrandosi un eccellente insegnante.
Il 6 giugno 1940 sposò a Vicenza Noemi Fontana, che poco dopo morì. L’Italia era entrata nel secondo conflitto mondiale e, a seguito della grave sconfitta patita nella battaglia notturna di Capo Matapan del 28 marzo 1941, la Regia Marina fece riprendere a Tiberio lo sviluppo del radar. Il 20 aprile, impiegando l’EC3-bis, fu possibile individuare una nave a 12 km di distanza e un aereo addirittura a 34 km.
Grazie a questi risultati egli venne promosso maggiore per meriti eccezionali con r.d. del 4 luglio 1941 e incaricato con i suoi collaboratori di migliorare ulteriormente l’apparato per poterlo riprodurre in numerosi esemplari da installare sulle navi; ciò portò alla realizzazione dell’EC3-ter, soprannominato Gufo. Nello stesso anno vinse il concorso per la cattedra di elettrotecnica nella Regia Accademia navale di Livorno.
Il 12 ottobre 1942 Tiberio si unì in matrimonio a Roma con Bianca Maria Valentini; dalla loro unione sarebbero nati il 16 dicembre 1943 Paolo e il 1° settembre 1946 Roberto.
Entrambi avrebbero seguito l’attività accademica del padre laureandosi a Pisa in ingegneria elettronica e divenendo docenti universitari.
Oltre a sviluppare il radar, Tiberio si interessò anche allo studio degli acciarini magnetici per i siluri. Alla proclamazione dell’armistizio si trasferì con il personale della Regia Accademia navale a Brindisi. Il 1° settembre 1944 fu congedato, ma continuò la sua attività di docente nell’Istituto e si presentò ai concorsi per divenire professore universitario. Fu chiamato nel 1954 a reggere la cattedra di radiotecnica della facoltà di ingegneria dell’ateneo di Pisa. Nel dicembre dello stesso anno apparve il suo importante saggio The reduced range in a radar subjected to an external noise generator (in Proceedings of the Institution of radio engineers, XLII (1954), pp. 1791-1798). Tiberio divenne in seguito direttore dell’istituto di elettronica e del centro di studi per l’elettronica e le telecomunicazioni del CNR con sede a Pisa, dove continuò a insegnare fino al 1979. Per ciò che riguarda la sua carriera militare, con d.p.r. del 3 agosto 1955 fu promosso tenente colonnello e dal 20 agosto 1959 venne collocato nella riserva di complemento per raggiunti limiti di età.
Morì a Livorno il 17 maggio 1980.
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. T 1, f. 12.
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