FOGLIANO (de Foliano), Ugolino da
Nobile reggiano, figlio di Ugolino (I), morto nel corso delle violente lotte cittadine che divamparono a Reggio Emilia nel 1226, fratello di Guido, di Bonifacio, arcidiacono della locale cattedrale, e di Guglielmo (II), vescovo di Reggio, nacque intorno al primo decennio del secolo XIII.
Dalla tradizione storiografica locale, ripresa poi dal Litta, il F. è indicato come uno dei figli di Guido (I) da Fogliano, cognato del pontefice Innocenzo IV: in realtà, in documenti reggiani inediti del 1231 il F. viene qualificato come figlio del già defunto Ugolino e viene soprannominato "Pigininus", discendenza riconfermata in una pergamena del giugno 1264.
Se la prima notizia che riguarda direttamente il F. risale all'anno 1231, all'atto cioè della stipulazione della pace tra le fazioni della città di Reggio, auspice il vescovo Niccolò Maltraversi, è però soltanto a partire dal decennio successivo che il F. rivestì un ruolo di primo piano nella vita politica reggiana: egli venne infatti coinvolto. al pari di altri esponenti della parte guelfa, nel forzato allontanamento da Reggio nel settembre 1245. In seguito si impegnò nei diversi tentativi - che ebbero successo solo nell'ottobre del 1253 - fatti dalla compagine guelfa per rientrare in città.
Nel 1252 e nel 1254 il F., insieme con Alberto e Tommaso da Fogliano, fu investito (per la terza parte, con il fratello Guido) da Innocenzo IV della rocca di Carpineti e di altri territori nel Reggiano che già facevano parte della cosiddetta "eredità matildica".
Nel 1255 il F. fu podestà di Perugia, nell'anno in cui, in questa città, veniva istituita per la prima volta la carica di capitano del Popolo. Nella documentazione nota il F. ricompare solo nel 1264, quando concesse a titolo di feudo onorifico ad Aldobrandino della Villa alcune terre poste "in Prato Regis, in curia Bibianelli".
Il periodo di relativa stabilità politica nella città di Reggio, seguito alla pace del 1252, Si ruppe nel 1256, quando anche a Reggio ripresero le lotte tra guelfi e ghibellini, conclusesi con la definitiva cacciata dei ghibellini e l'inizio di una lunga preponderanza dei guelfi. Anche se in relazione a questi avvenimenti la cronachistica e i documenti locali non menzionano direttamente l'operato del F., è tuttavia difficile relegarlo a un ruolo marginale, considerato che egli venne chiamato a far parte del Collegio di statutari incaricati, nel 1265, di redigere gli statuti per la città di Reggio, ossatura del nuovo governo politico, che i rivolgimenti di quell'anno inauguravano.
Nel 1267 il F. fu risarcito dal Comune di Reggio per le spese sostenute quando si era recato come ambasciatore a Cremona al fine di recuperare il castello di Reggiolo (nodo di rilevante importanza strategica per il Comune di Reggio sul fronte mantovano) e per essersi recato personalmente a Reggiolo, quale componente del Collegio di sapienti, per ispezionarne il territorio.
Nel febbraio 1270 fu presente alla vendita di un casamento posto nel quartiere di San Nazario, fatta da Garsedonio (o Grassendonio) Luvisini e da altri componenti della sua famiglia. Nel giugno 1270 il F., in qualità di erede e di esecutore testamentario, assistette alla pubblicazione, da parte del podestà del Comune di Reggio, del testamento. del fratello Bonifacio, deceduto poco tempo prima.
Nell'ottobre 1272 il F. comparve, nominato per primo, in un elenco di cittadini reggiani che si impegnavano a corrispondere al vescovo di Parma la somma di denaro che era stata stabilita in seguito a un accordo tra il vescovo e i Comuni di Reggio e di Parma, per risarcire gli aventi diritto del castello di Crovara attaccato e distrutto dalle truppe di quei Comuni. L'anno seguente, nel marzo, concedeva in enfiteusi a Guido da Calenzano una terra sita "in Prato Regis, in curia Bibianelli". Nel settembre 1274, infine, il F. era chiamato, insieme con Corrado, arciprete di Caviliano, a dirimere la controversia tra il monastero di S. Prospero di Reggio e i fratelli Rolandino e Bonifacio Canossa, per il possesso delle terre del "castrum Gualtenum".
Nel 1276, il F. fu podestà a Cremona, lasciando un buon ricordo del suo operato. Sempre in quell'anno, fu testimone nel diploma di laurea che il vescovo di Reggio, Guglielmo Fogliano, insieme con un collegio di illustri giuristi reggiani, concesse a Pietro Amedeo Higindioli.
Nel giugno 1277 prese parte a una commissione mista, incaricata, coi podestà di Reggio e di Modena, di esaminare l'esecuzione del "cavamento" della Geminiola fatto dagli uomini di Carpi nel territorio reggiano, al fine di tutelare i diritti del Comune di Reggio in quella zona. Poco tempo dopo (7 luglio) il F., gravemente ammalato, morì e venne sepolto nella chiesa di S. Spirito.
Il 3 luglio, nella sua casa, aveva dettato il testamento alla presenza di un notaio. Tre delle cinque figlie ivi nominate (Agnese, Richelda, Antonia) erano sposate; due (Giovanna e Arguina) ancora nubili. Il F. lasciò eredi i suoi tre figli Matteo, Bertolino e Niccolò, questi ultimi ancora minori, e usufruttuaria la moglie Contessa (o Contessina; se ne ignora il casato). Esecutori testamentari furono il fratello Guglielmo, vescovo di Reggio, e il sopraricordato Corrado, arciprete di Caviliano: eredi ed esecutori testamentari oltre a riparare ai "maleoblatis" e ad elargire somme di denaro in elemosine e in messe, dovevano anche provvedere a devolvere 600 lire imperiali cui il F. era tenuto, secondo le intenzioni del defunto fratello Bonifacio, arcidiacono della cattedrale reggiana. La sua morte viene registrata nella cronachistica reggiana due-trecentesca, a testimonianza del ruolo ricoperto dal F. nella locale vita pubblica.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Reggio Emilia, Pergamene Canossa, b. 38, fasc. 16, 1264 giugno 15; fasc. 21, 1273 marzo 25; Reggio Emilia, Archivio della Curia vescovile, Regesti vescovili, 1231 luglio 5; 1277 luglio 3; S. Levalossi - P. Della Gazata, Chronicon Regiense, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., XVIII, Mediolani 1731, col. 8; N. Tacoli, Memorie storiche della città di Reggio di Lombardia, I, Reggio Emilia 1742, p. 357; II, Parma 1748, pp. 128, 149 s., 378, 505, 547, 635; III, Carpi 1769, pp. 16, 157, 266, 560; G. Tiraboschi, Memorie storiche modenesi…, V, Modena 1795, n. 867 pp. 45 s.; Codice diplomatico cremonese, a cura di L. Astegiano, II, Augustae Taurinorum 1898, p. 196; A. Milioli, Liber de temporibus et aetatibus et Cronica imperatorum, a cura di O. Holder Egger, in Mon. Genn. Hist., Scriptores, XXXI, Hannoverae 1903, pp. 550 s.; A. Cerlini, Consuetudini e statuti reggiani del secolo XIII, Milano 1933, p. XXVIII; Liber grossus antiquus Comunis Regii (Liber pax Constantiae), a cura di F. S. Gatta, IV, Reggio Emilia 1960, pp. 31, 35, 44; VI, Firenze 1963, pp. 199-201; Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, II, Bari 1966, pp. 49, 726; C. Affarosi, Memorie istoriche del monastero di S. Prospero di Reggio, I, Padova 1733, pp. 214, 439; A. Mariotti, Catalogo dei potestà ... della città di Perugia, in Saggio di memorie istoriche civili ed ecclesiastiche della città di Perugia e suo contado, I, 2, Perugia 1806, pp. 209 s.; G. Tiraboschi, Dizionario topografico, storico degli Stati Estensi, I, Modena 1824, pp. 299 s.; Monumenti della università di Padova (1222-1318), a cura di A. Gloria, Venezia 1884, n. 586 p. 31; C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni, I, Milano 1936, p. 401; A. Cavalcabò, I rettori di Cremona, in Bollettino storico cremonese, XI (1941), p. 88; G. Casagrande, Note sulla famiglia dei da Fogliano. Secoli XI-XIII, in Il territorio querciolese e la valle del Tresinaro, II, Reggio Emilia 1982, p. 313; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v.Fogliani, tavv. I, II.