UGOLINO di Nerio
Pittore senese la cui attività è collocabile in base ai documenti tra il 1317 e il 1327.
Proveniente da una famiglia di pittori, il padre Nerio e i fratelli Guido e Muccio, U. passò ai posteri come il più fedele seguace di Duccio di Buoninsegna. La sua data di nascita non è nota, ma va situata nell'ultimo quarto del Duecento; Vasari nella sua prima edizione delle Vite (1550) ne data la morte al 1339, mentre nella seconda (1568) al 1349. I documenti relativi a U. (del 1317, 1323-1324 e 1327) non si riferiscono a opere.
L'unico lavoro autografo pervenuto di U. è il polittico che egli eseguì per Santa Croce a Firenze, che recava sotto la scomparsa tavola centrale l'iscrizione "Ugolinus De Senis me pinxit". La tavola fu smantellata tra il 1566 e il 1569 per far posto a un ciborio di Vasari. Della Valle (1785) la vide nel dormitorio di Santa Croce verso la fine del sec. 18°, e la sua descrizione, insieme a quella di Waagen (1837), che ne vide dei frammenti nella Coll. Young Ottley nel 1835, è stata in seguito utilizzata dagli studiosi per ricostruire la tavola, oggi divisa tra vari musei stranieri. Del polittico rimangono gli angeli che facevano parte della perduta tavola centrale con la Madonna e il Bambino (Los Angeles, County Mus. of Art), tre santi del registro principale e tre storie della predella (Berlino, Staatl. Mus., Bodemus.), un frammento con angeli del registro principale, due coppie di santi del registro superiore, un profeta dalla cuspide e quattro tavole dalla predella (Londra, Nat. Gall.), un busto di profeta (Filadelfia, Mus. of Art, Johnson Coll.) e una tavola di predella (New York, Metropolitan Mus. of Art, Robert Lehman Coll.). Un altro disegno del sec. 18° (Roma, BAV, Vat. lat. 9847, c. 92r) illustra la tavola per intero, e successivi esami ai raggi X sembrano confermare l'esattezza di quest'ultima disposizione per un'ipotesi di ricostruzione. La grande pala fu quasi certamente dipinta a Siena e poi montata in situ.Altro lavoro che Vasari (Le Vite, II, 1967, p. 140) attribuisce a U. è un polittico per S. Maria Novella, disperso e non ancora identificato. De Nicola (1916) ne riconosceva la parte centrale nella Madonna con il Bambino in trono e il donatore della chiesa della Misericordia a San Casciano in Val di Pesa: opera questa certamente ascrivibile alla mano di U., ma probabilmente non coincidente con l'altare per S. Maria Novella, le cui dimensioni dovevano equivalere a quelle del polittico di Santa Croce. Le due importanti commissioni fiorentine, databili la prima intorno al 1325 (Coor, 1955) e la seconda di poco successiva, dimostrano l'alta considerazione della quale U. doveva godere in quegli anni come artista.Le caratteristiche dello stile maturo di U., ravvisabili nel suo capolavoro per Santa Croce, hanno permesso di ascrivergli una serie di altre opere, comprese quelle che Stubblebine (1979) aveva espunto dal catalogo di U., ricostruendone il percorso artistico a partire dal 1310 ca.: una Madonna Dolente, proveniente dalla chiesa dei Servi a Montepulciano (Siena, Pinacoteca Naz.), è da collocare in questo primo periodo, insieme al trittico rappresentante la Madonna con il Bambino e santi nella chiesa di S. Caterina a Montalcino. Nel corso del decennio successivo si porrebbero invece un polittico (Siena, Pinacoteca Naz., inv. nr. 39), alcune Madonne nella chiesa di S. Maria a Montepulciano e a New York (Metropolitan Mus. of Art, Robert Lehman Coll.), il trittico della Coll. Contini Bonacossi (Firenze, Palazzo Pitti), la Crocifissione della Coll. Toscanelli a Pontedera, il crocifisso nella chiesa dei Servi a Siena e la Crocifissione di Siena (Pinacoteca Naz., inv. nr. 34). Un'altra commissione francescana, quella del polittico a cinque scomparti oggi nel Massachusetts (Williamstown, Sterling and Francine Clark Art Inst.), denota ancora forti influenze duccesche, collocandosi quindi in un momento di poco anteriore a quello di Santa Croce (1317-1325), così come il polittico di Cleveland (Mus. of Art).Nello stesso periodo fiorentino dell'artista vanno collocate anche varie altre opere: il polittico smembrato e diviso tra il California Palace of the Legion of Honor, l'Art Mus. di Princeton (NJ) e la Krannert Art Gall. a Urbana, nell'Illinois; il trittico della coll. Ricasoli a Brolio e i santi della chiesa della Misericordia a San Casciano in Val di Pesa. È inoltre attribuito a Ugolino un crocifisso (Madrid, Mus. Thyssen Bornemisza), che si ritiene dipinto per la cappella Bardi in Santa Croce.Oltre alle opere eponime, da restituire a U. sono una Madonna con il Bambino (Boston, Mus. of Fine Arts), un profeta Isaia nel mus. di Dublino, un S. Francesco nel mus. di Birmingham, una Madonna con il Bambino (Princeton, NJ, Art Mus.) e una Madonna con il Bambino in trono e santi (Chicago, Art Inst.).L'importanza della commmissione per Santa Croce conferma U. quale protagonista della pittura di primo Trecento, a partire dalla collaborazione con Duccio nella Maestà del 1308-1311 (Siena, Mus. dell'Opera della Metropolitana), nella quale la sua mano è riconosciuta negli apostoli della parte anteriore. Il polittico di Santa Croce mostra inoltre un intrecciarsi di influenze che travalicano da quelle, fondamentali, del maestro Duccio: la grandiosità architettonica dell'impianto e le esili figurette dei frammenti della predella (illustranti Storie della Passione) denunciano familiarità con le contemporanee tendenze del Gotico e con la nuova arte di Simone Martini. La tecnica di U. differisce da quella di Duccio per un minore uso del disegno preparatorio e per una tavolozza di colori più brillante, con una preferenza per l'azzurrite a scapito del blu ultramarino, che conferisce alle figure una lucentezza smaltata. La mancanza di drammaticità è compensata dall'eleganza e spiritualità dei suoi personaggi.
Bibliografia:
Fonti.- Vasari, Le Vite, II, 1967, pp. 139-140; G. Della Valle, Lettere sanesi, II, 1785, p. 202.
Letteratura critica.- G.F. Waagen, Kunstwerke und Künstler in England, Berlin 1837, pp. 393-395: 393; G. De Nicola, Ugolino e Simone a San Casciano Val di Pesa, L'Arte 19, 1916, pp. 13-20; P. Bacci, Dipinti inediti e sconosciuti di Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi etc. in Siena e nel contado, Siena 1939; G. Coor, Contributions to the Study of Ugolino di Nerio's Art, ArtB 37, 1955, pp. 153-165; H. Francis, An Altarpiece by Ugolino da Siena, The Bulletin of the Cleveland Museum of Art 48, 1961, pp. 195-205; M. Davies, Ugolino da Siena: Some Observations, MKIF 17, 1973, pp. 249-256; H. Loyrette, Une source pour la reconstruction du polyptyque d'Ugolino da Siena à Santa Croce, Paragone 29, 1978, 343, pp. 15-23; J. Stubblebine, Duccio di Buoninsegna and his School, Princeton 1979; E. Carli, Pittura senese del Trecento, Milano 1981; C. Volpe, Il primo Trecento, in Il Gotico a Siena: miniature, pitture, oreficerie, oggetti d'arte, cat. (Siena 1982), Firenze 1982, pp. 138-144; L. Bellosi, Ugolino di Nerio, in Mostra d'opere restaurate nelle province di Siena e Grosseto. III, cat. (Siena 1983), Genova 1983, pp. 30-33, nr. 6; E. Carli, Un nuovo Duccio, AV 26, 1987, 4, pp. 5-9.