FONTANA, Ugolino
Nacque a Parma intorno alla seconda metà del XIII secolo e frequentò lo Studium cittadino, da poco distaccatosi dalla competenza giurisdizionale vescovile, addottorandosi in diritto civile.
La prima testimonianza in merito al F. riguarda un suo intervento nell'attestare la validità dei miracoli post mortem della beata Zita di Lucca (nata nel 1272): nella anonima Vita della fanciulla lucchese, redatta poco tempo dopo la sua scomparsa, è ricordato un "Ugolino da Parma", professore in legge, che è sempre stato identificato con il Fontana. Non possiamo, però, ritenere che egli esercitasse l'attività d'insegnamento nella città di Lucca, dato che non vi si trovavano allora scholae di livello superiore.
Ulteriori testimonianze, relative al successivo decennio, attestano la presenza del F. nella sua città natale, dove, con ogni probabilità, insegnava presso il locale Studium. Nel 1285 pronunciò un lodo per risolvere una questione di natura giurisdizionale sorta fra l'abate di S. Giovanni Evangelista e Bartolomeo da Cremona, precettore nella casa di S. Giovanni Gerosolimitano. Tre anni più tardi (1288) figura invece come testimone in un atto del Comune.
La stessa tradizione che aveva assegnato al F. un periodo di attività in Lucca vuole anche che abbia insegnato presso l'università di Parigi, ma tale affennazione è sostanzialmente contraddetta dalla assenza di coeve testimonianze in merito; gli stessi autori che in epoca successiva rammenteranno l'operato del F. non faranno mai menzione di un suo periodo di permanenza a Parigi.
La moderna analisi di un codice vaticano, contenente quaestiones giuridiche prodotte fra XII e XIV secolo, riporta una quaestio disputata: "In studio Cremonensi... in scolis domini Ugolini de la Fontana legum professoris" (Bibl. apost. Vat., Arch. San Pietro, A. 29, c. 205va). Tale attestazione non può certo attribuirsi ad un omonimo; resta, tuttavia, da chiarire l'evidente riferimento ad un'attiva presenza del F. nella città di Cremona, intorno alla quale non si ha alcuna testimonianza. Forse proprio ad una sua permanenza a Cremona è da attribuire la confusione operata da Bartolo da Sassoferrato, che ricorda il F. come doctor longobardus, non attribuendogli, al contrario dei suoi colleghi, alcun rapporto con la città di Parma.
Vive tracce dell'insegnamento del F. e del suo contributo in materia di diritto penale sono rimaste presso i giuristi delle successive generazioni. In particolare Alberico da Rosciate, all'interno del suo ampio Commentarium de Statutis, cita quaestiones del F. strettamente legate alla pratica d'insegnamento e alle sue lecturae. Lo stesso Alberico, inoltre, sottolinea sempre la stretta concordanza presente fra le opinionì di lacopo d'Arena e quelle del F., suo contemporaneo e conterraneo. Di poco più anziano di Cino da Pistoia, il F. fu da questo molto stimato e lodato; il ricordo del suo insegnamento emerge, infine, nell'opera di Giovanni d'Andrea e del già ricordato Bartolo da Sassoferrato.
Non si conosce con esattezza la data della morte del F., scomparso con ogni probabilità nel primo decennio del XIV secolo. La testimonianza di una lapide conservata a Parma e appartenente ad un Ugolino legum doctor, morto nel 1268, non può essere riferita al F., come è già stato sottolineato dalla letteratura critica: con ogni probabilità essa appartiene infatti al glossatore Ugolino di Porta Ravennate.
Fonti e Bibl.: Iohannes Andreae, Additiones ad Speculum Iudicialis Guilelmi Duranti, II, Lugduni 1531, c. 179r; Cynus Pistoriensis, In dodicem doctissima Commentaria, II, Venetiis 1578, c. 544v; G.B. Caccialupi, De modo studendi in utroque iure, Lugduni 1567, p. 448; Bartolus a Saxoferrato, In primam Codicis partem Commentaria, Venetiis 1615, c. 54r; T. Diplovatazio, Liber de claris iuris consultis, pars posterior, a cura di F. Schultz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, in Studia Gratiana, X (1968), p. 240; B. Angeli, Histoiia della città di Parma, Parma 1591, p. 17; Acta Sanctorum Apr., III, Antwerpiae 1675, c. 508v; O. Bolsi, Adnotationes in iurisc. et iud. Parmenses, Parmae 1723, pp. 11, 46; I. Affò, Mem. degli scrittori e letterati parmigiani, Parma 1789, pp. 234-236; A. Pezzana, Mem. degli scrittori..., VI, 2, Parma 1827, pp. 58 s.; F.C. von Savigny, Geschichte des römischen Rechts im Mittelalter, V, Stuttgart 1850, pp. 445 s.; G. Mariotti, Memorie e doc. per la storia dell'Univ. di Parma, Parma 1888, p. 64; G.M. Monti, Cino da Pistoia giurista, Città di Castello 1924, p. 165; F. Rizzi, I professori dell'Univ. di Parma, Parma 1953, p. 12; M. Bellomo, Le "Quaestiones disputatae". Saggi, in Aspetti dell'insegnamento giuridico nelle università medievali, I, Reggio Calabria 1974, p. 45; A. Romano, Le "Quaestiones disputatae" nel Commentarium de Statutis di A. da Rosciate, ibid., IV, ibid. 1975, pp. 53, 66, 153, 192, 224; Corpus Statutorum almi Studii Parmensis (saec. XV), a cura di U. Gualazzini, Milano 1978, p. LXXII; I codici della Biblioteca del Collegio di Spagna, a cura di D. Maffei, Milano 1992, p. 555.