VERINO, Ugolino
Nacque nel gennaio del 1438 a Firenze, dove morì il 10 maggio 1516.
Discepolo del Landino, ne imitò l'esempio della Xandra intitolando Flametta (1463) una raccolta di 82 elegie su un episodio d'amore; e anche apprese da lui a consertare il classico con il cristiano nella visione intitolata Paradisus: ma ben presto si sottrasse a tali tendenze conciliative per farsi poeta sacro nella paganeggiante Firenze: i 7 libri di Epigrammata (1485) sono tutti di poesie religiose; e cristiana è pure l'ispirazione della Carliade (1480; 1493), ove in Carlomagno si esalta il difensore della Chiesa. Più noto, perché a stampa (Parigi 1583), è il poemetto De illustratione (anzi De gloria urbis florentinae), copioso di notizie cittadine. Nel 1487 gli moriva diciottenne il figlio Michele, malinconica figura di giovinetto precoce, che aveva allora composti i concettosi Disticha moralia, i quali entrarono nelle scuole e serbarono vivo il nome del poeta spentosi così presto. Il vivo sentimento religioso predisponeva Ugolino alla suggestione del Savonarola: bastò una predica a far di lui un piagnone (1490): ma nella disgrazia del frate egli pure lo avversò.
Lasciò inedito un infinito numero di operette.
Bibl.: A. Lazzari, U. e Michele V., Torino 1897. - Per la Flametta: G. Bottiglioni, La lirica latina a Firenze, in Annali d. R. Scuola normale sup. di Pisa, XXV (1913), p. 173. - Per i rapporti con il Savonarola: M. Ferrara, in Gerolamo Savonarola, Prediche, ecc., Milano 1930, p. 372.