uhi
È un hapax in D., ed è interiezione rarissima nella lingua scritta, anche se non rara nell'uso vivo e parlato, come variante di ‛ ohi '; si legge in Pg XVI 64 Alto sospir, che duolo strinse in " uhi! ", / mise fuor prima.
La grafia, preferita a ‛ hui ' di alcuni codici e adottata anche dalla '21, è difesa dal Petrocchi nella nota al verso, dove anche privilegia questa lezione fra le altre della tradizione manoscritta (nui, noi, lui). È l'espressione interiettiva del dolore che Marco Lombardo prova per la cecità morale del mondo terreno, la traduzione sonora del suo iniziale sospiro.
Ci piace pensare che D. sia stato ben convinto della sua scelta, tanto da usare intenzionalmente quel verbo strinse, che non sarà da intendere soltanto come " trasformò ", " ridusse ", ma proprio " strinse ", " restrinse ", valore che ben si adatta a esprimere l'emissione prolungata di quel suono iniziale, che è il più chiuso dei fonemi vocalici.