uiguri
s. m. pl. – Popolazione turcofona di religione musulmana che abita da secoli nello Xinjiang, vasta regione autonoma nordoccidentale della Cina, ricca di materie prime e in posizione militarmente strategica. Gli u. costituiscono l’etnia maggioritaria dello Xinjiang e nel corso del 20° secolo hanno sviluppato sempre più forti sentimenti indipendentisti. Il governo di Pechino, per evitare la diffusione e la radicalizzazione della battaglia per l’indipendenza, già a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento ha tentato una politica assimilazionista, incentivando l’insediamento di cinesi di etnia han nella regione e cercando di reprimere ogni manifestazione pubblica delle tradizioni culturali degli uiguri. Negli anni Novanta la necessità di scongiurare il contagio di fermenti secessionisti, sulla scia di quelli verificatesi nelle ex repubbliche sovietiche turcofone e islamiche dell’Asia Centrale, ha spinto le autorità cinesi a intensificare i controlli e la repressione cercando di isolare la regione dall’esterno. Nel primo decennio del 21° sec. la battaglia degli indipendentisti u. ha ripreso forza presentando, dopo l’11 settembre 2001, anche una deriva fondamentalista con pericolose collusioni con il terrorismo islamico internazionale. Il 5 luglio 2009 la capitale dello Xinjiang Urumqi è stata teatro di una manifestazione di protesta per l’uccisione di due lavoratori u. in una fabbrica di Shaoguan, nel Guangdong. Iniziata pacificamente, la manifestazione è degenerata in rivolta dopo l’intervento in forza della polizia: secondo quanto dichiarato dal governo di Pechino le vittime sono state oltre 190 (in grande maggioranza di etnia han). Le autorità cinesi hanno accusato presunti agitatori stranieri di essere gli istigatori della rivolta e tra questi l’imprenditrice e attivista indipendentista u. Rebya Kadeer, in esilio negli Stati Uniti, tra i nominati per il Nobel per la pace nel 2006. All’indomani della rivolta di Urumqi del 2009 sono seguiti arresti di massa, sparizioni sospette, torture e processi sommari con nove condanne a morte e lunghe pene detentive per centinaia di condannati.