ŪLĀD BŪ SEIF (o Ulād Bū Sēf; in arabo letter. Awlād Abī Sayf)
È il nome di una tribù di origine berbera, ma nel linguaggio arabizzata, in grande maggioranza nomade nella zona di Mizda (Ghibla tripolitana).
Secondo le tradizioni genealegiche indigene essa discenderebbe da ‛Abd an-Nabī Abū Sayf, a sua volta discendente del marocchino ‛Abd al-Mawlà aṣ-Şanhāgī, cioè del ramo etnico dei Ṣanhāgiah, che, trasferitosi dalla sua terra d'origine nel Gebel tripolitano, nel sec. XIV o XV, fondò la zauia di Bū Mādī, a Kiklah, e fu ivi sepolto. La tribù ebbe fin da antico tradizioni religiose, sia per la persona del capostipite, sia per la provenienza marocchina, sia per i molti suoi membri dediti alla vita mistica e ad opere di pietà, sì che tutto l'aggregato gode d'una certa fama di santità, che lo fa considerare come marabutico e designare senz'altro nella Tripolitania col nome di al-Merābṭīn; ha acquistato per ciò anche grande influenza politica tra i nomadi ghiblani. Durante la riconquista dell'interno della colonia, una parte degli Ūlād Bū Seif sembrò aderire all'Italia; ma in effetto solo l'avanzata militare e l'occupazione del vasto e impervio territorio della Ghibla ha portato questi ed altri nomadi all'obbedienza.
Bibl.: E. De Agostini, Le popolazioni della Tripolitania, Tripoli 1917, p. 304 e passim; R. Graziani, La riconquista del Fezzān, Milano 1934; A. Belardinelli, La Ghibla, Tripoli 1935.