Bacci, Ulisse
Giornalista e uomo politico (Barberino Val d’Elsa, Firenze, 1846 - Roma 1935). Fu iniziato alla massoneria nel 1867 e subito aggregato alla segreteria del Grande oriente d’Italia, prima come semplice impiegato poi come segretario generale. Aveva la patente di idoneità all’insegnamento nelle classi ginnasiali, ma non risulta che l’abbia usata. Quando nel 1870 fu fondata la «Rivista della massoneria italiana» ne divenne presto la mente, assumendone la direzione nel 1872. Direttore e poi anche proprietario del periodico ufficiale letto da tutti i massoni italiani, ebbe indubbiamente un ruolo di primo piano nell’indirizzare culturalmente la comunione massonica. Democratico di sentimenti repubblicani, come gran parte della dirigenza del Grande oriente, condivise e spesso guidò dalle pagine della rivista le grandi battaglie per la secolarizzazione del paese, a favore della scuola laica aperta a tutti e del divorzio. Collaborò come critico letterario e come poeta con numerosi periodici romani. Per circa sessanta anni fu l’anima della massoneria italiana. Il 17 novembre 1926 il prefetto di Roma decretò la «sospensione» della rivista massonica, mai più revocata, rovinando economicamente il suo proprietario ed editore. Durante gli anni del fascismo Bacci fu perseguitato dalle misure di polizia, subì la rovina economica e fu abbandonato dai suoi amici.