ULMETUM
Centro militare e civile romano, identificato con l'Ούλμιτῶν ricordato da Procopio (De aedif., iv, 7, 17), oggi Pantelimonul de Sus, presso HîrŞova, al punto d'incrocio tra la via di comunicazione di epoca imperiale romana che da Marcianopolis, attraversando la Dobrugia nel senso della sua lunghezza, giungeva al limes danubiano a Noviodunum e le vie provinciali che legavano le città greche del Ponto con le città lungo il Danubio.
Scavi eseguiti negli anni 1911-1914 da V. Pârvan hanno messo in luce le rovine della fortezza romana e un gran numero di monumenti scultorei ed epigrafici - riutilizzati quale materiale da costruzione - di un singolare interesse per conoscere la vita economica, sociale e militare di U. dal sec. II al sec. IV d. C. e, in un quadro più vasto, la storia della colonizzazione della provincia.
Il centro civile di U. è stato fondato probabilmente all'epoca di Traiano. Nel 140 d. C. è ricordato quale vicus con un conventus di cittadini romani e di traci autoctoni cives Romani et Bessi consistentis vico Ulmeto (C.I.L., iii, 14, 21426) sotto la direzione di un magister.
Nei primi secoli di vita questo centro ha avuto un carattere rurale. Nel sec. III, verosimilmente sotto la pressione dell'attacco gotico, o forse nel sec. IV dev'essere stato costruito il castro che, secondo Procopio, sarebbe stato distrutto dagli Slavi. In ogni caso, tanto la cinta delle mura quanto le costruzioni all'interno di esse scoperte dagli scavi appartengono al sec. VI, come risulta chiaramente dalla pianta generale del castro, dalla tecnica struttiva e da un'iscrizione dell'epoca di Giustiniano, trovata in una torre rettangolare, posta dai soldati che avevano costruito il castro, i lanciarii iuniores.
Lo scavo all'interno del castro ha messo in luce una costruzione absidata, forse destinata all'amministrazione militare e resti di edifici tardi che sorgono su muri più antichi.
U. alla fine del sec. VI d. C., fu distrutta dagli Avari.
Bibl.: V. Pârvan, Cetatea Ulmetum, I. Descoperirile primei campanii de săpături din vara anului 1911, in Analele Acad. române, XXXIV, 1912, n. 8, pp. 495-607; II, 1-2; Descoperirile campaniei a doua Şi a treia de săpături din anii 1912 si 1913, ibid., XXXVI, 1913, n. 10-11, pp. 245-328; 329-420; III. Descoperirile ultimei campanii de săpături din vara anuli 1914, ibid. XXXVII, 1915, n. 10, p. 265-304; R. Vulpe, Histoire ancienne e la Dobroudja, Bucarest 1938, passim; F. F. Russu, Vicus Ultinsium, in Studii Şi cerc. de istoria veche, VIII, 1-4, 1957, pp. 311-315.