ULRICO duca del Württemberc
Nato l'8 novembre 1487, a Reichenweiler in Alsazia, morto il 6 ottobre 1550 a Tubinga, è il più celebre fra i principi della sua casa che portano il suo nome. Salito al trono undicenne, dichiarato maggiore sedicenne, sposato contro voglia a una bambina della casa di Baviera, di temperamento impetuoso e violentissimo, la prima parte della sua vita si risolse in un governo tirannico che gli attirò il bando dall'impero e la sollevazione dei sudditi: domata questa, l'impero e i grandi principi l'avrebbero lasciato tranquillo, se egli, fidente nell'elezione, che credeva prossima, di Francesco II di Francia a imperatore, non si fosse impadronito della città imperiale di Reutlingen (1519): la Lega Sveva e l'imperatore Carlo V intervennero, e il Württemberg passò alla casa d'Austria, e venne posto dal 1522 sotto il governo di Ferdinando I. U., appoggiato e finanziato dalla Francia, si fissò a Montbéliard e quivi si convertì, ad opera dell'Ecolampadio, al protestantesimo.
Al servizio del protestantesimo U. passò la seconda parte della sua vita, servendosi del protestantesimo a sua volta per riacquistare il suo ducato. Fallito un tentativo autonomo di giovarsi del movimento di ribellione dei contadini, U. si rivolse ai principi, e ottenne l'appoggio di Filippo d'Assia.
Scioltasi la Lega Sveva nel 1534, il langravio e il duca irruppero nel Württemberg con 20.000 uomini. La vittoria arrise ai protestanti, che seppero approfittarne per concludere una pace che ridava il Württemberg a U., il quale però s'impegnava a riconoscere la sovranità feudale della casa d'Austria, a non scacciare gli abati cattolici dal ducato, e ad escluderne invece gli zwingliani, che erano esclusi dalla pace religiosa: cosi il Württemberg rimase acquisito alla luterana Confessione d'Augusta.
Il duca procedette subito, assistito dal luterano E. Schnepf e dallo zwingliano A. Blarer, all'organizzazione protestante del Württemberg: all'incamerazione dei beni dei conventi e all'introduzione dell'obbligatorietà del culto luterano si accompagnò la repressione contro gli anabattisti e gli schwenckfeldiani, mentre s'iniziava la riorganizzazione interna dello stato, secondo una tendenza assolutistica.
Da principio i rapporti con Carlo V furono buoni, ma quando l'imperatore, vinta la Francia, iniziò la sua decisa politica antiprotestante, U. fu trascinato nella guerra della Lega di Smalcalda: la guerra finì male per lui, quando il duca d'Alba ebbe occupato Stoccarda (1546). Con un atto di sottomissione personale, con una forte penalità e lasciando in pegno varie fortezze, U. mantenne il ducato, per il quale doveva valere ormai la norma dell'Interim di Augusta. Ma la riorganizzazione assolutistica dello stato sollevava già le rimostranze della popolazione, mentre Ferdinando I insisteva affinché il duca fosse destituito per avere rotto il patto feudale. Solo la morte di U. permise al figlio Cristoforo, che era appoggiato dalla Baviera, di salvare per sé e per i discendenti la successione.
Bibl.: E. Schneider, in Allgemeine deutsche Biographie, XXXIX, pp. 237-43, con bibliografia.