ultra
Nella Francia del periodo rivoluzionario termine che indicava, in origine, chi spingeva all’eccesso la propria ideologia e prassi politica, come abbreviazione di ultrarévolutionnaire, ultrapatriote ecc. Durante la Restaurazione ha definito, come abbreviazione di ultraroyaliste, i partigiani intransigenti della monarchia assoluta, avversari della Carta costituzionale concessa da Luigi XVIII nel 1814. Gli u., dopo aver trionfato nelle elezioni del 1815, dominarono la Camera introvabile (1815-16), cioè la Camera dei deputati che iniziò i lavori all’indomani della sconfitta definitiva di Napoleone, con l’intento di demolire tutti gli ordinamenti nati dalla Rivoluzione; in seguito gli u. prevalsero nuovamente sotto il regno di Carlo X (1824-30). Nel secondo dopoguerra, dal 1950, u. ha assunto in Francia il significato di nazionalista intransigente, oltranzista. In Italia (dove è più comune l’adattamento «ultrà»), u. è usato nel linguaggio politico con il significato di oltranzista, estremista, sia di destra sia di sinistra; in quello sportivo e giornalistico, per indicare un tifoso fanatico di una squadra di calcio, spesso appartenente a gruppi organizzati, autore di atti di vandalismo e di violenza contro appartenenti e sostenitori della squadra avversaria.