BOCCIONI, Umberto
Pittore, scultore, scrittore, nato il 19 ottobre 1882 a Reggio Calabria. Appassionatosi fin da giovinetto per la letteratura e per la pittura, ma contrastato dal padre, si recò a Roma, ove fra il 1898 e il 1902 lavorò nello studio del pittore Giacomo Balla, allora divisionista. Nel 1902 andò a Parigi a studiare l'impressionismo, quindi partì per Pietroburgo quale insegnante di pittura d'una signorina. I quadri dipinti nei sette mesi passati in Russia sono stati dispersi. Nel 1904-1906 lavorò tra Padova e Venezia. Dopo un periodo di squallida miseria sofferta a Milano, conobbe F. T. Marinetti che da tre mesi aveva fondato il Movimento Futurista, ancora unicamente diretto da poeti. Egli vi aderì e l'11 febbraio 1910, insieme con Luigi Russolo, G. Balla, G. Severini e Carlo Carrà, lanciò il primo Manifesto dei pittori futuristi. Seguì l'11 aprile 1910 il Manifesto tecnico della pittura futurista. Questi due manifesti, che già contengono tutta la dottrina futurista del dinamismo plastico, la modernolatria, la concezione di una pittura basata sulla sensazione dell'oggetto e non sull'oggetto stesso, la transfigurazione della realtà, la solidificazione dell'impressionismo, furono dal B. spiegati e difesi in violente battaglie. Nel febbraio 1912 inaugurò con Marinetti la prima esposizione futurista parigina alla Galerie Bernheim jeune. Seguirono le esposizioni di Londra, Bruxelles e Berlino, dove i quadri futuristi, acquistati in blocco, divennero una mostra circolante che suscitò movimenti futuristi in numerose città d'Europa. L'11 aprile 1912 lanciò il Manifesto tecnico della scultura futurista, nel quale veniva ideata la dottrina del complesso plastico di linee-forze. Nel giugno 1913 inaugurava con un discorso la sua prima esposizione di scultura alla Galerie de la Boëtie.
Convinto sostenitore della partecipazione dell'Italia alla grande guerra, prese parte col Marinetti a vivaci dimostrazioni interventiste, e allo scoppio delle ostilità si arruolò volontario ciclista con il Marinetti e con i pittori futuristi Sant'Elia, Russolo, Erba, Funi, Sironi. Trasformato in alpino, combatté a fianco degli stessi artisti sull'Altissimo, all'assalto di Dosso Casina. Trasferito nell'artiglieria, il 16 agosto 1916, nel villaggio di Sorte (Verona), cadde da cavallo percotendo il capo e morì all'alba del giorno successivo.
Collaborò giovanissimo a giornali di Catania. Da futurista scrisse assiduamente in Lacerba, Vela latina e negli Avvenimenti con studî sulla plastica, manifesti, parole in libertà e sintesi teatrali. V. anche la voce futurismo e relativa bibliografia.
Opere principali: Di pittura: Stati d'animo (1911), Elasticità (1911), Scomposizione di figure a tavola (1912), Antigrazioso (1912), Materia (1912), Foot-ballers (1914). Di scultura: Testa + finestra, Sintesi del dinamismo umano (1912), Forme uniche della continuità nello spazio (1913). Opere letterarie e critiche: Pittura scultura futuriste: dinamismo plastico, Milano 1914; Il teatro sintetico futurista (in collaborazione con Marinetti, Settimelli, Bruno Corra, ecc.), Milano 1913; Opera completa (con prefazione di Marinetti), Foligno 1927.
Bibl.: M. G. Sarfatti, U. B., in Vita d'arte, XVI (1917), pp. 41-59.