BOSSI, Umberto
Uomo politico, nato a Cassano Magnago (Varese) il 19 settembre 1941. Intrapresi gli studi di medicina, li abbandonò definitivamente alla fine degli anni Settanta, per dedicarsi all'attività politica avvicinandosi alle posizioni del leader dell'Union Valdôtaine B. Salvadori, uno dei punti di riferimento, in Italia settentrionale, di una serie di movimenti collegati tra loro da comuni istanze autonomiste e rivendicazioni etnico-regionali. Proprio in nome della riaffermazione della cultura, della storia e della lingua lombarda, nel 1982 B. fondò il settimanale Lombardia autonomista (dal 1992 Lega Nord) e nel 1984 diede vita, divenendone segretario federale, al movimento della Lega Lombarda. Eletto senatore nel 1987, due anni dopo promosse un'alleanza elettorale con Liga Veneta, Piemonte Autonomista e altre leghe minori, denominata Lega Nord e trasformatasi nel 1991 in un vero e proprio partito (sotto forma di federazione unitaria).
In questi anni B. cominciò ad affiancare alla matrice etnica, fattore di coesione e di penetrazione sociale ritenuto ormai insufficiente, il più largo concetto di territorio come comunità di interessi, accentuando la critica all'invadenza dei partiti nella gestione della cosa pubblica e allo stato centralistico, da riformare in senso federalista.
Leader indiscusso della Lega Nord, deputato dal 1992, B. intraprese la via dell'intesa con altre forze politiche in seguito alla modifica della legge elettorale nazionale in senso maggioritario e alla battuta d'arresto subita dal suo partito nelle elezioni amministrative del 1993. Sulla base di questi sviluppi decise quindi di accordarsi con S. Berlusconi e di contribuire alla nascita del Polo delle Libertà, l'alleanza elettorale stretta con Forza Italia nelle regioni settentrionali e risultata vittoriosa nelle consultazioni politiche del marzo 1994. Rappresentanti della Lega Nord entrarono anche a far parte, in maggio, del governo di centro-destra presieduto dallo stesso Berlusconi, che dopo pochi mesi, a dicembre, fu però messo in crisi proprio dalle dimissioni dei ministri leghisti. Parallelamente al sostegno dato al successivo governo 'tecnico' formato nel gennaio 1995 da L. Dini, B. maturò la convinzione che la politica delle alleanze su temi nazionali avrebbe minacciato l'identità del partito e decise di rilanciarne la connotazione strettamente nordista, adottando una linea separatista tesa al riconoscimento della cosiddetta Repubblica del Nord, dotata di un proprio Parlamento con sede a Mantova. Parlamentare europeo dal giugno 1994, B. è stato confermato deputato nelle elezioni politiche dell'aprile 1996, alle quali la Lega Nord si presentò da sola, al di fuori dei due schieramenti dell'Ulivo e del Polo per le Libertà, ottenendo un brillante successo (10,1% della quota proporzionale alla Camera).
Attestatosi su una linea apertamente secessionista e facendo uso di un linguaggio politico dai toni crudi e popolareschi, nei mesi successivi B. ha continuato a rivendicare l'indipendenza della 'Nazione del Nord', intesa come area multiregionale fortemente integrata comprendente i popoli dell'Italia settentrionale, consapevoli di formare una comunità naturale, la Padania. Su questa base ha promosso a giugno la costituzione di un sedicente governo provvisorio della Padania e a settembre una manifestazione lungo il Po, terminata, a Venezia, con una sorta di proclamazione di indipendenza dei popoli padani. Nell'ottobre 1998, di fronte al rischio di un crescente isolamento del suo partito, B. promuoveva, con l'approvazione della platea congressuale riunita a Brescia, un ulteriore cambiamento di linea politica. Recuperata l'istanza federalista, per la sua affermazione la Lega Nord avrebbe dovuto puntare, in prospettiva, a un costante inserimento all'interno dell'area di governo.
Insieme al giornalista D. Vimercati ha pubblicato Vento dal nord (1992) e La rivoluzione (1993).
bibliografia
I. Diamanti, La Lega. Geografia, storia e sociologia di un nuovo soggetto politico, Roma 1993;
G. Miglio, Io, Bossi e la Lega. Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Milano 1994.