GABBI, Umberto
Nato a Casteldidone, in provincia di Cremona, il 19 apr. 1860, conseguì nell'Istituto di studi superiori di Firenze la laurea in scienze naturali nel 1882 e quella in medicina e chirurgia nel 1885, entrambe a pieni voti. Nella facoltà medica si era formato alla scuola di illustri maestri, quali C. Federici, G. Pellizzari, L. Luciani, P. Mantegazza, A. Filippi. Divenuto, due mesi dopo la laurea, medico astante dell'Arcispedale S. Maria Nuova di Firenze, potè provvedere al proprio sostentamento e proseguire negli studi, ricoprendo nel contempo l'incarico di assistente onorario presso la clinica medica fiorentina del Federici. Nell'aprile del 1886 seguì il corso di batteriologia di G. Bordoni-Uffreduzzi, il primo tenuto in Italia.
Nell'ottobre dello stesso anno, classificatosi primo al relativo concorso per esami, divenne assistente effettivo presso la clinica medica, e fu poi riconfermato nel ruolo per i bienni 1887-88 e 1888-89.
Nel 1888 il G., usufruendo di un assegno per un posto di perfezionamento all'estero, trascorse un semestre estivo a Berlino, ove seguì un corso di batteriologia presso l'Istituto di igiene diretto da R. Koch e frequentò le lezioni cliniche di K.C.A. Gerhardt e di E.V. von Leyden. Ottenuto un nuovo assegno per l'estero, nel 1889 fu a Friburgo, presso la scuola di E. Ziegler, a perfezionarsi in anatomia patologica. Ottenuta nello stesso anno la nomina ad aiuto presso la clinica medica di Firenze, fu riconfermato nel ruolo per il triennio 1891-93 dal Federici e per quello 1893-95 da P. Grocco, che era succeduto al Federici. Intanto, conseguita nel 1890 la libera docenza in patologia speciale medica, nell'anno scolastico 1890-91 veniva incaricato dell'insegnamento di tale disciplina, il cui titolare era deceduto, e per un bimestre della supplenza di quello di clinica medica. Nel successivo anno scolastico 1891-92 ebbe l'incarico dell'insegnamento della clinica medica propedeutica e supplì nuovamente il Federici in quello della clinica medica.
Nel 1893 il G. partecipò al concorso per professore ordinario di clinica medica dell'università di Pisa, riportando l'eleggibilità. Dopo aver preso parte anche ai concorsi per le cattedre di clinica medica dell'università di Palermo e di patologia medica di quella di Napoli, nel 1895 fu nominato professore straordinario di patologia speciale medica dell'università di Messina. In questa sede tenne anche per cinque anni il corso libero di microscopia e chimica clinica e per tre anni quello di clinica pediatrica. Divenuto ordinario nel 1902, organizzò il reparto ospedaliero e il laboratorio di analisi chimico-cliniche annesso all'Istituto di patologia medica. Nel 1903, vinto il relativo concorso, assunse la direzione della cattedra di clinica medica dell'università di Messina: subito avviò la completa riorganizzazione dell'istituto, dando vita a una nuova ed efficiente struttura che inaugurò nel 1907. La clinica fu però distrutta dal terremoto del 1908, nel quale il G. perse anche una figlia; nella tragedia, tuttavia, mirabile fu l'impegno del clinico nel recare soccorso ai feriti e ai bisognosi, tanto che gli fu conferita la medaglia d'argento per la sanità pubblica. Il G., rimasto privo di sede, fu allora ospitato nell'università di Roma da G. Baccelli, che gli offrì la disponibilità di alcuni locali della sua clinica per ricoverare i malati e organizzare un laboratorio di ricerche e di analisi cliniche, alla cui dotazione contribuì la Direzione della sanità pubblica. Per consentirgli il proseguimento dell'attività didattica e scientifica, particolarmente in relazione agli studi su importanti argomenti di infettivologia, il G. fu comandato per gli anni accademici 1908-09 e seguenti, fino al 1916-17, a impartire presso l'università di Roma un corso complementare di malattie tropicali (l'insegnamento ufficiale della disciplina sarebbe stato istituito nell'ateneo romano solo nel 1930).
Nel 1910 il G. fu a Tripoli, ove organizzò la lotta contro l'epidemia di colera che vi infieriva ricevendo un encomio solenne, e nel 1911 in Grecia, nelle isole Egee, a condurre importanti studi di patologia tropicale. Già membro della commissione reale per la lotta contro la malaria in Sicilia nel 1906-08, nel 1912 fu presidente della commissione per lo studio e la lotta contro le malattie tropicali.
Arruolatosi volontario allo scoppio del primo conflitto mondiale, fu consulente medico del VII e IX corpo d'armata con il grado di maggiore generale, quindi ispettore per incarico della Direzione generale di sanità dei focolai di malattie infettive esotiche manifestatisi nelle retrovie, infine direttore della clinica medica militare di Roma e consulente di corpo d'armata fino al 1919. Durante il periodo bellico fu tra i primi a individuare clinicamente le pandemie influenzale ed encefalitica fra le truppe in linea. Per la sua attività medico-militare ricevette un encomio solenne e la medaglia d'argento al merito sanitario.
Nel 1918, chiamato con voto unanime della facoltà medica, il G. assunse la direzione della clinica medica dell'università di Parma, ove concluse la sua carriera. Nella nuova sede organizzò corsi di crenoterapia e di istologia per medici, fondò l'Associazione amici dell'università di Parma, istituì borse di studio per studenti indigenti. Nel 1930 organizzò e diresse una spedizione scientifica in Eritrea, i cui risultati espose al ministero delle Colonie in un volume-relazione (Missione scientifica per l'Eritrea. Relazione a s.e. E. De Bono…, Roma 1930).
Dotato di notevole personalità scientifica, il G. fu noto in campo didattico e in quello della ricerca.
Autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche, recò contributi clinici e sperimentali in vari settori della patologia e della clinica medica. Fu autore di osservazioni in campo ematologico (Le cellule globulifere dei ganglii linfatici, in Lo Sperimentale, XL [1886], 58, pp. 126-143; Die Blutveränderungen nach Exstirpation der Milz in Bezierhung zur hämolytischen Function der Milz, in Beiträge zur pathologischen Anatomie und zur allgemeinen Pathologie, XIX [1896], pp. 647-662), neurologico (Contributo clinico alle paralisi spastiche dell'infanzia, in Il Policlinico, sez. medica, III [1896], pp. 309-319; Le alterazioni del cervello nell'uremia umana acuta, in Clinica medica italiana, XXXVII [1898], pp. 367-374; Epilessia jacksoniana da meningite cistica sierosa, in Giornale di clinica medica, III [1922], pp. 259-267; Emorragia del ponte. Sindrome Millard-Gubler, ibid., pp. 296-300; Emiplegia destra ed emianestesia da emorragia nella metà posteriore della capsula interna. Reperto anatomico, ibid., pp. 388-393; Tumore cerebrale (dei lobi frontali?), ibid., pp. 417-423; Tumore cerebrale della base (gangli centrali di sinistra?), ibid., pp. 466-474; Tumore della zona motrice destra del cervello, ibid., IV [1923], pp. 668-674), cardiologico (Il ventricolo sinistro nel doppio vizio mitrale con grande prevalenza della stenosi, in Lo Sperimentale, XLI [1887], 60, pp. 129-145; Sui rumori anemici del cuore, ibid., sez. clinica, XLIX [1895], pp. 542-547; Lo sdoppiamento del secondo tono nella stenosi mitralica, in La Riforma medica, XIX [1903], pp. 342-346; Vizio aortico e mitralico; pericardite superiore; rarità semeiotica della polmonare, in Giornale di clinica medica, IV [1923], pp. 385-390; Polso raro permanente (blocco totale del cuore; sindrome di Stokes-Adams), ibid., pp. 548-553, 584-590). Condusse studi sperimentali sull'albuminuria (Sull'albuminuria sperimentale per iniezioni di ovoalbumina, in Arch. ital. di clinica medica, XXXV [1896], pp. 300-331, in coll. con C. Verdelli) e sull'endocardite tifica (Sulla endocardite tifica sperimentale, in Giorn. internaz. delle scienze mediche, n.s., XIX [1897], pp. 997-1004, in coll. con V. Pugliatti), fu autore di osservazioni cliniche sull'anemia da anchilostomiasi (Sulla patogenesi dell'anchilostomoanemia, in La Riforma medica, XIX [1903], pp. 673-679; Sulla genesi dell'anemia e della febbre negli anchilostomiaci, in Riv. critica di clinica medica, X [1909], pp. 429-435) e di indagini batteriologiche sulla cosiddetta pseudoleucemia (Ricerche sull'etiologia della pseudoleucemia; indagini batteriologiche ed osservazioni critiche, in Lo Sperimentale, XLVI [1892], pp. 407-443, in coll. con O. Barbacci). Fra i numerosi contributi del G. va ancora ricordato il particolare rilievo semeiologico di un soffio sistolico epigastrico apprezzabile nella zona di proiezione cutanea del dotto cistico nei soggetti portatori di voluminosi calcoli della colecisti, che interpretò come conseguenza della pressione esercitata dalla formazione patologica sull'arteria cistica (Dei rumori di soffio arterioso epatico in genere, ed in particolare di uno osservato in un caso di colica epatica, in Rivista clinica, XXVIII [1889], pp. 95-104; Dei rumori di soffio nella colica epatica. (Caso clinico e considerazioni), in Lavori del Congresso di medicina interna 1889, II, Milano 1890, pp. 77-84) e l'accurato studio del significato e del valore diagnostico della propagazione del rumore respiratorio (Della propagazione del rumore respiratorio nella cavità gastrica ed addominale e della sua importanza diagnostica, in Rivista clinica, XXVIII [1889], pp. 177-200).
Ma i più importanti studi del G. furono quelli concernenti le malattie infettive. Anzitutto fornì la dimostrazione della possibilità, sia pure rara, della localizzazione tonsillare dello pneumococco (Sopra un caso di tonsillite follicolare acuta infettiva. Contributo allo studio delle rare localizzazioni del virus pneumonico (microbio capsulato del Fränkel), in Lo Sperimentale, XLIII [1889], pp. 388-398), del quale descrisse anche altre azioni patogene extrapolmonari (Beitrag zur Lahre der saltenene Lokalisationen des Virus pneumoniae. (Periarthritis, Endocarditis und Meningitis), in Zentralblatt für Bakteriologie und Parasitenkunde, VIII [1890], pp. 137-141, in coll. con G. Puritz). Si interessò poi della malaria, delineando le principali caratteristiche epidemiologiche e valorizzando la lotta antimalarica (La lotta contro la malaria nei paesi civili, in Rivista d'Italia, XIII [1910], pp. 599-615; Patogenesi e terapia della perniciosità dell'infezione malarica, in Annali di clinica medica, V [1914], pp. 225-236), e della diffusione di alcune malattie infettive durante il periodo bellico (Dissenteria amebica, note epidemiologiche, cliniche e profilattiche, in Annali di medicina navale, XXII [1916], pp. 1-24; Sulla sindrome, anatomia patologica ed etiologia della dissenteria bacillare osservata nei prigionieri austriaci provenienti dalla Serbia e raccolti nell'Asinara, in Malaria e malattie dei paesi caldi, VII [1916], pp. 151-159, in coll. con F. Vanzetti; Febbre da trincea, in Gazzetta medica siciliana, XIX [1916], pp. 558-562; Meningite cerebrospinale epidemica, in Arch. per le scienze mediche, XL [1916], pp. 138-145; Malattie nuove o risorte nella patria in armi e mirabili difese, in Boll. della Soc. medica di Parma, s. 2, XI [1918], pp. 29-33; Sulla broncopolmonite epidemica e contagiosa della passata pandemia, ibid., XII [1919], pp. 73-78 e in Giorn. di clinica medica, I [1920], pp. 1-13).
Nel campo delle malattie infettive i risultati più importanti ai fini dottrinali e pratici furono raggiunti dal G. con una serie di ricerche cliniche, epidemiologiche e sperimentali relative alla brucellosi e alle leishmaniosi, nel corso delle quali riuscì a dimostrare, rispettivamente, che Brucella abortus di Bang, agente etiologico della brucellosi bovina, è patogeno anche per l'uomo (Febbre di Malta e febbre di Napoli: risposta al prof. E. Scalese, in Giorn. internaz. delle scienze mediche, n.s., XXIX [1907], pp. 145-153; La febbre di Malta o del Mediterraneo (setticemia di Bruce) in Italia, in LaRiforma medica, XXIV [1908], pp. 85-89; Sul potere patogeno nell'uomo del bacillo di Bang, in Giorn. di clinica medica, IX [1928], Suppl. 16, pp. 3-15; X [1929], pp. 819-826; Morbus Bruce e morbus Bang, ibid., XIV [1933], pp. 166-193) e, in polemica con il celebre batteriologo C.-J.-H. Nicolle, che responsabile delle forme morbose note come kala-azàr e leishmaniosi infantile è lo stesso agente patogeno (Il kala-azàr infantile e la leishmania infantum al lume delle ultime ricerche, in Malaria e malattie dei paesi caldi, III [1912], pp. 336-347; Il kala-azàr indiano e mediterraneo sono identici, in Pathologica, VI [1913-14], pp. 69-74; Il kala-azàr indiano e mediterraneo sono identici; nuove indagini sperimentali, in Malaria e malattie dei paesi caldi, V [1914], pp. 14-22; Sulla unità etiologica delle varie leishmaniosi, ibid., VIII [1917], pp. 10-20). Ancora in tema di leishmaniosi, durante la sua missione scientifica in Grecia poté chiarire che la malattia ivi denominata ponos, già oggetto di ricerche rimaste senza esito da parte di studiosi inglesi e francesi, è in realtà una forma di kala-azàr (Infezione melitense dell'umano e delle capre in alcune città delle coste della Grecia. Il ponos è kala-azàr, ibid., I [1910], pp. 145-150).
Tra i numerosi altri interessi del G. va ricordata anche l'attenzione che prestò ai problemi del volo umano, specialmente nei suoi aspetti fisiopatologici in relazione alla possibilità dello sviluppo di una sanità militare aeronautica (Aviazione militare sanitaria, in Giorn. di clinica medica, VII [1926], pp. 637-658).
Oltre ai numerosi articoli e lavori scientifici, dei quali si sono qui ricordati alcuni dei più significativi, il G. curò le traduzioni, rispettivamente dal tedesco e dall'inglese, delle opere di F. Schilling e H.C. Bastian: Trattato di dietoterapia (traduz. di C. Federici riveduta e adattata dal G.), Firenze 1896, e Terapia dell'afasia e degli altri disturbi del linguaggio, Torino-Milano-Roma 1901. Scrisse il capitolo Malattie dei reni del Trattato completo di patologia e terapia medica speciale, diretto da A. De Giovanni, IV, Milano s.d., pp. 3-113. Fu inoltre autore di varie pubblicazioni, assai note e apprezzate tra i medici e gli studenti, delle quali si ricordano: Semeiotica: breve compendio dei metodi fisici di esame degli infermi, Milano 1897, 2ª ed., ibid. 1912; Malattie tropicali dell'Italia meridionale e delle isole, 2 voll., Messina 1911; Trattato elementare di patologia esotica, ad uso dei medici e studenti, Roma 1915; Compendio di semeiotica delle malattie nervose, Milano 1920; Lezioni di clinica medica, ibid. 1924.
Molto attivo nella promozione della stampa medica, il G. fu redattore capo di vari periodici: Lo Sperimentale, Salsomaggiore termale, Segno, e ne fondò altri: Borelli, Archivio trimestrale di patologia tropicale, Malaria e malattie dei paesi caldi, Giornale di clinica medica, Archivio fascista di medicina politica, Bollettino della Società di medicina ed igiene coloniale.
Si impegnò in campo medico-sociale promovendo la lotta contro l'alcolismo e le malattie veneree, la difesa dell'ente maternità e infanzia, la protezione dell'infanzia africana, la bonifica integrale.
Aderente in gioventù al partito liberale conservatore, si iscrisse poi al Partito nazionalista italiano e nel 1914 fu fervente interventista. Quando, nel 1923, i nazionalisti confluirono nel Partito nazionale fascista (PNF), il G. ne prese la tessera. Vicesegretario del direttorio provinciale e membro del consiglio federale del PNF di Parma, nelle elezioni del 1924 fu eletto deputato alla Camera; nel maggio 1929 fu nominato senatore del Regno.
Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, fece parte del comitato scientifico dell'aviazione militare, dell'Istituto coloniale fascista, del comitato di vigilanza delle terme di Salsomaggiore, del comitato medico del Consiglio nazionale delle ricerche. Fu presidente della International Society of medical hydrology di Londra e del Fascio medico parlamentare. Per i suoi studi sulla brucellosi e sul kala-azàr ricevette il premio Santoro dell'Accademia dei Lincei. Fu grande ufficiale della Corona, commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine Coburgo-Gotha e dell'Aquila rossa, della stella al merito coloniale.
Morì improvvisamente in treno, presso Firenze, la sera del 6 marzo 1933.
Fonti e Bibl.: Necr. in Annuario della R. Università degli studi di Parma, a.a. 1933-34, Parma 1933, pp. 99-104; L'Ateneo parmense, V (1933), pp. 194-199; Giornale di clinica medica, XIV (1933), pp. 1685-1690; La Scuola superiore, I (1933), pp. 79 s.; U. G., in La Medicina italiana, XI (1930), pp. 735-737; A. Ferrannini, Medicina italica. (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 173; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, p. 234; II, p. 492; G. Cosmacini, Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo. Dalla "spagnola" alla 2° guerra mondiale, Roma-Bari 1989, pp. 213 s., 266; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 469.