SABA, Umberto
Poeta, nato a Trieste il 9 marzo 1883; a Trieste vive, e Trieste si scorge da ogni angolo della sua poesia. Pochi i casi della sua vita che interessino l'arte (cfr. i quindici sonetti dell'Autobiografia, in Figure e Canti).
L'addentellato del S. nella tradizione potrebbe indicarsi non, come talvolta fu scritto, in Leopardi; ma in qualcuna delle minori liriche del Tasso; o piuttosto in ciò che il Metastasio dedusse dal Tasso, con modulazioni nelle quali la parola perde di sostanza figurativa e dialettica, e s'esala in sospiro, in melodia. Nelle prime raccolte: Coi miei occhi, Versi militari, ecc., che poi andarono a far parte del Canzoniere, è più vivacità e acredine di sensazioni immediate; che è quanto il S. poteva pagare al gusto impressionista d'anteguerra. La sua evoluzione s'è compiuta verso una tranquilla mestizia d'accento e una più musicale delicatezza, nelle quali la sua natura popolare e la sua inclinazione gnomica s'atteggiano con un che d'ariosamente antico e "classico".
L'opera poetica è finora riunita nei volumi: Il Canzoniere (1900-1921; Trieste 1921); Figure e Canti (Milano 1926); Tre composizioni (ivi 1933); Parole (ivi 1935). Alcune liriche: A mia moglie, La capra, Tre vie, Favoletta, ecc. furono tradotte in quasi tutte le lingue d'Europa.
Bibl.: P. Pancrazi, Venti uomini, un satiro e un burattino, Firenze 1922; G. De Benedetti, Saggi critici, ivi 1929; A. Consigli0, Studi di poesia, ivi 1934. Cfr. poi il n. unico di Solaria, maggio 1928.