umilmente (umilemente)
Nella Vita Nuova designa l'atteggiamento di cortese premura delle donne nei confronti del poeta sofferente (pregava l'una l'altra umilemente, XXIII 20 24); ma all'omaggio cortese allude specificamente in Rime LXXXIV 13, attraverso la personificazione del sonetto inviato alla gentilissima. E se in Vn III 12 13 (lei paventosa umilmente pascea) u. indica il modo blando con cui Amore, nella figurazione del primo sonetto, fa mangiare alla donna il cuore del poeta, a escludere la ‛ violenza ' dell'operazione, in Rime CIII 38 la durezza del tema gli fa assumere una sfumatura realistica, trattandosi dell'atteggiamento avvilito del poeta, prostrato dai colpi di amore e implorante mercè.
Nella Commedia u. ricorre nel senso di " cortesemente " (mi fui umilmente disdetto, Pg III 109) e in quello di " rispettosamente " (chinò le ciglia, / e umilmente ritornò ver' lui, VII 14; cfr. Fiore XII 8 salutato / umilemente l'ebbi a capo chino).
In Pg IX 108 u. si riferisce alla contrizione del peccatore che chiede l'accesso all'espiazione (Chiedi / umilemente che 'l serrame scioglia), mentre in Pd XXII 90 riguarda la virtù sulla quale s. Francesco fondò il suo ordine. Per due volte l'avverbio è assunto a qualificare il senso del limite col quale l'uomo deve accostarsi alle cose divine: in Pd XXI 105 D., rinunciando a chiedere oltre spiegazione della predestinazione, rivolge u. a Pier Damiano un'altra domanda, e in XXIX 93 viene contrapposto alla superbia del filosofare l'atteggiamento di chi umilmente... s'accosta alla Scrittura. Così in Cv IV XXIV 16 u. è accostato in una dittologia a obedientemente per indicare il giusto atteggiamento dell'educando.
Nel Fiore con u. si designa sia il comportamento rispettoso, come si è visto, sia quello che si oppone alla tracotanza e alla superbia (contra lo Schifo, ch'è molto oltraggioso, / e per sembianti fiero e coraggioso / ... venne... umilmente, CCVII 3). Nel Detto u. è riferito alla dolcezza del parlare che sembra quasi sovrumana (sì umilmente parla / che boce d'agnol par là, v. 237).