Un dì si venne a me Malinconia
Sonetto (Rime LXXII), che sull'esempio del Barbi i critici - a eccezione del Gardner - hanno accolto fra le rime dantesche, senza più dubbi sulla sua autenticità; fu trasmesso nel passato, a differenza di altri componimenti dello stesso autore, soltanto in poche edizioni: col nome di D. solo nel codice Vaticano Barberiniano lat. 3953 (già XLV 47), di Niccolò De' Rossi, e di là, appunto, lo trasse il Barbi per la sua stampa del '21, apportando appena qualche lieve variante al testo consueto della tradizione (adottò, ad es., le forme ch'ella [v. 3], di novo [v. 9], di vero [v. 11], eo li [v. 12], el ed eo [v. 13], mor [v. 14], invece delle corrispondenti che la, di novel, davvero, io gli, ei ed io, muor, di solito usate nelle altre edizioni).
Lo Zingarelli lo reputò " più un centone dantesco, che un componimento genuino ", dove spesso " il tono è grave, con perfetta fusione d'insieme, accenti semplici e profondi ", e asserì, senza ambagi, di provare ritegno a dichiararlo " proprio di Dante ", considerando che in tal caso esso " dovrebbe appartenere all'alto periodo del suo più alto lirismo ", a quello, cioè, che precede " il pianto per la morte di Beatrice ", e al quale si riferisce, fra l'altro, la singolare canzone del lugubre sogno Donna pietosa e di novella etate (Vn XXIII 17-29).
In realtà, però, il contenuto del sonetto, in cui si accenna all'imminente morte della donna amata, non esclude che esso sia stato composto intorno a quel medesimo tempo. La stessa immagine di Amore che, in atteggiamento confidenziale, vestito a lutto e piangente dà al poeta l'annunzio fatale, richiama, sotto certi aspetti, quella figura misteriosa, quasi un fantasma, che nella canzone del tragico vaneggiamento annuncia la grave sciagura: ed omo apparve scolorito e fioco, / dicendomi: - Che fai? Non sai novella? / Morta è la donna tua, ch'era sì bella (vv. 54-56). Nel sonetto, è vero, non c'è nulla di quel drammatico delirio concitato e pauroso, perché la scena è molto più semplice e composta, e la dolorosa notizia è consegnata da Amore a poco a poco: ma la conformità dell'argomento e il tono psicologico quasi consimile - almeno in talune parti - fanno ritenere probabilmente dello stesso periodo, o quasi, le due composizioni.
I sentimenti, nel sonetto, sono personificati - specie all'inizio, in cui la Malinconia, a somiglianza di certe rime dell'Angiolieri, è accompagnata da Dolore e Ira -, come spesso accade nella poesia medievale e in tante liriche dello Stil nuovo (e nel medesimo D. della giovinezza); ma la descrizione dei vari episodi è così viva e sottile (si pensi, soprattutto, al modo con cui il contenuto tragico è comunicato, gradualmente, da Amore al poeta) da far opinare, invece, che essa sia fattura - come dice il Contini - " di un lirico perfettamente maturo ", anche se per esser " troppo alla mano " non può " essere assunta nel rarefatto clima della Vita Nuova ". Per " ragioni linguistiche e tonali " lo stesso Contini ha avvicinato questo componimento al sonetto giovanile Deh, ragioniamo insieme un poco, Amore (Rime LX).
Bibl. - Zingarelli, Dante 239; E.G. Gardner, in " The Times Literary Supplement " 24 nov. 1921; Contini, Rime 73, 48; Barbi-Maggini, Rime 272-274.