Il nuovo alfabeto della vita
Presto più della metà degli abitanti del pianeta utilizzerà Internet e non è più fantascienza anche la connessione reciproca dei più diversi dispositivi in ambito urbano o produttivo, nelle abitazioni e nei trasporti. Governance, regole e accordi internazionali sono ormai indispensabili.
A oltre 40 anni dai primi passi come rete di ricerca e a oltre 20 dall’invenzione del web, Internet sta continuando la sua espansione su più livelli. Allo stesso tempo, però, la Rete sta affrontando un periodo di transizione che determinerà, a seconda di alcune scelte cruciali, il suo futuro.
Per quello che riguarda l’espansione, il numero di persone che utilizzano la Rete si sta avvicinando alla metà degli abitanti del pianeta; secondo i dati della International telecommunication union, infatti, nel 2013 erano già il 39% ed è questione di poco il superamento della soglia dei 3 miliardi di utenti. Da notare che ormai la maggior parte degli utenti accede a Internet tramite connessioni wireless.
È un’espansione, tuttavia, tutt’altro che uniforme, dal momento che segue la distribuzione della ricchezza sia tra paesi sia all’interno dei paesi stessi. È quindi alimentata dal crescente peso economico (e culturale) di alcuni paesi asiatici, Cina in testa, con però differenze molto forti tra aree urbane e zone rurali. I paesi occidentali, che per primi hanno adottato Internet, sono invece divisi tra quelli (come gli USA e gli stati dell’Europa settentrionale) che hanno portato on-line una netta maggioranza dei loro cittadini e quelli, tra cui l’Italia e alcuni stati dell’Europa orientale, che a fatica hanno portato on-line circa metà della popolazione.
Nel caso dell’Italia i motivi del ritardo digitale sono attribuibili in parte a problemi storici, come il basso livello educativo degli italiani, in parte a problemi contingenti come la recessione economica in corso, particolarmente seria per l’Italia, e l’incapacità (o mancanza di volontà) della classe dirigente soprattutto in relazione al ritardo infrastrutturale, ovvero al fatto che in molte zone del paese la banda larga non c’è e, dove c’è, è molto lenta rispetto agli altri paesi OCSE.
L’espansione di Internet non si limita, tuttavia, a un numero crescente di utenti, ma riguarda anche – e sempre di più – gli oggetti, ovvero lo spazio fisico.
Dopo anni di ricerche, infatti, la cosiddetta ‘Internet delle cose’ sta arrivando a maturazione. Si prevede, quindi, che nei prossimi anni si connetteranno a Internet prima milioni e poi miliardi di dispositivi in tutti gli ambiti, dal produttivo ai mezzi di trasporto, dagli spazi urbani alle abitazioni.
Ai flussi legati alle persone, dunque, presto si aggiungeranno i dati che le macchine si scambieranno in autonomia tra di loro.
In parallelo alla continua espansione della Rete, tuttavia, si registra anche un forte aumento dell’attenzione internazionale su alcuni temi cruciali relativi al governo della Rete, la cosiddetta ‘Internet governance’.
L’attenzione sulla governance viene da lontano, ovvero dalla fine del secolo scorso, quando divenne chiaro a tutti che la Rete si sarebbe affermata come la principale piattaforma di comunicazione a livello globale. Da quel momento, numerosi Stati nazionali iniziarono a rivendicare il diritto di avere voce in capitolo nel governo di Internet, spingendo per una governance meno influenzata – nella cultura e nei fatti – dagli Stati Uniti. Dopo anni di rivendicazioni, e a valle delle rivelazioni di Edward Snowden, nel 2014 avviene la svolta: il governo USA annuncia che prenderà in considerazione il trasferimento di alcune funzioni di controllo della Rete, fino a quel momento gestite dal Ministero del Commercio USA, verso una nuova entità internazionale ancora da definire.
Nell’autunno 2015 si conoscerà l’esito di questa ouverture.
Contemporaneamente sui tavoli dei governi in tutto il mondo si discute di almeno altre 2 questioni fondamentali: la cosiddetta ‘neutralità della Rete’ e la possibile ‘territorializzazione’ di Internet.
Con l’espressione ‘neutralità della Rete’ si intende l’obbligo degli operatori di telecomunicazioni di trattare tutti i flussi Internet allo stesso modo. Per alcune tra le principali compagnie telefoniche mondiali si tratta di un vincolo che impedisce l’innovazione e ritarda lo sviluppo delle reti di nuova generazione. Per molti fornitori di contenuti ed esponenti della società civile, invece, la neutralità della Rete è essenziale per garantire una Rete Internet non solo aperta all’innovazione futura, ma anche alle voci di tutti.
Per ‘territorializzazione’ di Internet, invece, si intende soprattutto il desiderio di un numero crescente di governi, anche in Europa, di tenere i flussi dei dati nazionali dentro i confini dello Stato (o, nel caso dell’UE, dell’Unione), in modo da salvaguardarne più facilmente la riservatezza. Analogamente si intenderebbe fare per la dislocazione fisica dei server contenenti dati di propri cittadini.
I temi caldi relativi alla Rete, tuttavia, non si limitano a quelli qui ricordati. Non sorprende, quindi, che per affrontarli in maniera sistematica si stia levando da più parti la richiesta di una Magna Carta della Rete. Dopo anni di attesa, alcuni parlamenti, tra cui quelli del Regno Unito, della Francia e dell’Italia, hanno accolto l’invito proveniente dalla società civile istituendo delle apposite commissioni di studio. I risultati verranno presentati e discussi nei primi mesi del 2015.
La proposta italiana della Carta di Internet
I punti della bozza di legge presentata alla Camera il 13 ottobre 2014:
- Riconoscimento e garanzia dei diritti fondamentali.
- Diritto di accesso: ogni persona ha uguale diritto di accedere a Internet in condizione di parità.
- Neutralità della Rete.
- Tutela dei dati personali.
- Diritto all’autodeterminazione informativa.
- Nessun atto giudiziario o amministrativo può basarsi solo su trattamenti automatizzati di dati personali.
- Inviolabilità dei sistemi informatici.
- Diritto alla rappresentazione integrale e aggiornata della propria identità in Rete.
- Anonimato: ogni persona può comunicare in forma anonima per esercitare le libertà civili e politiche.
- Diritto all’oblio: ogni persona può cancellare dai motori di ricerca dei dati che la riguardano.
- Diritti e garanzie delle persone sulle piattaforme.
- Sicurezza in Rete.
- Diritto all’educazione.
- Criteri per il governo della Rete.