Une belle fille comme moi
(Francia 1972, Mica scema la ragazza, colore, 100m); regia: François Truffaut; produzione: Les Films du Carrosse, Columbia Film S.A.;soggetto: dal romanzo Such a gorgeous kid like me di Henry Farrell; sceneggiatura: François Truffaut, Jean-Loup Dabadie; fotografia: Pierre-William Glenn, Walter Bal; montaggio: Yann Dedet, Martine Barraqué; scenografia: Jean-Pierre Kohut-Svelko, Jean-François Stévenin; musica: Georges Delerue.
Nella prima scena del film una donna entra in una libreria in cerca del testo di Stanislao Prévine Criminalità femminile; il volume è in effetti in catalogo, tuttavia non è mai stato pubblicato. Il resto del film spiegherà il perché di questa strana circostanza. Prévine è un giovane sociologo che, per svolgere le sue ricerche sui crimini commessi da donne, intraprende una serie di conversazioni con la detenuta Camilla Bliss, accusata di omicidio. Durante i colloqui in carcere, rigorosamente registrati dal giovane studioso, la ragazza gli racconta la sua storia, mostrata attraverso una serie di flashback. Nata in campagna e vissuta in una fattoria, Camilla da adolescente si rende responsabile della morte del padre violento e viene rinchiusa in un riformatorio, da cui riesce però a fuggire. Durante la fuga conosce Clovis, che dapprima sposa con uno stratagemma e poi costringe a derubare la madre, una donna avara e irascibile, per scappare via con lei. I due andranno a lavorare come camerieri al Colt saloon, dove Camilla tradisce il marito con il cantante Sam Golden. Clovis, scoperto il tradimento, corre via dal locale fuori di sé dalla rabbia e viene investito. La ragazza si è nascosta intanto in un furgone per la derattizzazione, che appartiene al cattolico e bigotto Arturo, il quale ben presto si innamora di lei. Nel frattempo, Camilla scopre che l’avvocato Murène, che difende Clovis nella causa con l’assicurazione e che è già divenuto il suo amante, li sta imbrogliando. Tenta quindi di uccidere l’avvocato e suo marito con la macchina per la derattizzazione di Arturo, ma il piano fallisce. Arturo, per espiare le loro colpe, propone alla donna di suicidarsi insieme, ma, venuto il momento di saltare giù dalla torre di una cattedrale, l’unico a lanciarsi nel vuoto e a morire è l’uomo. Camilla, accusata dell’omicidio di Arturo, viene arrestata. Stanislao, a questo punto del racconto perdutamente innamorato della ragazza, riesce a provare la sua innocenza recuperando un video sulla cattedrale girato da un cineamatore, in cui si vede che l’uomo non è stato spinto da Camilla. La giovane esce dal carcere e i due stanno per fare l’amore quando irrompe il marito della donna, che le annuncia di aver ereditato molti soldi in seguito alla morte di sua madre; la ragazza spara al marito e fa accusare Stanislao della sua morte. Al termine del film, Stanislao è in carcere e Camilla, divenuta l’amante del suo avvocato, è libera di cancellare ogni prova della sua colpevolezza. Finalmente ricca grazie all’eredità della suocera, intraprende, sebbene priva di talento, la carriera di cantante che aveva sempre sognato. Rimane invece fedele a Stanislao la sua segretaria Hélène, che da sempre lo aveva messo in guardia contro Camilla e che ora, affittata una casa il cui terrazzo ha la vista sul carcere, continua a lavorare all’inchiesta del giovane e sprovveduto sociologo.
Tornato alla commedia dopo il melodrammatico Le deux anglaises, Truffaut imprime a Une belle fille comme moi, tratto dal romanzo omonimo di Henry Farrell, un ritmo incalzante e un carattere quasi farsesco. I colpi di scena si susseguono senza alcuna preoccupazione di verosimiglianza: spregiudicata fino al limite del possibile appare la protagonista Camilla, e troppo credulone e ingenuo sembra essere invece il giovane studioso Stanislao, che Truffaut si diverte a prendere in giro. Alla visione eccessivamente romantica e astratta che l’uomo si costruisce della giovane criminale, si oppone la segretaria cui detta i risultati della sua inchiesta, nascostamente innamorata di lui, che chiede ogni volta con pratico buon senso: «Ma non sarà semplicemente una sgualdrina?». Vengono trattati con ironia anche gli altri uomini del film, tutti amanti della protagonista: se l’avvocato Murène e il cantante Sam Golden sono apertamente cinici e sfacciatamente egoisti, Arturo, l’uomo perbene e devoto che dice di volerla proteggere, cede un po’ troppo facilmente alle tentazioni sessuali, salvo dover ogni volta fingere che accada casualmente, quasi suo malgrado, per poi pentirsene amaramente. Il tono di Truffaut è bonariamente canzonatorio – questa volta diretto però contro se stesso, contro registi e cinefili – anche nella scena in cui il bambino cineamatore che ha involontariamente immortalato la scena del suicidio di Arturo si rifiuta di consegnare la pellicola che ha girato, prova decisiva dell’innocenza di Camilla, perché deve ancora terminare il montaggio.
Il corpo agile e sinuoso dell’attrice Bernadette Lafont esprime efficacemente l’energia e la sensualità di Camilla, giovane dal linguaggio esuberante e dai modi sfrenati che usa ogni mezzo per assicurarsi la felicità. Si tratta, come in altri film del regista, di un personaggio femminile forte e vitale, che diviene motore di tutta l’azione. Nonostante sia del tutto amorale, «una specie di canaglia», la definirà il regista, è evidente che Truffaut parteggia per lei, e così lo spettatore. D’altro canto, il racconto dell'infanzia e dell’adolescenza di Camilla rende palese che siamo di fronte a una versione femminile, eccessiva e quasi buffonesca, di Antoine Doinel, e dunque di Truffaut stesso. Nel rapporto tra Stanislao e Camilla si ripresenta inoltre, sebbene con toni diversi, una situazione che ritorna nei film del regista (per es. Le dernier métro, 1980, L’ultimo metrò, o Vivement dimanche!,1983, Finalmente domenica!), eco della sua esperienza giovanile: il legame tra una persona che sperimenta la reclusione e un’altra di cui in qualche modo si trova in balia. Forse nel primo flashback dell’infanzia della protagonista è custodito il segreto del personaggio di Camilla, nell’unica scena dal carattere quasi onirico: quella in cui, in seguito a un calcio del padre alcolista, la protagonista, ancora bambina, letteralmente vola, con lentezza innaturale, su un carro di fieno.
Interpreti e personaggi: Bernadette Lafont (Camilla Bliss); André Dussolier (Stanislao Prévine); Philippe Léotard (Clovis Bliss); Guy Marchand (Sam Golden); Claude Brasseur (avvocato Murène); Charles Denner (Arturo); Anne Kreis (la segretaria Hélène); Gilberte Géniat (Isabelle Bliss).