Une partie de campagne
(Francia, 1936, 1946, bianco e nero, 45m); regia: Jean Renoir; produzione: Pierre Braunberger per Panthéon; soggetto: dall'omonimo racconto di Guy de Maupassant; sceneggiatura: Jean Renoir; fotografia: Claude Renoir; montaggio: Marguerite Houllé-Renoir; scenografia: Robert Gys; musica: Joseph Kosma.
Sull'acqua di un fiume che scorre leggiamo: "Questo film, realizzato da Jean Renoir, non è stato completato per cause di forza maggiore. In assenza del regista, attualmente negli Stati Uniti, si è deciso di presentarlo così com'è, per rispettare l'opera del maestro e mantenerne il carattere originale. Per agevolare la comprensione della vicenda, al film sono state aggiunte due didascalie". Prima didascalia: "Una domenica d'estate del 1860 il signor Dufour, commerciante di Parigi, dopo aver preso a prestito la vettura del suo vicino, il lattaio, ha deciso di trascorrere una giornata immerso nella natura insieme alla suocera, alla moglie, alla figlia e al commesso Anatole, suo futuro genero e successore". La famiglia fa sosta presso il ristorante Poulain e decide di pranzare all'aperto in riva al fiume, approfittando della bella giornata di sole. All'interno del locale due giovani, Henri e Rodolphe, si lamentano perché l'arrivo dei parigini rovinerà loro la giornata; ma, aprendo la finestra, scorgono la bella Henriette che si dondola sull'altalena accanto alla madre. Henriette confida alla madre che il contatto con la natura risveglia in lei una strana sensazione. Dopo il pranzo Henri e Rodolphe prestano le loro canne da pesca al signor Dufour e al maldestro Anatole; il capofamiglia concede loro il permesso di accompagnare le signore a fare una gita in barca. Henri accompagna Henriette, mentre Rodolphe rimane in compagnia della madre. Al canto degli usignoli Henri e Henriette approdano su un'isoletta, poi raggiungono un riparo tra gli alberi dove Henri riesce ad abbracciare la ragazza. Poco lontano Rodolphe e la signora Dufour scherzano spensierati. Henriette si asciuga una lacrima dalla guancia e Henri tenta di baciarla: lei dapprima si nega, poi si arrende alla passione. Dopo una dissolvenza, i due si allontanano in silenzio uno dall'altra. Si alza il vento, il cielo è oscurato dalle nubi e sull'acqua inizia a cadere la pioggia. Poi, sullo sfondo di un paesaggio nuovamente sereno, la seconda didascalia: "Sono passati gli anni e tante domeniche tristi come i lunedì. Anatole ha sposato Henriette e una domenica...". Henri approda in barca all'isoletta dove aveva portato Henriette. Lei è lì, insieme ad Anatole appisolato. Henriette accenna un sorriso e si dirige verso Henri. Questi le confida di recarsi spesso in quel luogo per ricordare il loro breve incontro. Henriette, sopraffatta dall'emozione, risponde: "Io ci penso tutte le sere". Anatole la chiama, mentre i due si guardano negli occhi con struggente amarezza. Poi Henriette ritorna dal marito. Henri, pensieroso, li guarda allontanarsi.
Une partie de campagne è uno dei più riusciti esempi dello stile espressivo che Jean Renoir perfezionò nel corso degli anni Trenta: movimenti di macchina che possono o meno coincidere con il punto di vista di uno dei personaggi, primi piani che esprimono l'ambiguità dei sentimenti, composizioni in profondità di campo che rivelano molteplici livelli narrativi, atmosfere che dissimulano strutture di classica simmetria, bellezza lirica del paesaggio minata dal lato oscuro delle passioni, comunque controllate dalle convenzioni sociali. Mai come in Une partie di campagne Renoir seppe reinventare le eredità del naturalismo e dell'impressionismo, fondendole tra loro in un linguaggio del tutto personale. Eppure il regista fu costretto ad abbandonare il film prima di averlo terminato. Une partie de campagne venne distribuito nel 1946, dieci anni dopo le riprese, dal produttore Pierre Braunberger, che autorizzò Marguerite Houllé-Renoir, montatrice e moglie del regista negli anni Trenta, a montare il film e Joseph Kosma, autore delle musiche di La grande illusion, La Marseillaise (La Marsigliese, 1937) e La bête humaine (L'angelo del male, 1938), a comporne la colonna musicale. Renoir, che viveva a Los Angeles, diede il proprio consenso senza neppure aver visto il risultato finale.
Tratto dal racconto di Guy de Maupassant, il film, come risulta dai documenti di lavorazione di Renoir, avrebbe dovuto essere poco più lungo di quanto sia in realtà. Iniziato come progetto di modeste dimensioni, da realizzare in esterni insieme alla famiglia e agli amici nelle vicinanze della casa di campagna di Renoir (dove il regista aveva girato il suo primo film, La fille de l'eau, 1925, e dove suo padre aveva dipinto quadri memorabili), il film si trasformò in un costoso progetto della durata di tre settimane, con la troupe in balia d'un maltempo che mise a dura prova i rapporti personali. La pioggia, tuttavia, si rivelò uno dei felici incidenti della carriera di Renoir, che riscrisse la sceneggiatura del film in modo che il temporale entrasse a far parte della vicenda. Le riprese erano quasi terminate quando Renoir e Sylvia Bataille ebbero una lite e il regista abbandonò il film per iniziare le riprese di Le bas-fonds (Verso la vita, 1936). Braunberger, a cui rimase il materiale di un costoso film incompiuto, commissionò a Jacques Prévert una sceneggiatura che facesse del film un lungometraggio; ma l'idea fallì, insieme a quella di trovare un regista sostituto (si era pensato anche a Douglas Sirk).
Solare omaggio alla pittura en plein air di Auguste Renoir (Henriette sull'altalena, il picnic sul prato), dove la natura è fonte di bellezza e di vitalità, il film muta registro quando la stessa natura diviene forza potenzialmente distruttiva, in corrispondenza con il cambiamento di Henriette che il contatto con l'elemento naturale sembra trasportare in una dimensione sensuale capace di allontanarla da Henri. Agli altri personaggi è lasciato ampio spazio, per controbilanciare l'essenzialità dell'incontro tra i due protagonisti. Un'essenzialità nuovamente sottolineata dal loro breve ritrovarsi nell'epilogo: l'attrazione e il desiderio li spingono l'uno verso l'altra, ma le rigide convenzioni sociali li allontanano. Nel 1994 la Cinémathèque française ha ristampato oltre quattro ore di materiale non montato, depositato presso i suoi archivi da Braunberger. Con questo materiale Alain Fleischer ha realizzato un documentario di 88 minuti, Tournage à la campagne, rimontando in ordine cronologico le riprese in cui spesso si vedono o si sentono interventi di Renoir. Come ha scritto Charles Tesson, questo materiale ci permette di osservare i metodi di lavoro di Renoir, dimostrando la falsità della teoria secondo la quale questo film si sarebbe largamente basato sull'improvvisazione: "La possibilità di vedere sei diversi ciak di una scena di Une partie de campagne moltiplica per sei il nostro piacere di assistere a un film straordinariamente emozionante".
Interpreti e personaggi: Sylvia Bataille (Henriette Dufour), Georges Saint-Saens [Georges Darnoux] (Henri), Jane Marken (Juliette Dufour), André Gabriello (Cyprien Dufour), Jacques Borel [Jacques B. Brunius] (Rodolphe), Paul Temps (Anatole), Gabrielle Fontan (la nonna), Jean Renoir (papà Poulain), Marguerite Houllé-Renoir (la cameriera), Henri Cartier-Bresson, Georges Bataille, Jacques Becker (seminaristi), Pierre Lestringuez (il prete), Alain Renoir (un giovane pescatore).
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Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 21, 15 décembre 1962.