UNFCCC
– Sigla di United Nation framework convention on climate change. Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici adottata a New York il 9 maggio 1992, e aperta alla firma nel corso della Conferenza di Rio de Janeiro sull’ambiente e lo sviluppo, nel giugno 1992. Afferma il principio secondo cui le alterazioni climatiche sulla Terra costituiscono una preoccupazione comune di tutti gli stati, ma evita di qualificare il clima terrestre come patrimonio comune dell’umanità, sottolineando al contrario il principio della sovranità degli stati anche nell’ambito della cooperazione internazionale volta a fronteggiare i rischi di . Di conseguenza la convenzione pone alcune norme generali e fissa alcuni obiettivi, tra cui, principalmente, la stabilizzazione della concentrazione di gas a effetto serra nell’atmosfera a un livello tale da prevenire interferenze dannose con il sistema climatico (riconosciuto oggi nel limite per mantenere l'aumento di temperatura entro in 2° C), demandando agli stati contraenti di adottare le misure necessarie per la salvaguardia del clima, singolarmente o tramite successivi accordi internazionali, compatibili con i programmi nazionali di sviluppo e in base al principio secondo cui la tutela del clima, come ogni altro problema ambientale, rappresenta una responsabilità comune, pur differenziata a seconda del livello di sviluppo dei singoli paesi. In linea con tale principio i 195 stati aderenti alla Convenzione, raccolti nell'organismo decisionale detto Conferenza delle parti (COP, Conference of the parties), sono suddivisi in tre categorie: Annex I parties, che comprende i paesi industrializzati dell'OCSE (al 1992) più quelli dalle economie in transizione (EIT, Economies in transition parties), ovvero Russia, stati baltici e paesi dell'Europa centrale e orientale a influenza ex-sovietica; Annex II parties, con i paesi OCSE del gruppo Annex I meno i paesi EIT; Non-annex I parties, limitato ai paesi in via di sviluppo. I paesi classificati LCDs (Least developed parties) dalle Nazioni Unite godono di particolare riguardo in virtù delle loro scarse capacità di contrastare i cambiamenti climatici e mitigarne gli effetti. Nel Protocollo di Kyoto, lo strumento attuativo della Convenzione, sono specificati gli impegni e gli obblighi dei singoli stati aderenti anche in ragione dell'appartenenza a una delle suddette categorie.